46- Vecchie Storie Segrete

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Il Dormitorio femminile del settimo anno delle Corvonero era un tripudio di colori; non perché lo fosse sempre stato, ma perché un certo tasso di nome Orion Storm aveva lanciato un incantesimo cambia-colore sulle pareti.

Io, Shannon e Grace ridevamo con lei, godendoci la serata. L'incantesimo svanì, ma non il nostro buon umore.

"Finalmente un po' di tempo per noi ragazze!" esclamo io, agitando le mani in aria per lasciar asciugare l'henné bianco. Tracciava lunghi ghirigori lungo tutte le mani, risultava nitido sulla pelle scura.

Avevamo deciso da poco di meritarci del tempo solo per noi ragazze, mentre i nostri fidanzati scorrazzavano per il castello a fare chi sa che cosa. Roba da ragazzi, probabilmente.

"Chi li sopportava più quei ragazzi!" fece Grace con una boccaccia. I lacci fissavano i capelli in boccoli stretti sulla nuca, lo smalto bianco di stava lentamente asciugando.

"Sempre in mezzo, con le loro cose da maschi, i modi da maschi... beah!" disse Shannon, buffa sotto la maschera all'argilla rosa che piano piano si stava seccando sul suo viso abbronzato.

"Sono come i bambini! Come dei bambini bisognosi di coccole e affetto!" rido di nuovo io.

"Tranne quando hanno quei picchi di ormoni, si intende..." disse sotto i baffi Grace; Orion non potette non commentare, sdraiandosi su uno dei nostri letti con aria disinvolta. Le due trecce si sparpagliarono sul cuscino.

"Assolutamente d'accordo: sono buoni a fare una cosa sola, se sapete cosa intendo"

Ridemmo con lei, le guance si arrossarono leggermente.

La serata continuò come una serata normale: Shannon, aiutata da Orion, ci insegnò a fare un pigiama party alla maniera babbana. Ci facemmo le maschere a vicenda, impreziosite da ingredienti magici, mettemmo smalti colorati a mani e piedi, acconciammo i capelli con i nastri ed i ferri caldi, mangiammo biscotti cucinati da Theo Paul e bevemmo Burrobirra, raccontammo storie, segreti.

"Siamo tra ragazze, raccontiamoci storie sui nostri bei ragazzi" decidemmo insieme, sorridenti e stupide data l'ora tarda. Più l'orologio ticchetta, più noi perdevamo la lucidità.

"Orion, come è stato... insomma, con Lucien?" disse Grace, sorridendo maliziosamente dietro i boccoli appena sciolti.

"Merlino!" esclamo io, arrossendo vigorosamente.

"Ilary, cosa vuoi! Tuo fratello è tra i ragazzi più belli di tutta Hogwarts, molte ragazze darebbero la loro vita per farsi stringere da lui. E poi non sono mai stata con un grifone" si giustificò McQueen, aiutata dalle risate di Shannon e Orion.

Il tasso iniziò a raccontare senza che io abbia espresso pienamente il mio disgusto.

"È stata una nottata che non scorderò mai. Era come se fosse destino: mi ha portata nella Foresta Proibita, o forse sono io che ho portato lui... insomma, era come se ci leggessimo nella mente. Lui era in me, come io ero in lui, ma non fisicamente. Non ancora"

"Che cosa romantica..." sospirò Shannon, ma Orion la riportò alla realtà.

"E assolutamente eccitante: come fanno l'amore i grifoni non lo fa nessuno. E poi Lucien..."

"Ma ti prego, smettila! Non ci posso pensare!" interrompo, tappandomi le orecchie. Sentire parlare di mio fratello in questo modo mi mette terribilmente a disagio, Merlino: lui per me è solo Lucien, il mio gemello imbranato, protettivo, sorridente, patito di duelli e Quidditch. Certamente nella mia testa non è mai stato preso in considerazione una immagine di un Lucien attraente, bravo baciatore, dalle braccia accoglienti e altro.

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