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Conoscete l'eccitazione dei bambini più piccoli quando scoprono delle cose nuove?

Ecco, sono io ora.

Guardo il mondo che mi circonda come se non lo avessi mai visto, ma infondo un po' è così. È tutto meravigliosamente nuovo e fantastico.

Gli insegnanti hanno prenotato uno di quei bus enormi a due piani che ci porterà, oltre che dall'aeroporto all'hotel, anche in giro.

«Guardate!» esclamo, schiacciandomi contro il vetro indicando l'ennesimo negozio.
Tutti si mettono a ridere prendendomi in giro «Sei troppo tenera.» dice Mark tirandomi indietro attirandomi a lui.

«Non vedo l'ora di andare a fare shopping con voi!» esulta Marta, mentre Cecilia le batte il cinque.

«Ragazzi, dieci minuti e siamo arrivati. Vi ricordo che dovete fermarvi a prendere le vostre valige e poi aspettare nella hall, così prendiamo le chiavi delle camere.» Comunica l'insegnante.

«Ma dove è finita la mia valigia?» sposto l'ennesimo borsone ma della mia ancora non c'è traccia.

«Sei sicura di averla messa da questo lato?» mi chiede Cecilia aiutandomi a spostare le altre valige «Sicurissima, l'ho messa insieme alle vostre.» sbuffo e mi sposto i capelli dal viso.

«Eccola!» urla qualcuno. Un atttimo dopo vedo Gian sbucare dall'altro lato con la mia valigia.

«Ma come è possibile...» mi poso una mano sulla fronte. Sono già esausta.
«Probabilmente qualcuno te l'ha spostata.»
«Dovresti fare più attenzione alle tue cose.» passa Marta, che si dirige verso il suo gruppo di amiche.

La seguo con lo sguardo e sospiro: era ovvio.
Ringrazio Gian e finalmente raggiungiamo i nostri amici che sono già entrati dentro.

«Trovata? Dov'era?» Domanda Marta appena ci vede arrivare.
«Qualcuno» dico indicando con la testa Marta «l'aveva spostata dall'altro lato del pullman.»

«Allora ragazzi, prestate attenzione.» la prof gesticola cercando di attirare l'attenzione di tutti «Queste schede sono delle chiavi elettroniche, le passate davanti alla serratura della vostra camera e si aprirà. Ne avete una a testa, vediamo di non perderne nessuna. Ora vi chiamerò e a turno venite col vostro gruppo e andate nella vostra stanza.»

Inizia a chiamarci tutti, così mentre aspetto mi siedo sulla mia valigia.

«Stanca?» Mark si piega sulle ginocchia, posando le mani sulle mie gambe, sporgendosi per baciarmi.
Annuisco «Abbastanza, spero ci lascino riposare un po'.»

«Cantarano, Daddato e Massenti.» mi alzo di botto e con le altre ci avviciniamo alla prof che ci consegna le chiavi.
Le prendiamo e finalmente ci dirigiamo verso l'ascensore.
«Che piano?» Domanda Marta.
«Terzo piano, camera quaranta.» preme il tasto e iniziamo a salire.

Le porte si aprono e iniziamo a girare per i corridoi alla ricerca della nostra stanza.

«Trentasetta... Trentotto... Trentanove...Eccola.» passo la tessera e la porta fa un rumore e si sblocca, aprendosi.

Rimaniamo tutte senza parole, con le bocche spalancate.

La camera presenta due finestre enormi che mostrano la bellezza di Londra. Una di queste è posta dietro ai tre letti, messi uno vicino all'altro, separati da dei comodini.
Dall'altra parte c'è un divano, rivolto verso la finestra. Di fronte ai letti invece c'è una televisione.
Ci sono due armadi e un piccolo frigobar. Una porta scorrevole che contiene gli attaccapanni e poi ovviamente il bagno, con dentro una bellissima vasca.

Questione di sguardi Where stories live. Discover now