Capitolo 47 pt 1

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-Bella festa Ginny, complimenti!- dice una ragazza in corridoio, vicino agli armadietti.

Vedo Ginny fare un cenno con la testa sorridendo, contenta che la festa sia stata un tale successo.

Alla fine, mi sono lasciata andare e mi sono divertita, come non facevo da un po' di tempo, soprattutto dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni.

-Sapevo che sarebbe stata una bomba, in più al Ray, non poteva che essere fantastica- dice contenta la mora, saltellando in corridoio.

Ma la sua felicità trova ben presto fine, non appena Sydney Morrison si palesa davanti a noi, in uniforme da chearleader, guardandoci con il suo solito cipiglio malefico.

La scuola è cominciata da poco e lei è già riuscita ad avere la stessa popolarità, se non di più, di Tiffany.

-Ross, amica di Ross. Bella la festicciola che avete organizzato, mi hanno detto grandi cose a proposito. Mi spiace essermela persa, ma sapete, ero a rilassarmi nel meraviglioso Trappeur's Crossing Resort a due ore e mezza a nord da qui, non so se avete presente- dice sognante la bionda ossigenata.

-Non abbiamo sentito la tua mancanza, tranquilla- rispondo subito, con un sorrisetto di circostanza, cercando di farla irritare.

Non ho paura di una finta bionda, chearleader e a capo del ballo studentesco.

Avrà molta popolarità, certo, ma anche la mia è arrivata a una quota più che rispettabile.

-Beh, io invece ci terrei se veniste alla mia, nella mia villa, questo fine settimana, un po' come festeggiamento per l'inizio della scuola- dice, cercando di non apparire irritata dalla mia risposta di poco fa.

-Ci penseremo e ti faremo sapere- risponde Ginny, di fianco a me, in maniera secca, per poi prendermi la mano e sorpassarla, senza nemmeno salutare.

passato l'angolo del corridoio, scoppiamo a ridere di gusto, per la scena appena capitata.

-Sul serio, sei stata fenomenale- mi dice l'italiana, continuando a ridere a crepa pelle.

Non riesco proprio a fermarmi, la faccia di Sydney, la scena e tutto il contesto, mi stanno davvero facendo morire.

-Meglio se ora andiamo in classe, prima di beccarci un ritardo- dice, dopo essersi ripresa la mia amica.

Decido di annuire semplicemente, perché conoscendomi, scoppierei nuovamente a ridere, seguendola verso l'aula di chimica.

Le ore passano velocemente e ben presto, mi ritrovo nel negozio di mio zio, alla cassa, con il libro di letteratura davanti, che cerco di studiare.

Non è una giornata troppo movimentata, per fortuna e posso studiare in santa pace, per poi poter andare ad allenamento, appena finisce il mio turno.

Ma proprio quando inizio a memorizzare certe date ed alcuni stili dell'epoca vittoriana, sento il campanello della porta suonare.

-Buongiorno, come posso aiutar...- ma non appena alzo gli occhi dal libro, davanti a me vedo Joachim, ancora un po' segnato da alcuni lividi.

-Che ci fai qui?- chiedo dura, ringraziando che tra di noi ci sia un bancone.

-Non siete più venuti in ospedale tu e Jonah, così ho deciso di venirvi a ringraziare io, si, insomma, per aver chiamato mia madre e averla aspettata- dice, leggermente imbarazzato.

-Non siamo tutti come te, non diamo addosso alle persone che abbiamo deluso, cerchiamo solo di ignorarle. L'incidente è stato piuttosto grave, le ferite anche, non ti avremmo mollato in ospedale da solo.- dico, ancora dura e severa, mentre vedo il ragazzo farsi serio in faccia.

Fango, Ruote e AmoreWo Geschichten leben. Entdecke jetzt