Capitolo 3

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-Per fortuna abbiamo finito questa lunghissima giornata di scuola. Sembrava non finire mai- dice Daisy, finendo di posizionare il libro di biologia.
-Davvero, adesso passerò da casa, mi cambierò e andrò a fare allenamento- dico, posando l'ultimo libro e prendendo lo zaino.
-Posso venire anche io?- chiede sorridente.
-Va bene- dico, camminando per il corridoio.
Usciamo insieme e andiamo verso la mia moto, solo in quel momento mi ricordo di non avere dietro due caschi. Forse Albert ne ha uno nell'armadietto.
Da brava sorella, non glielo chiederò in prestito, tanto conosco il codice del suo armadietto.
-Aspettami qui- dico a Daisy, tornando a scuola e dirigendomi verso l'armadietto.
Lo apro con il codice e prendo il casco, richiudo il tutto accuratamente e me ne vado.
So che a casa, poco ma sicuro litigheremo, ma sono abituata.
Sporgo il casco alla mora e io metto il mio blu e nero, salgo sulla Yamaha e aspetto che salga anche lei.
Passiamo per le strade di Denver, nel pieno traffico e arriviamo a casa mia.
-Cosa vuoi mangiare?- chiedo, prendendo le chiavi di casa.
I miei genitori sono entrambi a lavorare e Jonah dubito sia in casa a questo ora.
Entriamo e buttiamo gli zaini sul pavimento.
-Un panino? Non ho molta fame- dice e io annuisco.
Andiamo in cucina, prendo dal frigo l'occorrente e ci facciamo il panino.
Finito di mangiare vado al piano superiore, prendo il mio borsone dove ho il cambio della tenuta e corro di nuovo giù.
-Daisy, andiamo!- richiamo la mora, che era ancora in cucina.
Arriviamo alla pista, parcheggio per andare a cercare un attimo Jonah e parlargli della festa di Joachim.
Vado dagli spalti ma non lo vedo, così vado negli spogliatoi e lo inizio a chiamare.
-Sunny, dimmi- dice a un certo punto, uscendo dalle docce solo con l'asciugamano intorno alla vita.
-Devo parlarti, ma magari, quando sarai vestito- dico, incrociando le braccia al petto appena mio fratello ride per la situazione.
-Mi hai già visto così, non pensavo fosse un problema- dice, andando a cambiarsi.
Lo aspetto fuori e poco dopo arriva.
-Cosa volevi dirmi?- chiede, portandosi una sigaretta alle labbra.
-Sabato sera c'è una festa a casa di Joachim. Ci ha invitati ad andare da lui per cena. Verresti?- chiedo velocemente.
-Certo che si, ma glielo dico io, magari vedo se c'è anche Becca che vuole venire- dice espirando la nuvoletta di fumo.
Io annuisco semplicemente, mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia come saluto, per poi dirigermi verso la mia moto.
-Daisy?- chiamo, guardandomi intorno ma non la vedo.
Mi sporgo di nuovo dagli spalti e la vedo seduta che guarda verso la pista, mi giro e vedo Albert iniziare a girare.
Sorrido e scuoto la testa, non cambia mai. Ogni volta che viene guarda Al girare sulla sua Aprilia.
Sarei molto contenta se si mettessero insieme, li vedo bene insieme e Daisy é una brava ragazza, sicuramente meglio di Tiffany.
Ritorno alla mia moto, l'accendo e riparto verso il parcheggio dell'altra pista.
Mi avvio con il borsone verso il casotto dove ci cambiamo, vado dal mio armadietto e cambio la tenuta.
Mi cambio, prendo il casco e esco, andando verso il container a prendere la KTM.
Appena davanti al container vedo il ragazzino di ieri, Joseph e Max parlare.
Gli passo di fianco, cercando di farmi notare il meno possibile e entro a prendere la moto.
Appena riesco, vedo Max appoggiato al container con una gamba incrociata.
-Dimmi- gli chiedo semplicemente, fermandomi e appoggiando la moto su di me.
-Joseph, il ragazzino con cui stavo parlando, stavo pensando di metterlo sotto la tua custodia- dice sorridente, mentre io mi prendo un attimo per capire le sue parole.
-Sotto la mia custodia? Non sarebbe meglio Damian? Io non sono Joachim, Max! Non so stare dietro a me stessa per le selezioni, pensa se posso prendere un ragazzino come Joseph e farci da mentore- dico, gesticolando in maniera esagerata.
Non mi aspettavo una proposta del genere e soprattutto a me. È sempre stato Damian tra i due, quello che sapeva spiegare e aiutare gli altri.
Io non so concentrarmi per me stessa, pensa per aiutare un ragazzino.
-Beh, prendila come una prova! Sai, Joachim, tre anni fa mi disse la stessa cosa. Che non sapendo nemmeno lui come mettere le marce a volte, come avrebbe potuto aiutare qualcun altro a crescere? Eppure, guardati! Tu sei una delle ragazze più promettenti della provincia, se non dello stato! E Joachim ha vinto due volte l'oro ai nazionali, direi che vi siete cresciuti molto bene a vicenda- dice ridacchiando, per poi farsi lo slancio e andare verso la pista.
Non sapevo che anche il mio mentore avesse avuto dei tentennamenti, è sempre sembrato così severo, così appassionato e senza permettere alcun errore che non avrei mai pensato a lui non sicuro di sé e delle sue azioni.
-Sunny, vuoi allenarti o restare lì tutto il pomeriggio?- mi riprende il mio allenatore, da in mezzo alla pista.
Io mi riprendo, mi fisso il casco, spingo la pedalina e parto verso il mio allenamento.
