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«Il vostro amico ha avuto una forte reazione allergica, gli abbiamo dato degli antistaminici per vena, ora gli stiamo facendo una lavanda gastrica per ripulirlo totalmente dalla sostanza che ha causato l'allergia.»

«Grazie mille dottore, cosa dobbiamo fare ora? Dobbiamo avvisare la famiglia?»

Il medico si leva gli occhiali e li infila nel taschino «Se volete si, ma non è obbligatorio, il paziente non è più minorenne. Per firmare le carte basterà lui.» Gian ed io annuiamo e il medico si congeda.

«Per fortuna lo abbiamo portato in ospedale, sarebbe potuto peggiore molto. Vado ad avvisare gli altri.»
«No ferma.» mi blocca dal braccio «Li ho già avvisati io, sanno che sta bene.»
«Oh, okay.»

Mi siedo su delle sedie fuori dalla stanza dove stanno ripulendo lo stomaco di Lele, e Gian mi imita.

«Senti...» cerco di incalzare un discorso «... riguardo a ieri sera...»

«È stato uno stupido errore, facciamo finta non sia mai successo e soprattutto nessuno deve venire a saperlo.» mi interrompe, sbattendomi in faccia il suo pensiero.

Fingo di non esserci rimasta male «Si certo, okay.»

Rimango colpita dalle sue parole che, nonostante la pensi come lui, in un certo senso mi feriscono.

«Vado a vedere come sta Lele.» mi alzo ed entro in camera del mio amico, lasciando Gian da solo.

«Ehi bionda.» saluta Lele dal letto.
«Bionda? Ma se sono nera. Non è che ti si è rovinata pure la vista?» scherzo, lasciandogli un bacio sulla guancia «Come ti senti?»
«Ho fame.» dice poggiando una mano sullo stomaco.

«Ci credo, ti hanno svuotato completamente.»
«Si, a proposito, scusate se vi ho fatto preoccupare e grazie di avermi portato qui in ospedale.»
«Lele ma non scherzare!» salgo sul letto e mi avvinghio al mio amico, facendogli un po' di coccole «Appena usciamo di qui andiamo a mangiare un bel panino, senza pesce.»

Scoppia a ridere e mi stringe più forte.

Poco dopo entra di nuovo il medico.

«Okay, i valori sono normali e lei sta bene ora. Può essere dimesso.»

Scendo dal letto ed esco, lasciando che puliscano Lele dalle flebo e intanto cerco Gian per comunicarglielo.

Fuori dalla stanza non lo trovo, così inizio a cercarlo ma appena raggiungo l'angolo sento la sua voce.

«Anche tu mi manchi, mi spiace che ieri sera sei stata poco bene e sei andata via presto.»

Sta parlando al telefono, probabilmente con Marta.

«No non è successo niente di che, solo che Lele è stato poco bene e lo abbiamo portato in ospedale. Sembrerebbe un'allergia ma niente di grave tranquilla. Ci sentiamo più tardi.»

Appena sento che la saluta mi allontano, tornando davanti all'entrata della stanza di Lele.

Non è successo niente di che.

Si certo.

Anche se abbiamo deciso insieme di non dirlo a nessuno ci rimango comunque male. Sono un'idiota, dovrei solo fregarmene.

La vibrazione del telefono mi sveglia dai miei pensieri.

Messaggio da: Mark

Ci vediamo domani a scuola, anche se mi farebbe piacere vederti, magari per una passeggiata, da soli.

Appena leggo il messaggio sorrido e mi scappa una risata, immaginando il suo accento mentre pronuncia questa frase.

«Io sono pronto.» Lele esce dalla stanza e mi sorride, al che mi alzo e lo affianco «Andiamo a cercare Gianmarco e usciamo di qui allora.»

Questione di sguardi Where stories live. Discover now