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«Cecia» la scuoto leggermente «Cecia, svegliati, è tardi.»

Mugula qualcosa e infila la testa sotto il cuscino «Forza, dobbiamo sbrigarci. Alle sette dobbiamo essere nella hall.»

Sbuca con la testa e mi guarda con gli occhi socchiusi «Si ok, va bene.» biascica.

Entro in bagno e vedo Marta raccogliere le sue cose «Hai preso tutto?» domanda infilando lo spazzolino nel beauty case «Si, direi di sì.»

Butto un occhio un'ultima volta e poi torno in camera.
Guardo tutte le prese, controllo ogni angolo mentre Cecilia si trascina in bagno per darsi una sciacquata.

«Okay, direi che abbiamo preso tutto.» concludo mettendo le mani sui fianchi.

Aiuto Cecilia a chiudere la valigia.

«Suona un telefono.» avverte Marta.

«È il mio.» rispondo «Pronto?» 

«Zoe, dove diavolo siete?»

Stacco il telefono dall'orecchio e guardo l'ora. 07.03.

«Oddio, Die stiamo arrivando.» attacco la chiamata.

«Ragazze forza! Fuori, fuori, fuori.» le spingo trascinandomi dietro la valigia.

Arriviamo davanti all'ascensore «Sta salendo, dobbiamo fare le scale!» piagnucola Marta.

Prendo un gran respiro e iniziamo a correre giù dai tre piani, rischiando di inciampare più volte.

«Alla buon'ora.» ci fulmina l'insegnante di inglese.

Raggiungiamo la classe cercando di riprendere fiato «Scusi, davvero.»
«Questo comportamento non sarà più tollerato. Se arriverete in ritardo anche solo di trenta secondi vi spedisco dritte dal preside, è chiaro?» sbotta tirandosi su gli occhiali.
«Chiarissimo.» rispondo appoggiandomi sulle ginocchia.

Si volta a parlare con le altre insegnanti.

«State bene?» i ragazzi si avvicinano. «Sto per morire» sospiro esausta «questa valigia pesa più di me.» le dò un colpo facendola cadere.

«Dai, ora almeno la puoi trascinare.» Diego si avvicina e mi lascia un bacio tra i capelli.

«Forza andiamo, il pullman ci aspetta.»

Usciamo e carichiamo le valigie, poi saliamo a sederci.

Le ragazze si mettono vicine ai loro compagni. Diego si siede vicino a me mentre vedo Gian sedersi con Valerio.

«Tieni.» mi allunga una cuffietta.

Mi accoccolo alla sua spalla, cullata dalla musica.

*

Sto quasi per addormentarmi quando l'insegnante ci avvisa che siamo arrivati all'aeroporto.

Mando velocemente un messaggio a mio padre per fargli sapere che stiamo per salire sull'aereo e che ci vedremo al nostro arrivo.

Facciamo di nuovo il lunghissimo check in e finalmente saliamo.

Raggiungo il mio posto e gioisco nel trovare ancora i posti vuoti.

Mi siedo vicino al finestrino e aspetto di partire.

«Con tutte le persone che ci sono sull'aereo... Non ho parole.»

Mi volto a rallentatore. La sua voce basta a farmi rizzare tutti i peli.

«Marta.»

Si siede vicino a me, sbuffando e lamentandosi.

Questione di sguardi Where stories live. Discover now