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«Ciao.»

«Ciao.»

«C'è Diego?»
«No... È fuori. Ti... Ti serviva qualcosa?» esco, chiudendomi la porta alle spalle.

«No. Cioè sì. Volevo solo parlargli.» farfuglia «Non importa.» si volta e fa per andarsene.
«Aspetta» lo fermo «va tutto bene? Riguarda Marta?»
Il ragazzo biondo platino si ferma, voltandosi verso di me «Voi ragazze siete più incasinate di un cubo di Rubik.»

Sorrido a questa sua affermazione «Non tutte.»
«Io credo di sì invece.»
«Andiamo sul retro a parlare? Devo ancora fumarmi quella famosa sigaretta.» propongo indicando dietro di me.

Annuisce, così insieme ci spostiamo dietro casa, sedendoci sulle sdraio.

Mi allunga il suo pacchetto, chesterfield blue.

«Sono le stesse che fumo io.» ne sfilo una e la posizione tra le labbra, accendendola.

Aspiro e subito mi si riempiono i polmoni di fumo, che rilascio poco dopo.

«Allora...» lo incito a parlare.

È seduto rivolto verso la piscina, mentre contempla il bagliore della luna riflesso nell'acqua.

«Non capisco cosa voglia. Faccio di tutto per lei, tutto. Passo le giornate a mandarle messaggi, la chiamo tutte le sere, le dedico tutte le mie attenzioni. Sa quanto mi piaccia. Mi fa impazzire, in senso negativo però.» mormora, come se fosse un reato dire quelle parole.

Resto in silenzio ad osservarlo, mentre si passa una mano tra i capelli, tirandoli leggermente sulle punte.

Sulla mano ha un tatuaggio, una rosa. Ha anche svariati piercing.

«Forse le dai anche troppo? A volte è sbagliato portare le persone troppo in alto perché poi loro si aspettano che tu lo faccia sempre.» ipotizzo dopo un po'.
«Non credo, le ho sempre dato le stesse attenzioni. Mi piace, penso sia normale farlo.»

«Continui ad usare il termine piacere...» si volta verso di me confuso «Perché è cosi, lei mi piace.»

«Forse è questo il problema.»

Aggrotta le sopracciglia sempre più confuso «Ovvero?»
«Ovvero... Forse lei ti ama e non le basta più piacerti.»

Il suo sguardo si perde nel vuoto e quasi posso sentire il rumore delle rotelle che girano nella sua testa, ragionando sulle mie parole.

Si volta di nuovo verso la piscina «Ha detto di amarmi circa un mese fa. Da lì i problemi sono aumentati drasticamente.»
«Ecco vedi allora.» dico ovvia, spegnendo la sigaretta sotto la scarpa, per poi buttarla.

«È sempre più gelosa, non posso parlare con nessuna che subito si mette sulla difensiva. Mi ha accusato di averla tradita più volte.»

La tristezza nel pronunciare quelle parole è chiara come il sole.

«Io non ho mai nemmeno pensato di toccare una ragazza che non fosse lei. Ma non posso nemmeno costringermi a provare qualcosa che non sento.» «Pensi che potresti innamorarti di lei?»
«No. Non credo in queste stronzate.» risponde con tono duro, riportandomi alla mente la discussione avuta con Tancredi la sera del nostro primo incontro.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto finché non parla lui per primo. 
   
«Non l'ho più sentita da oggi pomeriggio, non risponde né ai messaggi né alle chiamate.» borbotta controllando di nuovo il cellulare.
«Dalle un po' di tempo, a volte ci serve rimuginare sulle cose che succedono per arrivare ad una conclusione. Se ti ama così tanto tornerà sui suoi passi. E poi magari un po' di lontananza può aiutare il rapporto a rafforzarsi.» «Si forse hai-» viene interrotto da una suoneria, la sua.

Questione di sguardi Où les histoires vivent. Découvrez maintenant