38- La Prima Volta

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Non capisco proprio dove possa essere andato quello sciagurato.

Domani è il giorno di San Valentino, festa degli innamorati, e Fabian mi ha lasciato un bigliettino in camera con su scritto di farmi trovare davanti alla Sala Comune delle serpi, la sera tardi quando la luce delle fiaccole si assopisce e le stelle brillano in cielo (testuali parole).

Sa troppo bene che sono curiosa, e che mai e poi mai mi perderei una sfida del genere.

Così ho aspettato il tramonto e poi la notte, per sgattaiolare via dal mio letto caldo e soffice. Mi sono messa un grosso maglione azzurro sopra i pantaloni corti del pigiama, i calzini tutti stropicciati nelle ballerine che non usavo da una vita, comode e facili da sfilare.

Sono fuggita ed ora aspetto. A dire il vero, sto aspettando da un bel po': le ore passano in maniera strana la notte; specialmente durante una attesa, con il freddo sulle gambe ed una luce soffusa come unica compagnia.

Ma dove è finito Fabian?

Sono stufa, ho freddo! Certo che questo Febbraio non vuole proprio portarmi un po' di tepore... beh, se non lo farà lui, ci penserò io!

Mi alzo stizzita, puntando la bacchetta luminosa verso i serpenti di pietra.

"Mirabilis" dico, perché è la parola d'ordine di questo mese.

La porta si schiuse, lasciandomi entrare silenziosa.

Regna un gran buio nella Sala Comune, reso ancora più cupo dalle luci fredde delle fiamme dai riflessi verdastri, che si riflettevano sulla vetrata che dava alle acque torbide del lago e sulle alghe che crescevano tra i mattoni di pietra, protetti dagli arazzi di inestimabile valore, ritraenti maghi e streghe dormienti.

"Fabian? Fabian!" dico; prima bassa voce, per poi passare ad un tono normale.

Sbucarono dai divani i ragazzi di Serpeverde, gli sguardi persi.

Erano seduti rilassatamente o sdraiati, le mani penzolanti che stringevano bicchieri di vetro colorato. Non vi sto neanche a dire che cosa contenevano: le bottiglie di rum di ribes rosso mica lasciano all'immaginazione. Con loro, ragazzi di altri anni se ne stavano nella stessa condizione, sorpresi nel vedere una Corvonero.

Credo di aver interrotto una specie di circolo segreto di serpi, ma ora come ora non posso più tirarmi indietro.

"Smettila di urlare, per favore! Fabian arriverà, è uscito" disse una serpe, evidentemente frastornata da tutto quell'alcol. Il suo viso non mi diceva nulla, come molti di quelli che erano seduti li.

"Dove?" dico svelta. Il modo in cui le ombre si riflettevano sui loro visi non mi piace, il pavimento è così freddo da lasciarmi i brividi attraverso le scarpe, lungo tutte le gambe.

Jonathan Winchester fece una risata, inclinando il capo. "E chi lo sa! Magari è andato a divertirsi, come ai vecchi tempi: ora il caro Valentine è molto più noioso"

"Colpa tua, immagino. Una cornacchia come te non poteva che portare la nostra serpe alla solita noia perfettina dei Corvonero" aggiunse Ottavian Murray, serpe che davvero non sopporto: era stata colpa sua e dei suoi incantesimi che era successo il casino dello sgabuzzino, molti mesi prima; casino che aveva rischiato di dividere me ed i ragazzi per sempre.

"Lo aspetterò fuori" dico, ma vengo contraddetta subito.

"No" mi fa Murray, il suo tono è duro come la pietra. Lo guardo a lungo altrettanto duramente; forse capirà che io non accetto comandi da una serpe ubriaca marcia.

"Fuori fa freddo" disse uno dei ragazzi, sembrava tra i più piccoli del gruppo; "Fabian ci ucciderebbe se lasciassimo che la sua ragazza si prendesse un malanno per colpa nostra"

These DaysTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang