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«Sei stata bravissima!» esclama Marta entusiasta per l'interrogazione.
«Si per fortuna.» sorrido.

Sono in corridoio in pausa con la mia amica e aspettiamo che i ragazzi ci raggiungano.

«Quella stronzetta oltre a rubarmi il ragazzo ora si è messa a rovinarmi anche la media scolastica.»

Mi volto e vedo Marta parlare con delle sue amiche «Scusami? Hai qualcosa da dirmi?» mi avvicino a lei incrociando le braccia al petto.

«Hai capito benissimo.» si avvicina a sua volta anche lei.
«Io non ho rubato niente a nessuno, tienitelo pure il tuo ragazzo, uno così non lo vorrei mai. E riguardo alla tua media scolastica, beh, non è colpa mia se sei un'ignorante.» sputo più acida che mai.

Il suo viso diventa di colpo rossissimo. Stringe le mani a pugno fino a farsi venire le nocche bianche e posso giurare di aver visto del fumo uscirle dalle orecchie.

«Giuro che ti uccido!» urla buttandomi per terra cercando di colpirmi.

«Sei impazzita? Levati di dosso!» urlo anch'io, cercando di spingerla via.

Con la coda dell'occhio vedo Marta correre via.

Spero stia andando a chiedere aiuto, visto che tutti i presenti si stanno divertendo soltanto a guardare accerchiandoci.

Ad un certo punto il peso di Marta sparisce e vedo Diego che la tiene da dietro, mentre Gianmarco mi aiuta ad alzarmi per poi fermarmi «Sei pazza!» le urlo.

«E tu sei una sgualdrina! Persino tua madre ha preferito lasciarti sola!»

A quell'affermazione non ci vedo più.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e con tutta la forza che ho in corpo mi libero di Gianmarco e le tiro uno schiaffo «Non permetterti di parlare di mia madre!» le urlo a un centimetro dal viso.

Un attimo dopo mi sento sollevare e vengo portata via.

«Lasciami o giuro che prenderò a schiaffi anche te!»

Vengo trascinata in un corridoio e poi  finalmente appoggiata a terra.

«Calmati!» cerca di placarmi.

«Calmarmi? È solo colpa tua se quella ce l'ha con me! Se mi avessi lasciata in pace ora non saremmo in questa situazione!»

Lo spingo via allontanandolo di un solo passo da me.

Prontamente si riavvicina, spingendomi contro il muro alle mie spalle, prendendomi il viso con la mano «Mi dispiace davvero per quello che ha fatto e che ha detto, ci parlerò io, sistemerò tutto.» dice guardandomi fisso negli occhi.

Mi libero di nuovo dalla sua presa «Non parlarmi, non guardarmi, fai finta che io non esista.» gli occhi mi si riempiono di nuovo di lacrime, ripensando alle parole schifose di Marta.

Mi allontano per non farmi vedere in quelle condizioni ma Gianmarco invece che ascoltarmi mi afferra e mi abbraccia.

«Mi dispiace, non ascoltare nemmeno per un secondo le parole di Marta. Sono certo che tua madre non se ne sia andata per colpa tua.»

Mi viene solo che da ridere al pensiero.

Mi allontano da lui «Certo. Anche perché mia madre non se ne è andata. Mia madre è morta.»

Gianmarco si paralizza. Probabilmente non si aspettava che la realtà fosse questa.

«Io... Io non...» prova a dire qualcosa ma viene interrotto da una voce autoritaria «Massenti, Rottaro vi stavo cercando. Venite subito nel mio ufficio. ORA!» urla a gran voce il preside.

Questione di sguardi Where stories live. Discover now