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Dopo aver preso il caffè con Lele e Cecilia ci siamo separati. Penso avessero bisogno di stare un po' insieme dopo tutto quello che hanno passato.

«Mi dispiace.» dico rompendo il silenzio.

Sono ancora insieme a Mark e stiamo passeggiando senza una vera meta.

Scrolla la testa «Per cosa?» mi guarda con quei suoi occhioni ingenui.

«Non lo so.» alzo le spalle «Mi sento in colpa. Forse se le cose fossero andate diversamente ora non ti sentiresti solo.»

Alza leggermente l'angolo della bocca «O magari non era nel mio destino vivere in Italia.»

«In ogni caso sono felice di averti conosciuto e di averti nella mia vita. Sei un ragazzo fantastico e ti voglio davvero bene.» lo fermo e lo abbraccio.

«Anch'io te ne voglio.»

Messaggio da: papà

Puoi venire a casa? Vorrei parlarti.

«Devo andare, mio papà vuole vedermi.»
«Certo. Ci vediamo in giro.»

Lo saluto e mi dirigo verso casa.

«Papà? Sono arrivata.»
«Sono nel mio studio, vieni.»

Mi levo la giacca e la appendo.

«Ehi.» lo saluto sedendomi sul divanetto.
«Ehi.» si toglie gli occhiali e si alza, venendosi a sedere vicino a me.

«Va tutto bene? È successo qualcosa?»
«No. Volevo solo passare un po' di tempo con te, da soli. Avresti voglia di fare una passeggiata? Al parco magari.»

Sorrido «Certo.»

Ci alziamo e riprendo la giacca.

Iniziamo a passeggiare l'uno accanto all'altra.

«So che ultimamente abbiamo avuto qualche problema e non siamo più riusciti a comunicare come abbiamo sempre fatto. Questa cosa mi ha fatto stare molto male... Però ora voglio cambiare le cose.»

Lo guardo con aria desolata «Mi dispiace per i problemi che ti ho dato. È stato un periodo molto difficile, ma va tutto bene papà, davvero.» prendo la sua mano stringendola nella mia.

«Sei sicura?»
«Si.» gli sorrido e lui ricambia «Okay, mi fido di te. Ricordati però che in ogni caso io sono dalla tua parte e in me avrai sempre qualcuno su cui contare.»

Passeggiamo, continuando a tenerci per mano, come quando ero bambina.

«So che solitamente questi discorsi si affrontano con una madre... E forse non sono sicuro nemmeno di voler sentire la risposta, ma... Gianmarco?»

Quel nome.

Nove lettere sono in grado di mettermi a soqquadro lo stomaco.

Arrossisco arricciando il naso «È un bell'argomento.»

«Sembrate... Innamorati.» mormora, schiarendosi la gola a fine frase.

«Papà!» lo rimprovero ridendo.
«Che c'è? Non è forse vero?»

Mi mordo il labbro facendo dondolare le nostre mani unite «Credo di sì. Sì.»

«Non posso dire che mi piaccia, non mi spingerei fino a questo punto, però mi è simpatico.»

Rido mentre lui prova a mantenere lo sguardo serio «Sono serio.» dice, prima di scoppiare a ridere.

«Lui... Mi fa felice. Avremo bisogno di lavorarci tutti i giorni e non sarà facile. Ma credo che potrebbe funzionare tra noi.»

Questione di sguardi Where stories live. Discover now