22- Orgoglio o Lealtà

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Se ad Hogwarts era scoppiata una guerra, nella mia testa è anche peggio.

Mi era stato spiegato per filo e per segno la storia di Orion e Fabian, ed ora sono molto perplesso. Se già mi ero pentito della mia vendetta, ora che era persino infondata mi faceva proprio star male.

Ero io il vero traditore.

Non perdo un secondo, perché ho il terrore che sia troppo tardi.

A sentire le voci, i due si sono rifugiati nella Sala Comune delle serpi, dove nessuno li giudica per una cosa che non avrebbero mai voluto fare.

Era la scelta più ovvia, alla fine: Grifondoro e Corvonero erano del tutto ostili, lo stesso per Tassorosso, che considerava i Serpeverde la causa della corruzione di uno di loro. A prendersi la responsabilità erano stati solo i serpenti.

Così li vedo: sono seduti sui divani di pelle nera della sala, a leggere.

Non ci volle molto prima che notarono la mia presenza, ma fu tutto inutile lo stesso.

"Io..." provo a dire, ma Orion si alzò di scatto, chiudendo il suo libro, e mi puntò il dito contro.

"Tu niente. Non dire niente: con te ho chiuso" disse, pestando i piedi a terra mentre camminava verso di me.

Continuo ad indietreggiare, finendo con le spalle al muro.

"Non sono qui per aggredirvi: so tutto. Ho sbagliato a non fidarmi di voi. Vi devo delle scuse"

"Guardami: ti sembro una che ha bisogno di scuse?!" mi disse lei, con gli occhi in tempesta.

Cerco di farle capire che sono sincero con lo sguardo, perché Orion sa leggere bene gli occhi, ma è troppo arrabbiata con me. E come darle torto? Anche io sono arrabbiato con me stesso.

"Sono stato un'idiota, mi dispiace" dico. Lei se ne andò. Non voleva neanche vedermi.

Mi giro verso Fabian, che era rimasto a braccia incrociate a guardare. "Dimmi che almeno tu mi credi. Non avrei mai voluto questo"

E lui mi guardò, impassibile, ed io già sapevo che mi avrebbe cacciato via dalla Sala Comune.

Eppure mi sorprese, ancora una volta: sorrise (non un ghigno, ma un sorriso sincero) e mi mise una mano sulla spalla.

"Siamo fratelli. Ti conosco, era l'istinto a guidarti. Con me non hai nulla di cui scusarti"

Sorrido anche io. Tra ragazzi è sempre più facile, nella nostra testa è tutto meno complicato ed ingarbugliato.

"E con Orion?" chiedo, non riuscendo a staccare gli occhi dalla porta di legno scura. Mi sembra di vedere ancora i suoi capelli mentre se ne andava verso chi sa cosa.

"Niente parole con lei: non le servono. Sono i fatti che vuole; deve sapere che di te si può fidare"

"E si fiderà?"

Fabian mi diede delle pacche sulla schiena; neanche lui poteva sapere queste cose.

"Lo ha fatto per sette anni, saprà rifarlo un'ultima volta"

È passato un giorno, ed è tutto pronto.

Non può evitarmi quando ci sono lezioni condivise, quindi aspetto che nell'aula di Storia della Magia non ci sia più nessuno. Mi siedo vicino a lei, mettendo il mento sulla mano, mentre Orion sistema i suoi libri.

"Sei proprio scemo se pensi che io abbia voglia di vederti dopo la gran cazzata che hai fatto" borbottò lei, evitando accuratamente di guardarmi.

"Ma io avevo voglia di vedere te" dico sorridendo. Non spegnerà la mia determinazione con un po' di cattiveria, ci vorrà ben altro.

These DaysWhere stories live. Discover now