Il divanetto di Dewey

79 8 3
                                    

"Oggi arrivo a casa un po' più presto. Verso le sei..." la avvisò Dewey per telefono.

"Va bene. Ti aspetto."

Lapis posò la cornetta del telefono, e si sedette sul divanetto di pelle del soggiorno; aprì uno dei romanzucoli che leggeva e si immerse nella lettura. Non per molto tempo però, poichè qualcuno suonò il campanello.

Sarà stata di nuovo Peridot. Sbuffò. Certo che Peridot non si arrendeva mai, eh. Lapis pensava di esser stata chiara, dicendogli di non volerla più vedere. Che fosse la verità o no, era una altra questione.

Decise che allora doveva esserlo ancora di più, chiara.

Andò dvanti alla porta s'ingresso e l'aprì, cominciando a dire:

"Non ho la minima intenzione di perdon-... ah sei tu."

Infatti non era Peridot, bensì Perla, che era tornata nuovamente dopo pochissimi giorni. Non che l'idea di incontrare Perla le andasse a genio, ma almeno non veniva lì per persuaderla a tornare al fienile.

"Ciao Lapislazzuli. Posso entrare?"

Lazzuli acconsentì e la riaccompagnò al soggiorno.

Si accomodarono sui divanetti, una di fronte all'altra. Sul tavolo c'era ancora quel libretto da quattro soldi e, mentre ciò non sembrava infastidire Lapis, la scritta "After" fece incrociare le gambe a Perla, evidentemente a disagio.

Dopo un paio di secondi, Lapis disse:

"Tra poco Bill arriva. Ma se vuoi possiamo stare qui tutta la sera in silenzio, mentre disprezzi le mie letture superficiali."

Perla allora distolse lo sguardo da quell'insulto alla lettura, e si riprese.

"Ho capito, vado dritta al sodo. Tu hai intenzione di metterti con Jasper?"

Lapis lanciò uno sguardo alla porta del soggiorno, come per assicurarsi che non la sentisse nessuno.

"Forse."

Perla intrecciò le dita dall'ansia. Stava riflettendo su che tasti toccare.

Lazzuli non capiva il perché fosse venuta, non le sembrava entusiasta di passare il tempo con lei. Ma veramente non capiva neanche il perché lei stessa avesse accettato di incontrarla.

"Posso sapere il perché, almeno di questa tua indecisione. Voglio dire, cosa c'è in lei?"

"Boh."

Perla esitò, pensando che forse non sarebbe stato il caso di ritornare nell'argomento. Però poi si decise:

"Vuoi ritornare a fonderti in Malachite?"

"No."

"Vuoi lasciare Dewey?"

"Forse."

"Allora cosa c'è che ti potrebbe piacere in lei?"

"Boh."

Perla intrecciò le dita, ma questa volta dal nervoso.

"Lapislazzuli, si può sapere perchè hai accettato, se ora mi tratti con freddezza rispondendo a monosillabi?"

"Non lo so. E tu?" rispose con aria strafottente.

"Bah, io sono venuta perchè me l'ha chiesto Steven."

Esitò un attimo prima di aggiungere:

"E perchè voi sareste la coppia veramente più malsana mai esistita."

Lapis cambiò la sua posizione, innervosita. Era vero quello che diceva Perla, ma non le piaceva che cominciasse a spuntare sentenze.

"Potrei sapere il perchè?" chiese con finta noncuranza.

"Perchè sei autodistruttiva. E lei non farebbe che peggiorare la tua situazione. Senza contare che dopo Malachite, questa situazione sembrerebbe proprio tipica della sindrome di Stoccolma..."

Mentre lo sfoggiare cultura sembrava sembrava rilassare la gemma bianca, ottenne un effetto opposto su Lapis, che si innervosì:

"Sindrome di Stoccolma, dici?"

"Sì, quando una persona si innamora del proprio aguzzino. è piuttosto malsano, ma anche tipico tra le persone autodistruttive." affermò, con saccenteria.

"Io non ho distrutto proprio niente!"

"Ah sì? E quando sei fuggita dal fienile? E ora forse non stai facendo lo stesso con la tua vita coll'ex sindaco?"

Lapis si infuriò:

"Ma che ne sai tu di questa storia?!  Come osi giudicarmi?!"

"Io non ti sto giudicando, ti sto descrivendo." appuntò Perla, sottolineando l'ultima parola con un gesto della mano.

Lapis la guardò coll'odio negli occhi.

"Dal tuo sguardo e dalla tua assenza di argomentazione, deduco che ho ragione. Come vedi, so di cosa parlo. Se puoi scusarmi, ora..." detto ciò, Perla si alzò, con un sorrisetto di superiorità, e le voltò le spalle. Ma non fece in tempo ad allontanarsi molto, che una sfuriata di Lapis la sorprese.

"Sai di cosa parli, certo che lo sai! Ti sei innamorata della tua padrona, poi hai dedicato gli ultimi anni della tua vita a chi ti ha portato via Rose! Come li chiameresti questi, se non Sindrome di Stoccolma e comportamenti autodistruttivi?"

Perla si voltò con uno sguardo assassino negli occhi. Sembrava quasi sul punto di attaccarla, quando sibilò:

"Questo è troppo."

Si avvicinò alla porta con furia, e afferrò la maniglia e la abbassò.

Allora si voltò per dare un'occhiata all'indietro, e l'odio che aveva dentro gli occhi si spense.

Trash universeWhere stories live. Discover now