32- L'Invito Inaspettato

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Non posso credere che gliel'ho detto per davvero. Che senso ha cercare di negarlo?

Sono anni che Lucien mi piace.

Mi piace la sua risata cristallina, i suoi capelli biondi come il fieno d'estate, i suoi occhi azzurri, mi piace il suo sorriso caldo, le sue camicie di flanella, mi piacciono le sue prospettive, i suoi orizzonti, i suoi casini, la voglia di avventure, la dolcezza, mi piace il suo carattere solare, il suo orgoglio, la sua insicurezza, la sua grinta; di lui mi piace tutto. No, non è che mi piace... è molto di più.

Ma ho rovinato tutto, non mi vorrà mai più vedere, non dopo la scenata che gli ho fatto. E come dargli torto? Lo sapevo benissimo che non gli interessavo, mi avrebbe invitata al ballo altrimenti o... o... avrebbe fatto pur qualcosa, insomma! E poi c'è Mike, ed io mi sento così ingenua per aver creduto davvero di riuscire a voltare pagina con lui: nonostante sia un ragazzo fantastico, non ho mai potuto amarlo. Non come si meritava.

Ora me ne sto qua, a piangere come una perfetta stupida su una poltrona della Sala Comune dei Tassorosso.

"Orion? Che ci fai sveglia? Non starai mica... Merlino, stai piangendo?"

È Theo Paule, con una vestaglia scozzese indosso ed un libro in mano. I suoi capelli sono per la prima volta tutti scarmigliati e questa sera hanno una strana sfumatura ramata, piuttosto del solito biondo fragola che fa di lui il solo ed unico Theo.

Cerco di asciugare in fretta e furia le lacrime, ma non ci riesco, non ce la faccio.
È andato tutto troppo storto.

"No, io...io... oh, Theo, ho fatto un casino!"

Scoppio in singhiozzi e lacrime, ma non mi vergogno neanche un po': Theo Paule è pur sempre il mio migliore amico tasso, l'unico che mi sopporti e mi capisca in questa casata di matti. È un po' un fratello tasso, ecco (e no, 'Koda fratello orso' non c'entra).

"Orion, no, non piangere" disse, avvolgendomi nella sua vestaglia.
È sorprendente di come sia coperto di lentiggini, come se gli si fosse schizzato addosso un bricco di caffè. Forse è così che la prima persona con le lentiggini se le ritrovò.

"In che casini ti sei cacciata oggi, eh? Non sei mai triste per le tue bravate, ma anzi, orgogliosa e fiera. Cosa mai è successo per renderti così triste?" sussurrò, dondolandomi con lui a destra e a sinistra, come si fa con i bambini.

Sto zitta, non so se dirglielo o meno. Insomma, rimane pur sempre un mezzo segreto, un segreto doloroso e un tantino imbarazzante per molti punti di vista. Davvero molti.

"Ah, giochiamo al gioco del silenzio? Va bene, va bene, proverò ad arrivarci da solo. Se non è uno scherzo, deve essere un brutto voto. Ma no, a te non importa dei voti. E allora che cos'è? Non mi dirai che hai litigato con qualcuno? Sì, devi aver litigato. Ma con chi, chi mai potrebbe ridurti così? Non è uno studente normale, tu non piangi per ragazzi che non conosci a fondo. Fai piangere loro, a volte, ma mai il contrario. Deve essere per forza uno dei tuoi migliori amici: Ilary, Lucien o Fabian. Oppure il tuo ragazzo, quel Mike" continuò.

Le luci delle candele alla vaniglia e alla mela verde si stavano affievolendo, così come il fuoco nel caminetto di mattoncini di tufo, di cui rimanevano solo pochi rami carbonizzati.

"Fabian mi sta terribilmente antipatico, ma so che non è lui. Con lui ,se litighi, sei arrabbiata. Ti ricordi di tutte le volte che hai iniziato una guerra con lui? 'Quello stupido, quello stupido stupidissimo, ma perché a me?! Perché proprio a me doveva capitare la serpe più ipocrita, narcisista ed insensibile del mondo?!'. Ricordi, vero?" disse Theo cercando di imitare la mia voce (e fallendo miseramente, ma apprezzo lo sforzo).

