Capitolo 4

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-Sunny, sicura che non vuoi parlarne?- mi chiede la mia migliora amica davanti a scuola.
Ebbene sì, è lunedì e io sono rimasta chiusa in casa tutto il weekend.
Jonah ha cercato di parlare con nostro padre ma niente da fare, è stato irremovibile sul fatto della mia punizione.
Per fortuna non mi ha tolto gli allenamenti a quanto pare.
-No Daisy, tranquilla, grazie dell'interessamento- tiro un sorriso stanco e falso sulle mie labbra, solo per rassicurare la mia amica.
La vedo amareggiata per la mia risposta e mi spiace, ma non è davvero voglia in questo momento.
Vado dal mio armadietto, prendo il libro di letteratura e mi avvio verso la prima ora di lezione, ma vengo subito affiancata da mio fratello.
-Sunny, oggi hai da fare?- chiede, con il suo solito sorriso sulle labbra. Devo essere sincera, mi inquieta il fatto che non abbiamo litigato per la storia del casco, ma credo che stia cercando un modo per vendicarsi.
-Vado ad allenarmi, perché? - chiedo, alzando semplicemente le spalle.
-Perché mi servirebbe un favore- dice.
-Di che genere?- chiedo, alzando un sopracciglio curiosa.
-Dovresti dire a papà che sono venuto alla pista, ma in realtà sono a far provare la moto a Tiffany e a delle sue amiche, beh se va tutto come penso, ti lascio immaginare a cosa punto...- dice con voce maliziosa e io faccio una faccia al quanto schifata.
-Non voglio sapere i dettagli della tua relazione con Tiffany, ma va bene, ti coprirò, evita solo di farti male prima delle selezioni.- dico, per poi entrare nella mia classe.
Passano tre ore, finalmente intervallo, passo nei corridoi dove tutti gli studenti della Isaac Newton High School of Denver sono riversati.
Sembra quasi impossibile camminare ma, per due scriciole come me e Daisy non e difficile evitare colpi e spintoni.
Arrivo dal mio armadietto e cambio i libri.
-Quanto pensi che durerà la tua punizione?- mi chiede la mora e io mi appoggio con la testa contro il metallo freddo dell'armadietto.
-Non lo so, ma spero non tanto- dico, sospirando affranta subito dopo.
-Dai, passerà anche questa, ne sono sicura- dice sorridente e battendomi una pacca sulla spalla, mentre io rialzo la testa al suono della campanella.
Annuisco semplicemente non sapendo cosa replicare.
Passano altre tre ore e finalmente abbiamo finito questa giornata scolastica. Passo dal mio armadietto e prendo il mio zaino e il casco, per poi avviarmi alla mia Yamaha.
Nell'intanto che sto camminando verso il parcheggio, sento qualcosa prendermi il polso e farci forza sopra, per poi voltarmi e trovarmi davanti Albert.
-Che c'è Al?- chiedo scocciata, guardandolo.
-Ricordati cosa dire a papà, mi raccomando!- dice duro e io annuisco annoiata.
Cos'ha? Mi ha preso per stupida forse? Non deve ripetermi le cose cento volte, le capisco alla prima anche se sono bionda.
Lui si limita a lasciarmi il polso e ad andare dalla sua moto, parcheggiata dall'altra parte.
Io scrollo la testa e mi infilo il casco, salgo sulla moto e con una forte spinta della gamba,come sempre la faccio partire.
Arrivo alla pista che c'è ancora poca gente, passo dal bar a fare pranzo e decido di guardare il mio telefono per vedere se ci sono delle notifiche.
Lo apro e noto che c'è qualche messaggio stupido da parte di Damian e due cazzate per i compiti da Daisy.
Decido di andare su instagram e noto che Tiffany ha aggiunto una stories, curiosa di vedere cosa stanno combinando la apro e vedo Albert a terra che si tiene una gamba.
La ragazza sta piangendo e una delle amiche continua a strillare, vedo solo del sangue e la figura di mio fratello accovacciata su una gamba da dove esce del sangue.
Naturalmente l'ochetta ha messo dove è il posto, lo imposto sul navigatore e vedo che è abbastanza vicino.
Così decido di correre incontro a quel gran idiota di mio fratello, meno male che gli avevo chiesto di non farsi male.
Corro in moto e arrivo sul posto, vedo una macchina rosa shocking.
Scendo dalla moto lanciando il casco dove mi capita e nell'intanto raggiungo il vociare frenetico che sento poco più avanti.
Correndo con il fiatone, faccio il numero di Jonah, che dopo due squilli mi risponde.
-Sunny? Che succede? Perché stai correndo?- chiede preoccupato.
-Quel coglione di Albert si è fatto male, siamo in Elisabeth I evenue. Sai quando vedi lo sterrato? Ecco siamo lì.- dico semplicemente, per poi chiudere la chiamata.
Arrivo finalmente a destinazione, vedo la Honda di Albert per terra più avanti e sporca di rosso e lui ancora accasciato.
-Avete chiamato l'ambulanza?- chiedo, ma nessuna delle quattro ragazze che ho davanti risponde.
-Avete chiamato l'ambulanza? Alla prossima vi stacco tutte le vostre bellissime extension, carine, se non mi rispondete immediatamente- inizio a urlare isterica e le ragazze mi guardano spaventate.
-N-no, non ci è venuto in mente- dice una di loro, balbettando e guardando la scena da lontano.
-Certo, perché quando uno fa un incidente teniamolo nell'asfalto e sulla ghiaia, è proprio così che si fa!- inizio a dire, parlando da sola e sembrando pazza.
Mi avvicino al corpo chino del rosso e appoggio una mano sulla sua spalla.
-Albert, sono Sunnyvale, posso vedere cosa è successo?- chiedo, parlando sopra la testa china.
-Sunny? Sei qui?- chiede stupito e alzando la testa.
È bianco come un cencio ed ha perso molto sangue da quello che posso vedere.
Guardo e vedo la sua gamba totalmente bruciata e il sangue che continua a sgorgare da una brutta ferita.
-Ok, sta arrivando Jonah con la macchina, adesso decideremo cosa fare- dico, continuando a fissare la gamba, è davvero in pessime condizioni.
-Si riprenderà? È molto grave?- mi chiede sempre la ragazza di prima, al che io mi alzo e le guardo male una a una.
-Avete rovinato la carriera e il futuro di mio fratello, anche stesse bene, non avrà più le possibilità di quest'anno- dico, urlando contro le quattro e gesticolando come una pazza.
Sono molto nervosa, il cuore batte forte e sono preoccupata per Albert, spero che si rimetta in fretta, se no a nostro padre potrebbe venire un crollo nervoso.
-Sunny?- sento chiamare e riconosco Jonah.
-Jonah siamo qui!- urlo di rimando e lo vedo comparire con i suoi capelli biondi, sta correndo.
-Al, cosa è successo?- chiede, mentre si sforza a tirare su di peso Albert.
-Ho preso male la curva, la Honda non ha tenuto e sono caduto strisciando la gamba. Un errore da principiante lo si- dice amareggiato e io lo guardo preoccupata.
-Come ti senti la gamba?- chiedo e lui alza le spalle.
-Fa male, ma è una bruciatura, non credo serviranno dei punti stai tranquilla- dice, liquidandomi con un gesto della mano.
Certo, deve sempre fare il duro.
-Idiota- sussurro e sembra che l'unico che mi abbia sentito sia stato Jonah, che ridacchia e subito dopo affianca Andrew.
Torniamo a casa e mando un veloce messaggio a Joseph che mi dispiace ma dovrà fare lezione con Damian, perché quel cretino di mio fratello si è fatto male.
Appena entriamo, mia madre arriva preoccupata e guarda male Albert, che cerca subito di giustificarsi ma con mia madre non gli riesce molto bene.
-Mamma è stato un incidente...- inizia a dire ma viene subito interrotto.
-No, hai saltato un allenamento per andare a fare il cretino con delle ragazze e guarda come ti sei ridotto.
E la moto? Era nuova! Chissà quanto ci costerà rimetterla a posto!- dice mia madre furibonda.
Finalmente qualcuno che gli fa il culo.
Ops, mi è scappato il francesismo.
Mia madre lo medica e proprio quando io e mio fratello, stiamo prendendo i caschi per uscire e andare ad allenarci, sentiamo la porta di casa aprirsi.
Subito io e Jonah ci guardiamo a occhi sbarrati. Mio padre è rientrato e farà sicuramente domande sul fatto di come mai ci sia Albert a casa ma non la sua moto e come si sia fatto quella bruciatura.
-Sunny calma ok? Se chiede qualcosa assecondiamo Albert, non preoccuparti- dice velocemente mio fratello, mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi negli occhi.
Prendo dei respiri pesanti e annuisco velocemente.
-Cosa diavolo è successo qui?- chiede subito alterato.
Ecco, ci siamo, presto sapremo la sua reazione.
-Papà ti posso spiegare- inizia a dire il rosso e lui fa una risatina nervosa, tipica del suo stile.
-Sarà meglio che tu possa darmi delle spiegazioni per questo- dice, guardando adirato suo figlio.
-Sono caduto in moto, alla rotonda che c'è dopo scuola. Abbiamo già portato l'honda da Michael, domani mi farà sapere il costo dei danni- dice velocemente. Non sembra nemmeno stia mentendo, gli è riuscita benissimo, peccato che mio padre non sembri abboccare.
Guarda meglio la gamba insanguinata di mio fratello.
Mi metto ad osservarla anche io e quella bruciatura non è data da asfalto da strada, è pure sporca di terra e dalla rotonda che dice lui, di terra non può essercene.
Se ne accorgerà velocemente che non era sull'asfalto.
-Ad una rotonda eh?- chiede e il ragazzo annuisce.
-Beh, mi stupisce, perché vedi, è sporca di terra quella ferita!- tuona subito dopo e Albert si fa piccolo piccolo sulla sedia.
-Sunnyvale- dice subito dopo e io mi faccio avanti in cucina.
-Dimmi papà- dico, guardandolo annoiata.
-Tu, per caso ne sai qualcosa?- chiede, indicando mio fratello e io scrollo la testa con dissenso.
-Come no? Ha della terra! - dice ovvio e io continuo a guardarlo non capendo il nesso che dovrebbe esserci.
-Quindi?- chiedo.
-Quindi, tuo fratello ha della terra perché ha cercato di seguirti nel bosco?- chiede, facendo finta di essere calmo, ma con scarso risultato.
Vedo Albert annuire da dietro la figura di mio padre, mentre mia madre fa vistosamente no con la testa, dall'altro lato.
Se dicessi di sì, mi metterebbe ancora più in punizione di quanto già non sia, per non essermi accorta di avere quel troglodita di mio fratello, ma se dicessi di no, mi metterei contro Albert.
Ci penso un attimo e subito dopo, decido cosa fare.
-Non centro nulla con la caduta di Albert, non è che se c'è della terra deve sempre ricondurre ai miei allenamenti, chiedi a lui cosa ha fatto se non ti fidi- dico semplicemente alzando le spalle.
Sono stata molto democratica e giusta.
Mio padre alza un sopracciglio e mi guarda, per poi liquidarmi anche lui con un gesto della mano e io alzo gli occhi.
In sta famiglia è un vizio non salutare.
Vado in salotto seguita da Jonah, prendiamo i caschi e usciamo.
-Sono orgoglioso di te, sei stata giusta e hai risposto come avrei fatto io- dice, mettendosi subito dopo il casco e io mi limito ad annuire.
Arriviamo alla pista, non ci salutiamo nemmeno e corriamo ognuno ai rispettivi allenamenti.
Scendo e vado a cambiarmi di cosa, prendo la mia KTM e vado in pista.
Max mi guarda stupito ma accende subito il cronometro per prendermi i giri e mentalmente ringrazio qualcuno lassù per conoscere Max da sempre e ormai non si stupisce nemmeno più dei miei ritardi, orari strani e dei miei arrivi in pista totalmente a caso.
Mi alleno un ora e mezza, i tempi sono buoni e il mio allenatore ha in mente di bagnare la pista se continua a non piovere, per il fango e vedere come me la cavo.
Lo saluto e corro via, cambiandomi di corsa e andando verso casa.
Arrivata a casa trovo la luce di camera di Jonah accesa.
Entro in casa e poso tutto per terra, sono davvero stremata da questa giornata così movimentata.
Mi infilo in camera mia, sperando nel relax ma nulla.
-Sunny - mi richiama Jonah e io mi giro a guardarlo.
-Dimmi- dico, aspettando.
-Dovrei chiederti una cosa importante...- inizia a dire e la cosa inizia a preoccuparmi.
Una delle poche volte in cui io e Jonah siamo stati seri l'uno con l'altro è stato quando è morto il nostro gatto, Mr Miao, si un nome molto originale lo ammetto, e per il regalo della mia KTM.
-Dimmi pure- dico, deglutendo e lo vedo sorridere.
-Beh, volevo parlarti del fatto che stavo pensando di prendere un appartamento tutto mio- dice, imbarazzato e iniziando a toccarsi i capelli biondi.
In quel esatto istante, non sento più nulla, non capisco se sono felice per il fatto che diventi indipendente, oppure sia triste nel non avere più un alleato in casa con me.
È sempre stato la mia ancora mio fratello, un porto sicuro in cui rifugiarsi.
Mi ricordo che di notte mi infilavo nel letto con lui e mentre lui mi accarezzava i capelli io mi rilassavo.
Mi sembra strano sentire queste parole.
-Sono contenta per te! - dico, tirando un sorriso e sperando che sembri il più vero possibile.
-Non dire cazzate Sunny, lo so benissimo che non è così! Dai, tu da sola con papà? Ma quando mai. Le poche volte che ci sei rimasta vi siete scannati- dice lui, ridacchiando e io cerco di seguirlo, non ostante abbia il cuore che batte veloce nel petto.
-Ne ho parlato con la mamma, dice che per lei, purché tu sia un po' più serena, sarebbe disposta a lasciarti- inizia un discorso che mi sembra di non capire. Cosa hanno architettato quei due a mia insaputa?
-Dove?- chiedo, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
-A venire a vivere con me, saresti un po' lontana dalla scuola, sarebbero un ventina di minuti con la moto e dovremmo trasferirci di pista, visto che siamo quasi dall'altra parte di Denver- dice lui e io lo guardo un attimo con gli occhi sbarrati.
Vivere con mio fratello? Sarebbe fantastico! Ma lasciare la pista e trasferire tutto nell'altra, non so.
-Ma sei sicuro? Cioè, ne hai parlato bene con la mamma? E papà cosa dice?- chiedo subito, ho tante, troppe domande in testa.
-Papà ha semplicemente detto ok, a lui interessa semplicemente di Albert lo sai.
Per mamma te l'ho detto, a lei va benissimo- dice e io credo di star scoppiando dalla gioia.
Corro ad abbracciare Jonah che mi prende al volo e insieme ridiamo come pazzi.
-Sono contentissima, grazie grazie grazie- inizio a dire tra le risate e mio fratello scrolla la testa divertito.
-Ma per la pista come faremo?- chiedo appena mi stacco, cioè non sarà facile cambiarla e il trasferimento.
-Non ti preoccupare e poi ho una novità per te. Max non sapeva come dirtelo ma è stato trasferito, quindi sarebbe andato da lì a poco nell'altra pista, ma con questa occasione potrai seguirlo e Damian, lui credo che poco ma sicuro seguirà Max. Quindi direi che è tutto perfetto- dice e io sono davvero fuori di me dalla gioia.
Non pensavo che il giorno in cui sarei diventata indipendente sarebbe arrivato così presto.
Inizio a esultare come una pazza per tutta casa e mio fratello ride di me ma non mi interessa.

Fango, Ruote e AmoreWhere stories live. Discover now