47-La Cotta di Duglas Elwood

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La Sala Comune dei grifoni è inondata dal tepore della primavera, che finalmente ha iniziato a farsi sentire a piccole riprese tra l'inverno ancora rigido. So che è una falsa-primavera, che da un momento all'altro tornerà il vento, la pioggia, le strade ghiacciate ma senza neve, eppure questo odore di aria mattutina mi mette una tranquillità in corpo non indifferente.

Mi sento persino bene, nonostante tutte la situazioni che ci sono state nei mesi scorsi. Febbraio e Marzo sono stati testimoni di morte per tutti noi. Chi più, chi meno.

Questo Venerdì gli studenti di Hogwarts hanno terminato le lezioni e lo studio, e solo i folli hanno il coraggio di restare chiusi in dormitorio.

Dalla finestra della torre vedo le testoline lontane dei miei compagni mentre si rilassano con le cravatte slacciate, i pantaloni arrotolati fino ai polpacci, le ragazze senza calze, senza scarpe. Giocano a palla a volo, si dilettano con gli incantesimi, gli scacchi, Spara-schiocco. Leggono, dormono, parlano, bevono Burrobirra. 

Sono i momenti in cui anche i maghi e le streghe si godono la normalità.

Eppure nonostante gli inviti decisamente allettanti a passare il pomeriggio con loro, ho dovuto dire no. Mi hanno chiesto se stessi bene, ho detto che si, stavo bene. Mi hanno chiesto se avessi voluto che restassero con me, ho detto no. Non ho avuto il cuore di negare loro una giornata normale.

Più i mesi passano, più io mi accorgo che dovrei fare molte altre cose, godermi le cose importanti per me: la mia ragazza, i miei amici, il Quidditch, le avventure. Sono le cose che mi fanno stare bene.

Eppure sono stanco, mi ritrovo a dormire in continuazione, sto male e mi gira la testa, la febbre viene e va a suo piacimento. Madame Pomfey diceva che era influenza. Lo zio Danian diceva che la maledizione iniziava così. Io dico che l'opzione di Madame Pomfey mi piace decisamente di più.

Quindi per un giorno, un giorno solo, facciamo finta che io sia Lucien Alley, un ragazzo di Grifondoro con un po' di febbre come tutti gli altri. E come gli altri avrà un futuro davanti, un futuro glorioso e splendido. E come gli altri si preoccuperà della scuola, dei voti, degli esami, della propria vita che dipende da Hogwarts.

Rimango steso su un divanetto rosso della Sala Comune interamente avvolto da una coperta soffice, chiudendo gli occhi a più riprese. 

Non so perché ma il pensiero dei M.A.G.O., ovvero gli esami finali, mi sta mandando al manicomio: non sono assolutamente pronto.

Avrei dovuto intuirlo: aver passato i G.U.F.O. al quinto anno con Accettabili ed Oltre Ogni Previsione, senza contare uno Scadente in Trasfigurazione e un Desolante in Pozioni, doveva avvisarmi chiaramente che non sono pronto. Mai e poi mai.

Insomma, voi conoscete i voti di Ilary, Fabian ed Orion? Beh, io si, e non sono per niente confortatoti.

Ilary aveva ottenuto non solo ben 10 G.U.F.O., numero massimo, ma anche ben nove Eccezionali (ed un Accettabile in Divinazione, cosa che la mandò in bestia per settimane). La sua impresa più grande fu nel lanciare un incantesimo Erbivicus a dir poco perfetto: gli esaminatoti le portarono un germoglio di erica magica, Ilary ne ricoprì l'intera stanza con un singolo tocco di bacchetta. La pianta pensate servì persino in tè delle cinque.

Fabian aveva ottenuto Eccezionali in quasi tutte le materie, con un applauso accademico da parte degli esaminatori nel suo esame pratico di Pozioni. Il professor Barner aveva suggerito loro di chiedere alla giovane serpe di preparare una pozione di livello Avanzato anziché Facile o Medio, come è di solito richiesto agli alunni del quinto anno. La sua pozione Sputa-fuoco lasciò tutti di stucco, e l'audacia di provarla su se stesso aveva messo alla prova la sua sicurezza: le sopracciglia di tutti loro erano fumanti.

These DaysWhere stories live. Discover now