"Non è neanche Ilary. Con lei semplicemente non litighi mai, ecco tutto. Ogni tanto torni e mi dici 'Che testona che è, la mia cornacchia', ma poi ridi e dici che sei fortunata ad averla. E non è neanche Mike, perché vi ho visti milioni di volte e andate d'amore e d'accordo. Dico sul serio, non ci posso credere che non avete mai discusso per nulla. Neanche per il ballo! È stato carino da parte sua dirti che non un problema se ci vai con un altro, anche se secondo me un po' geloso lo è" continuò Theo, ridacchiando.

Ma arrivò a conclusione presto, ed io non posso smettere di piangere.
Come vorrei essere più forte di così.

"Quella canaglia di un grifone! È Lucien Alley il colpevole, è lui! Orion, ma che ti ha fatto? Chi mai è così stupido da volerti fare del male?" disse lui, stringendomi in un caldo abbraccio. È questo che mi piace di lui, i suoi abbracci: se te li dà, sei suo amico per sempre, non importa cosa accadrà, e quegli abbracci così stretti ti fanno sentire meno solo.

Prendo fiato e spiego cosa è successo.
Non mi risparmio mille lacrime, non posso semplicemente smettere di piangere.
È tutta colpa mia, ho rovinato tutto.

"È stupido, lo sai? Tu sei fantastica, è stato proprio un gran cretino a non invitarti al ballo per primo, nonostante Mike. Sei la ragazza che tutti vorrebbero" cercò di consolarmi.
"Io volevo andare con lui, capisci? Ma io non gli sono mai piaciuta, lo sapevo, ed ho fatto un casino. Voglio sparire, fammi un incantesimo di svenimento" singhiozzo.

Lui arrossì, mi strinse un po' le mani sulle spalle

"Orion, so che sei triste e arrabbiata e quant'altro, e che forse ora non vuoi parlarne ma... se andassimo io e te al ballo insieme? Non sei obbligata ovviamente, era...tanto per dire" fece lui, imbarazzato.
Io là per là sono scioccata, non me lo aspettavo da Theo. Insomma, è pur sempre Theo, il mio fratello tasso.

"Theo, io non..." inizio, stringendomi nella vestaglia a quadri.

Lui però si alzò ed iniziò a parlare a vanvera.
"Oh, no, non importa. Davvero, non fa niente, tanto io non ci contavo così tanto, insomma, a te piace Lucien, e stai con Mike, e lo so, è stato stupid-"

"Verrò al ballo con te"

Non chiedete perché lo ho fatto, sento che è giusto così.
Non voglio farmi odiare da un altra persona, non adesso almeno. Ne ho di tempo per farmi altri nemici, qui ad Hogwarts, se non me ne sono fatti già abbastanza.
Theo mi guardò.

"Non sentirti obbligata" sussurrò lui.

Io mi avvicino a lui, ormai le mie guance sono asciutte, ho smesso di piangere.
Gli accarezzo i capelli rossicci, sono setosi e mossi. Glieli ho scombinati tante volte, ma non mi sono mai sembrati così morbidi.

"Le persone non posso obbligarmi a fare cose, lo sai. Io vengo al ballo con te perché lo voglio, non per altro"

Theo mi accompagnò verso il dormitorio femminile, ma non poté andare oltre, dato le misure di sicurezza che erano state messe per ogni ragazzo che avrebbe cercato di entrare.

"A domani" mi disse, e mi baciò.

Era un bacio dolce, tenero, semplice e senza pretese; come quelli che si scambiano gli adolescenti alle prime prese con l'amore, un amore puro e casto. Non c'erano secondi fini.

Mi sorrise e mi lasciò la sua vestaglia, calda e che profumava di lui.
Presi un respiro, e l'odore di cannella, pasta per biscotti e dentifricio alla menta mi entrarono nel naso come un vortice di serenità. Theo era anche questo, serenità.

Ma, a dire il vero, quell'odore non era neanche minimamente paragonabile a quello di erba appena tagliata, legna bruciata e Burrobirra, il suo odore.

Una lacrima solitaria mi scende sulla guancia: ho fatto un altro sbaglio.

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