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«Zoe.»

«Lola...»

Mi chiudo la porta alle spalle, entrando con passo colpevole.

«Eri da Gian, vero?» domanda con tono severo ma comunque dolce.
«Sì...»
«Mi sono accorta che non c'eri, ma ho preferito non dirlo a tuo padre. Si sarebbe arrabbiato parecchio.»
«Grazie mille, davvero... Era importante.»
«Lo so tesoro. So anche che sei una ragazza responsabile, per questo ho taciuto. Però facciamo in modo che di scappatelle notturne non ce ne siano più, okay?»

Annuisco e l'abbraccio «Grazie. Ti voglio bene, buonanotte.» «Anch'io piccina. Notte.» mi lascia un bacio sulla fronte.

«Ah Zoe» mi richiama «se avessi bisogno, o anche voglia di parlare, io ci sono, lo sai?» annuisco sorridendo «Lo so.» ci lanciamo uno sguardo di intesa e salgo in camera mia.

Mi cambio indossando il pigiama e mi butto sul letto.

Metto il cellulare a caricare sul comodino e finalmente mi infilo sotto al piumone, crollando subito.

Messaggio da: Gian

Grazie di essere venuta, buonanotte piccola.

*

«Nanetta forza, svegliati.» una voce e una mano che mi scrolla «Cinque minuti, lo giuro.» piagnucolo nascondendo la testa sotto al cuscino.

«Ti lascerei anche, ma so che non sarebbero cinque minuti. Forza alzati.» mi solleva dalle spalle.

Rimango seduta con gli occhi ancora chiusi.

«A che ora sei andata a dormire?» domanda cercando di aggiustarmi il nido che devo avere in testa «Tardi. Sono andata da Gian ieri sera e sono tornata a piedi.»

«Cosa?» dal tono della voce percepisco la sua inaspettatezza.

Rimango in silenzio, sempre ad occhi chiusi «Perché non mi hai chiamato? Ti avrei accompagnata! Accidenti Zoe.» non sento più il suo peso sul materasso, così decido di aprire gli occhi.

«Perché ti arrabbi?» domando vedendolo in piedi davanti a me con le braccia conserte.
«Perché poteva essere pericoloso! Se ti avessero beccata i nostri genitori? Noi siamo un team, dobbiamo farle insieme ste cose, così se succedesse qualcosa almeno paghiamo le conseguenze in due.»

«Die... Non mi viene ancora spontaneo venirti a cercare per fare cose che non dovrei fare.» dico rammaricata spulciando il piumone per non doverlo guardare.

Lo sento sospirare, al che lo guardo e l'ultima cosa che vedo è il suo sguardo deluso «Ci vediamo giù.» esce dalla camera chiudendo la porta.

Mi passo le mani in faccia. Anche oggi mi sveglio bene domani.

Sbuffo e scanso il piumone per andarmi a preparare.

Scendo in cucina e trovo Diego fare colazione con il viso chino.

Prendo una tazza e ci verso del caffè e del latte.

Lo bevo velocemente e poi mi vesto, indossando la giacca e le scarpe.

«Ti aspetto fuori.» lo avviso,  vedendolo alzarsi per portare la tazza nel lavandino.

«Ciao sconosciuta.» mi saluta Elisa.
«Ehi Eli.» mi avvicino lasciandole un bacio «Come stai? Sei sparita.» sorridendo, portandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

«Lo so hai ragione, mi dispiace. Ho avuto un po' di casini.» cerco di giustificarmi.

«Tranquilla. Però per il mio compleanno ti voglio carica eh.» sorride.
«Certo.» cerco di dire nel modo più convincente possibile.

Questione di sguardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora