Capitolo 14

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-Ti prego Sunny- inizia a dire Ginny, seguendomi per l'appartamento, mentre io alzo gli occhi al cielo e sbuffo spazientita.
Non voglio andare alla festa del Tiger sta sera, per quanto sia venerdì io domani devo partire per le selezioni, perché si, Max mi ha voluta portare e mi ha detto che ci possiamo provare.
-Ginny, domani mattina presto parto con Derek e Roy per le selettive, non ho voglia di uscire- le ripeto, per l'ennesima volta oggi pomeriggio.
-Ti prego! Poi dobbiamo festeggiare per te e il tuo meraviglioso risultato- dice sorridente, fermandosi in mezzo al soggiorno, guardandomi mentre metto via i miei libri.
Mi mette soggezione quando si ferma in quella maniera a guardarmi. Con i suoi occhi enormi che mi guardano, non ostante veda che sono pieni di felicità, la cosa mi inquieta comunque.
-Non voglio festeggiare, potrebbe portare male- dico sbrigativa, portandomi i libri al petto e tornando in camera mia, sempre seguita dalla mora.
-Non dire stronzate, festeggiare solo per il fatto che tu possa partecipare, non ostante l'incidente ti farà svagare- dice, incrociando le braccia e guardandomi in camera nostra che metto via le mie cose.
Sbuffo nuovamente, sono stanca e non voglio uscire sta sera, voglio riposarmi dopo una settimana abbastanza pesante e dopo un allenamento piuttosto impegnativo.
-Domani mattina devo anche andare a prendere presto la moto da Michael, non posso proprio venire- dico, guardando ancora la mia cartella in cui ripongo i libri.
-Ma se ci va Max!- dice dal corridoio Derek, che deve essere appena entrato.
Ecco, fantastico, mi ci mancava lui che desse corda a Ginny, per non scollarmela più.
-Per fortuna, anche se non avrei mai pensato di dirlo, è arrivato Derek nel momento giusto- dice ridacchiando la mora guardandomi.
Sono fottuta, letteralmente, dovrò andare alla festa del Tiger.
Vedo una figura scusa passare dietro a Ginny e andare in bagno, credo sia appena tornato da allenamento.
-Che c'è ragazzina? Non sai divertirti?- chiede poi, affacciandosi a torso nudo nella mia camera, cosa che mi fa deglutire rumorosamente, forse fin troppo e che fa sorridere il moro.
-Certo che so divertirmi- dico irritata, cercando di trovare la concentrazione perdita.
-Davvero? Non si direbbe! Verranno tutti, cosa vuoi fare a casa da sola? Vieni!- dice, per poi tornare verso il bagno da cui è arrivato.
Io alzo nuovamente gli occhi al cielo e mi butto sul mio letto con un verso frustrato.
-Non ne ho voglia- dico ad alta voce, così che possano sentirmi sia Ginny che Derek.
-Sei noiosa- risponde dal bagno il ragazzo, facendomi irritare.
Io non sono noiosa, solo sono molto stanca, è una cosa ben diversa, che forse lui non conosce.
-Non sono noiosa- dico, facendogli il verso, cosa che lo fa semplicemente ridere.
Quel ragazzo è impossibile da offendere, tranne per i suoi momenti in cui schizza di testa, in quei momenti lì vorresti capire cosa pensa e perché se ne vada senza salutare e improvvisamente, sembrando offeso dalla situazione.
Guardo il soffitto bianco e più lo fisso, più mi rendo conto che in parte ha ragione, stare a casa da sola non mi è mai piaciuta, mi ha sempre messo ansia, non posso non uscire con loro, soprattutto se sarò da sola e non riuscirei a dormire.
-Muovi il culo con quella doccia, che poi devo farmela io- dico, con voce fredda urlando, così che mi senta.
-Agli ordini ragazzina- dice ridacchiando e sento aprire l'acqua della doccia.
Inconsciamente sorrido anche io, dopotutto, vivere sotto lo stesso tetto con loro non è poi così male.

                               ***

Saliamo in macchina io e Ginny, Derek ha detto di voler venire in moto perché è di turno sta notte per la festa.
I ragazzi non sono rientrati oggi, ma Roy aveva il cambio al lavoro, così come Jack e Mark.
Tom era in università, credo che anche lui abbia avuto con sé il cambio.
Mio fratello e Robert sono passati da Becca per venire poi tutti insieme.
-Ginny, come mai sei venuta qui dall'Italia?- chiedo improvvisamente, era da un po' che me lo stavo chiedendo. Non credo sia solo per studiare alle superiori, almeno, questa è la mia sensazione.
-Diciamo che in casa mia si stava un po' stretti, come metodo di pensiero e atteggiamento da parte dei miei genitori.
Quindi prima è venuto via Tom e poco dopo l'ho raggiunto- dice, sempre sorridente con i suoi capelli sciolti.
-Oh, ok. E ti trovi bene qui?- chiedo, giusto per fare un po' di conversazione e poi sono felice di poterla conoscere un po' di più.
-Si, molto bene. Poi con i ragazzi mi sono sempre divertita e sono onesta, non mi manca tanto casa.
Non avevo molti amici, più di tutto la famiglia- dice, guardandomi e sorridendo, tamburellando le mani sul volante.
Io ci penso e capisco che invece per me è sempre stato il contrario.
Ho sempre avuto dalla mia parte Jonah, Daisy e Damian, certo anche mia madre, ma era una famiglia divisa a metà. Fatta di perenni scontri e malumori.
Scrollo la testa, notando che la mora sta facendo manovra e sta parcheggiando.
Apro la portiera, prendendo semplicemente il mio telefono, che darò a mio fratello, non avendo portato una borsa. Alcune volte penso davvero di essere molto astuta, dimenticandomi spesso un sacco di cose a casa. 
Scendo sui trampoli che mi ha fatto mettere Ginny, plateau neri lucidi, con dei jeans scuri e attillati e un semplice top, con sopra una giacca di pelle nera.
Capelli sciolti e fin troppo lunghi, arrivandomi sotto il seno, penso che dovrei tagliarli.
Appena sono in equilibrio, mi affretto a seguire la mia amica che sta già andando verso l'entrata del locale.
Da fuori c'è scritto Tiger, tutto in arancione nero a strisce, con poi il disegno di quattro artigli alla fine.
Sembra un locale moderno e anche molto costoso, di quelli che se non hai l'invito o non sei nessuno, per entrarci devi sganciare un bel po' di soldi.
Vedo la mora avvicinarsi convinta a un bodyguard, mentre io la guardo di sottecchi non molto convinta.
Credo che ci farà mandare via in malo modo, perché non abbiamo nulla per poter entrare, lei non ha in mano nessun invito.
Sento la prosecuzione salirmi e deglutisco rumorosamente.
Cerco di tirare fuori uno dei miei migliori sorrisi e appena siamo davanti all'uomo enorme, lascio che la mia amica parli.
-Ciao Jeff, come va sta sera?- chiede contenta e vedo l'uomo sorriderle in maniera amichevole.
-Oh tutto bene, solito casino e solite persone che cercano di imbucarsi! Tom è già dentro con gli altri, prego entrate- dice, togliendo il classico nastro rosso sui paletti dorati, permettendoci di entrare.
La ragazza saluta con un cenno l'uomo che ricambia e io faccio lo stesso.
Mi avvicino poi a Ginny, per cercare di capire cosa sia appena successo.
Come fa a conoscere quell'uomo?
-Scusa? Come fai a conoscere Jeff?- chiedo, alzando la voce visto che la musica è abbastanza alta e non siamo nemmeno arrivati nella stanza in cui c'è la festa.
-Oh, semplice, ho lavorato qui qualche mese e come dipendente potevo entrare sempre, adesso la cosa è rimasta, anche perché sono amica di Derek- dice, strizzandomi l'occhio e io non riesco a capire.
Per quanto Derek possa lavorare anche lui qui, non c'entra che lei possa entrare senza invito, ma appena cerco di chiederle maggiori informazioni, ci affacciamo sulla stanza totalmente nera, non si distingue nulla e vedo semplicemente tanti colori sparati tutti nella stanza e sulle pareti.
Mentre vedo un enorme bancone nel centro e dei barman all'interno che fanno roteare delle bottiglie e alcuni che ci provano con le ragazze.
Sento ad un certo punto, la mia mano che viene presa e tirata in mezzo ai corpi sudati che stanno ballando, si stringe di più, sicura di non perdermi, mentre io cerco di farmi spazio tra quei corpi.
Con i tacchi non è facilissimo ma Ginny sembra essere molto sicura di dove stia andando, finché non mi rendo conto che si sta avvicinando a una parete della stanza, dove ci sono delle scale e nemmeno qui mi lascia la mano, facendomele salire con una certa lena.
Arriviamo in cima e vedo tanti divanetti e tavolini al centro con molte persone vestite da sera che ballano e si godono la serata dall'alto.
Anche qui, prima di arrivare alla zona c'è un bodyguard di colore, dalle spalle enormi che ci punta uno sguardo da prima duro e impassibile, per poi anche lui sorridere alla mora e permetterle di entrare nella zona.
Io continuo a seguirla, in parte confusa e esterrefatta da quanto un posto possa essere così grande, non credo di esserci mai stata.
Arriviamo a un tavolino e vedo i ragazzi , stanno bevendo qualche cocktail e noto Becca ridere con mio fratello, Tom, Jack e Mark fare movimenti imbarazzanti che credo dovrebbero ricondurre al loro modo di ballare e la cosa mi fa ridacchiare.
Non vedo Derek, ma suppongo che arriverà presto, ma noto Robert e Roy che seduti, stanno parlando tra di loro.
Ginny decide di andare da suo fratello, per cercare di capire quanto sia ubriaco e io mi limito ad avvicinarmi ai due ragazzi che stanno parlando.
-Ehi Sunny, sei venuta alla fine- dice contento il biondo, sorridendo.
Io annuisco, continuando a guardarmi intorno.
-Bello qui, vero?- dice sorridente Roy, guardandosi anche lui intorno.
-Molto, non immaginavo sinceramente- dico, ancora sopraffatta dalla grandezza e dalla quantità di persone.
-Beh, il Tiger non è un locale alla portata di tutti e poi, c'è un segreto, della tigre non puoi mai parlare, ciò che succede qui puoi stare certa che non uscirà da queste mura- dice serio Roy, guardandomi in maniera molto intensa, per poi mettersi a ridere all'improvviso.
Io sorrido, ma non nego che l'intensità con cui mi ha guardato mi ha messo davvero in allarme.
-Stavo scherzando, ma avresti dovuto vedere la tua faccia- dice, tenendosi la pancia, seguito da Robert che ridacchia, sorseggiando il suo drink.
Se devo essere sincera, non mi è piaciuta la battuta, mi ha davvero messa molto in ansia, così porto le mani sotto il seno e mi alzo, andando a cercare dove possa essere qui il bar, così mi avvio nella direzione da dove sono arrivata, magari se chiedo spiegazioni all'enorme uomo all'entrata, lui saprà dirmi.
Mi arriva un messaggio da Daisy, che dice di chiamarla l'indomani per sapere a che ora farsi trovare pronta e io mi affretto a risponderle, quando vado a scontrarmi contro qualcuno, alzo la testa e vedo Derek che si sta sistemando il braccio per la botta.
-Stai attenta ragazzina- dice, quasi ringhiando.
Ed ecco a voi il bipolarismo di Derek, chi più ne abbia ne metta.  Ormai l'ho visto quasi in tutti i modi, almeno credo.
-Anche tu idiota- dico ringhiando di rimando e tornando per la mia strada, senza aspettare nessuna risposta.
-Dove staresti andando? - mi chiede subito dopo, sentendolo che mi segue.
- A cercare un bar- dico, scrollando le spalle e avvicinandomi di più alle scale.
-Ma tu non hai l'età per bere- mi dice, ormai di fianco a me alzando un sopracciglio.
Io sbuffo sonoramente alzando gli occhi al cielo. Ha dannatamente ragione ma posso sempre chiedere a un bel ragazzo di prendere da bere per me, basta che abbia più di ventun anni.
-Nemmeno tu, se è per questo- dico spazientita, continuando ad avvicinarmi al bodyguard, ma proprio in quel momento mi sento presa per un braccio e girata di scatto.
-Io ho Mark o Robert che possono aiutarmi a prenderlo- sorride divertito, incrociando le braccia.
-E con questo? Anche io ho i miei metodi per prendere da bere- dico, portando le mani sui fianchi e lo vedo guardare un attimo tutta la mia figura, dal basso verso l'alto e inumidirsi le labbra.
I suoi occhi sembrano farsi interessati mentre mi studia.
-Hai finito di guardare?- chiedo nervosa, portando il peso su una gamba e incrociando le braccia sotto al seno.
-Si, credo di sì. Stai molto bene vestita così ragazzina- dice, sorridendo ma sta volta in maniera maliziosa, cosa che mi fa rigirare sdegnata e tornare al mio obiettivo, chiedere del bar.
-Eddai, adesso che ho detto?- chiede, inseguendomi e io sbuffo.
Non ho voglia di averlo in mezzo alle palle, vorrei passare almeno una bella serata, iniziando con l'andare a prendere da bere.
-Nulla, la tua presenza mi irrita- dico semplicemente, scrollando le spalle con disattenzione.
Lo vedo guardarmi con uno sguardo ferito, naturalmente finto e portarsi le mani al cuore, come se fosse stato colpito tremendamente dalle mie parole.
-Vacci piano con i miei sentimenti- dice, fermandosi, ma io continuo senza degnarlo di uno sguardo. Prima o poi troverà una bella ragazza da inseguire.
-Facciamo così, io ti dico dove è il bar, chiamiamo Mark e gli chiediamo di venire a procurarci del rum e della tequila.
Poi facciamo un gioco- dice, dopo essere ritornato al mio fianco.
Ma non molla proprio sto ragazzo, Dio che ansia che è.
Va bene, credo che farò questo gioco, dopo almeno sarà così ubriaco da non ricordarsi nemmeno come sia andata la serata.
-Se indoviniamo, non beve nessuno, se perdiamo, chi ha perso beve- dice tutto soddisfatto.
Va bene, è un gioco infantile ma si può fare, così mi limito ad annuire e seguo il moro che mi porta verso il bar, che è tutto dall'altra parte di dove stavamo andando.
Nell'intanto chiamiamo Mark, che senza fare domande viene a prendere le due bottiglie.
Dopo averle prese ci rechiamo in una parte del privè piuttosto isolata e iniziano a fare gli shottini.
Guardo Derek, estremamente concentrato, con la lingua fra i denti che fa le dosi di dodici bicchieri di shottini, metà di rum e metà di tequila.
La sua espressione in questo momento mi sembra quella di un bambino e la cosa mi fa sorridere, sembra si stia impegnando e anche divertendo. È una parte che non conoscevo affatto di questo ragazzo.
-Comincio io- dice, posando la bottiglia di rum.
Speriamo in bene, anche perché non conosco davvero nulla di lui.
-Colore preferito- dice e io mi soffermo a studiare se ho visto qualche preferenza negli indumenti ma nulla, non mi viene in mente.
-Blu?- chiedo e lui nega con la testa, così mi tocca bere il primo shottino, decido tequila.
Sento il liquido scendere in gola e in parte bruciare, ma il gusto della tequila a me è sempre piaciuto.
Ora tocca a me e penso a una domanda abbastanza difficile.
-animale preferito- non ci azzeccherà mai, lo so già. Lo vedo fare una faccia confusa e iniziare a pensare.
-Cavallo- dice e io nego con la testa e lo vedo prendere uno shottino di rum, per ora siamo uno pari e il gioco non mi sta nemmeno dispiacendo.
-Marca preferita di vestiti- dice, guardandomi e sogghignando.
Marca di vestiti che potrebbero piacere a un ragazzo, beh c'è ne sono molti, anche questa è difficile.
-Dolce & Gabbana- dico sicura di me, ma lo vedo scuotere la testa ridendo.
Così, prendo lo shottino di rum e butto indietro la testa di colpo.
Guardo il ragazzo nei suoi spettacolari occhi e poi, penso alla mia vendetta.
-Scarpe da ginnastica preferite- dico, alzando un sopracciglio e guardandolo pensare.
-Puma- dice e io nego con la testa, facendogli segno del shottino di tequila e lui annuisce, per poi berlo.

Continuiamo così con ancora qualche shottino, tra una risata e un altra.
Inizio a sentire la testa girare vorticosamente e ridere a prescindere a qualsiasi parola mi stia dicendo il ragazzo davanti a me e anche lui ride, parecchio.
Io non riesco davvero a smettere e inizio a pensare a quanto sia bello sentirsi in calma e positività con se stessi, perché non bevo più spesso? Perché non cerco questo senso di beatitudine che non ho da tempo.
Provo ad ad alzarmi ma con scarsi risultati, ogni volta che mi tiro su, mi sbilancio o in avanti o indietro e continuo a ridere.
Ma all'improvviso mi sento sollevata da terra e a contatto con qualcosa di muscoloso e caldo.
Mi giro e trovo un viso che mi sembra conoscere, ha dei capelli scuri e guarda arrabbiato davanti a me, così riguardo il ragazzo con la quale stavo ridendo e lo vedo smettere subito, mettendosi composto e cercando di assumere un po' di serietà.
-Non avresti nemmeno l'età per bere e domani partiamo! Possibile che devi fare sempre di testa tua? Ma poi, perché coinvolgere anche lei?- chiede, ringhiando all'improvviso verso il ragazzo seduto, che si sta passando una mano fra i capelli.
-Lei ha detto di sì, ha un età per pensare da sola e sapere se si sta cacciando nei guai o meno- dice di rimando, sorridendo.
-Quando si tratta di te, anche un santo si ficcherebbe nei guai. Con quel viso da angelo del cazzo che ti ritrovi- dice di nuovo chi mi sta tenendo in braccio, ma sto sul serio iniziando ad avere molto sonno, le palpebre mi si stanno per chiudere.
Decido che mentre loro battibeccano, io mi addormento un attimo, tanto ne avranno ancora per un po'.
-Roy! Roy! Si sta addormentando- dice una voce roca e armoniosa, ma la sento ormai lontana.
-No!No!No! Sunny resta sveglia, non dormire!- dice qualcun'altro, ha una voce più gentile e meno roca ma profonda.
Io non capisco, perché non dovrei dormire? Ho sonno.
Così, lascio che Morfeo mi prenda con sé nel mondo dei sogni, anche perché, non c'è la stavo facendo davvero più.

Buonasera a tutti, come state? So che c'è voluto un po' di tempo per questo aggiornamento, ma sono stra impegnata tra scuola e famiglia, quindi spero mi perdonerete.
Soprattutto, non sono mai contenta di cosa scrivo, quindi questo capitolo è stato pure rifatto da capo, più di una volta.
Spero vi piaccia e che dire, forse hanno alzato un po' il gomito ma sono giovani, pieni di problemi, che vuoi farci? (Scusate la citazione momentanea di Mostro)
Comunque, fatemi sapere come al solito cosa ne pensate e se vi è piaciuto. Un grazie, come sempre, per seguire la mia storia e mi scuso se ci sono degli errori.
A presto, Clara

Fango, Ruote e AmoreWhere stories live. Discover now