56- Fatto il Misfatto

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Il castello sembrava tetro nonostante il sole, con la fine di un rigoglioso Maggio e un Giugno che stava per arrivare.

 L'aria aveva preso a farsi calda, il cielo ad essere sereno, ormai gli studenti non portavano più né calze sotto le gonne né maglioni sopra le camice; e nessuno dei professori poteva dire nulla perché anche loro avevano iniziato a vestire con colori più chiari e con stoffe più sottili, eccezion fatta per il professor Binnis che era un fantasma e non soffriva il variare delle stagioni.

Una strana allegria mista all'ansia per gli esami dilagava per i corridoi e per le aule, ma io su di me sento solo uno starno senso di inquietudine.

Sento uno strano gelo provenirmi da dentro, brividi lungo il petto e le braccia, sento le dita delle mani intorpidite, le orecchie che fischiano, come un brutto presentimento.

Ormai è da Marzo che mi assilla, ma se prima era un vago pensiero passeggero, ora è un punto costante e perenne.

Sento odore di sangue, sento odore di morte.

"Va tutto bene?" mi chiese Ilary a colazione, passando per il tavolo dei tassi.

"Deve essere successo qualcosa, o sta per succedere. Lo sento"

La cornacchia si guardò intorno con sospetto, ma io conosco troppo bene quello sguardo: anche lei aveva notato che il vento aveva cambiato direzione.

"Orion: guarda i tavoli di Grifondoro e Serpeverde" disse, sbiancando all'improvviso.

Così mi giro intorno per la Sala Grande, indirizzandomi verso i due tavoli messi ai due lati opposti della stanza. A sinistra le serpi in verde e argento, destra i grifoni dorati.

Da una parte vedo Travis Fiz intento a tenere in equilibrio un cucchiaio sul naso e Jonathan Winchester che lo sprona, dall'altra Duglas Elwood che beve del succo di zucca mentre Andrew Martinez ed Harrison Wiseowl discutono del più e del meno.

Niente di strano, finché non ci faccio finalmente caso: Lucien e Fabian mancano all'appello.

Ora che ci penso meglio, non li vedo in giro da ieri mattina. Per voi uno 'ieri' non è nulla, ma se pensate che noi ci vediamo ogni singolo secondo, confinati nelle quattro mura di Hogwarts, diventerebbe un lasso di tempo enorme.

Per tutta la settimana, a dire il vero, erano stati parecchio strani.

Capitava spesso che mentre eri in giro con loro finivi per perderli di vista, e poi li ritrovavi in qualche posto strano dopo ore, e quando parlavano tra loro erano altrove. Se poi provavi a chiedere loro l'oggetto delle loro lunghe parlate, ecco che facevano i vaghi ed i sospettosi.

"Che lezioni hai oggi?" chiedo ad Ilary, iniziando a programmare la nostra avventura, sempre che possa essere considerata tale.

"Due ore di Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure, Trasfigurazione ed Erbologia con te"

"Dopo pranzo andiamo a cercarli. Magari li ritroviamo a Lezione: ho Pozioni con i grifoni"

Ci lasciammo così, con il dubbio in mente del se quei due ragazzi si sarebbero presentati o no.

Spoiler: non si presentarono.

Così a pranzo io ed Ilary ci ritrovammo a guardarci dai nostri tavoli opposti, troppo preoccupate per mangiare, troppo determinate per aspettare ancora un po' che si facessero vivi, che entrassero in questa Sala Grande come se nulla fosse.

Iniziarono le ricerche: in un pomeriggio intero ci aggirammo per ogni angolo della mappa che delimita i confini di Hogwarts.

Cercammo nel Campo da Quidditch e negli spogliatoi, in Biblioteca ed Infermeria, in tutte le aule conosciute, in ogni corridoio, in ogni nascondiglio; cercammo nella Piana del Grifone e nella Tana della Serpe, eppure niente.

These DaysWhere stories live. Discover now