Faccio un ora, sopra alla moto, sta volta le curve le ho prese meglio e Max sembra soddisfatto dei miei tempi.
Sono contenta, sto migliorando ancora e in vista delle selezioni non può che essere una gran cosa.
Scendo dalla moto e mi tolgo il casco, dando aria ai miei capelli spettinati.
Appoggio il casco al manubrio della moto e a mano la porto verso il container.
-Sunnyvale?- chiede una voce dietro di me. Mi giro e noto Joseph guardarmi e sorridermi.
Si vede che sta combattendo con la timidezza e l'imbarazzo, non sa dove guardare e tiene le braccia incrociate dietro la schiena.
-Si, sono io- dico, girandomi e appoggiando la moto contro il mio corpo, essendo senza cavalletto.
-Sono Joseph Fitzpatrick, ma gli amici mi chiamano Joe. Max mi ha detto che tu sarai la mia mentore- dice, abbozzando un sorriso e fissandomi.
Ricambio il sorriso e ci siamo, devo decidere ora se accettare l'incarico, oppure passarlo a Damian.
-Si, sarò la tua mentore- dico sorridendo ma seria.
Credo sia la decisione giusta, ci passiamo più o meno quattro anni, la stessa età che ci passiamo io e il mio mentore.
Penso di potermi migliorare con questo incarico.
Il ragazzino mi guarda contento, sorridendo e annuisce, come a confermarsi da solo dei pensieri.
-Beh, questo è il mio numero- mi sporge un bigliettino di carta con sopra un numero.
-Grazie mille, ti mando un messaggio appena sono a casa, almeno ci mettiamo d'accordo per lunedì- dico, mettendo il bigliettino in tasca.
-Va bene, a lunedì- dice, salutandomi e tornando verso gli spalti, dove lo vedo raggiungere una figura maschile, penso sia suo padre.
Sorrido a me stessa e mi giro, portando la moto al suo posto.
Credo che mio padre non abbia mai visto un mio allenamento o una mia gara. Ogni tanto mia mamma è venuta e poi sempre Jonah, lui c'è sempre stato.
Mi cambio velocemente, prendo il mio borsone e esco, andando verso la Yamaha.
Spingo la pedalina e vado verso la pista delle moto.
Arrivata, sento del trambusto arrivare dalle tribune, così posso il borsone e curiosa vado a vedere e trovo Tiffany e due delle sue amiche prendersela con Daisy, che è rossa di rabbia.
Mi avvicino, perché non sento bene così stia succedendo, ma posso immaginare quale sia il problema.
-Perché stavi guardando il mio ragazzo?- dice con la sua voce stridula Tiffany.
- Perché quando vengo, vengo per guardare gli allenamenti di Albert e poi postarmi da quelli di Sunny e Damian- risponde calma la mora.
-Beh, da adesso non potrai più guardare gli allenamenti di Albert- dice, come se la cosa avesse un nesso logico.
Alzo gli occhi al cielo, ormai sono vicina a dove sono le ragazze.
-Non capisco il motivo. Mi piacciono le moto da strada, guardo lui come guardo Jonah, allo stesso modo- dice calma in risposta Daisy.
Non é propriamente vero, ma questo Tiffany non deve saperlo. Daisy è sempre venuta solo per Albert, se c'era anche Jonah guardava anche lui, certo, ma in genere veniva solo per il rosso.
- Non voglio che guardi il mio fidanzato, essendo lui MIO- dice la bionda ossigenata, marcando la parola mio finale.
- Mio fratello può essere guardato da chiunque. Durante una gara non potrai andare ovunque a dire alle ragazze di smettere di guardarlo. Lo stesso è qui in allenamento. Quindi smettila di dare spettacolo Tiffany e vai a sederti per vedere gli ultimi giri- dico, intromettendomi e guardando con superiorità la ragazza davanti a me.
- Perché la tua migliore amica dovrebbe guardare i tuoi fratelli piuttosto che te? Cos'è? Anche lei non approva la tua passione forse?- chiede, facendo una delle sue solite voci per infastidire.
Mi scappa una risata alle sue affermazioni. Se c'è qualcuno che è sempre venuto alle mie gare con Jonah e qualche volta mia mamma è stata la mia migliore amica e lei cerca davvero di mettermi il dubbio sul fatto che Daisy non mi appoggi?
Si, ok, questo faceva davvero ridere.
-No... Sai... Aspetta che devo smettere di ridere...- non riesco nemmeno a parlare dal tanto ridere.
-Sai Tiffany, se non sai, non parlare.
E soprattutto, se pensi che usare il fatto che mio padre non approvi la mia passione, possa avere qualche potere su di me, mi spiace ma non ci riesci.
Non tutti sono come il tuo, fieri dell'idea che hanno dei propri figli, solo perché non riescono a vedere chi hanno davvero davanti- dico, dicendolo in maniera calma e velenosa.
Tiffany mi guarda stupita e arrabbiata, battendo poi il piede sul ferro degli spalti, cosa che fa molto rumore e richiama l'attenzione di molti.
Alla ragazza non piace perdere gli scontri verbali a quanto pare.
-Tu, mi stai mancando di rispetto Ross- dice in un sibilo.
-Oh, guarda me ne sono accorta, anche perché era intenzionale. La prossima volta metto un cartello luminoso per avvertirti, almeno non dici cose ovvie- dico, portando le braccia al petto e guardando ancora la bionda, che stizzita, non sapendo cosa ribattere, fa un gesto alle sue "amichette" e va verso un altro lato degli spalti.
-Ti riaccompagno a casa, vieni- dico, mettendo una mano sulla spalla della mia amica.
-Come fa a stare con una vipera come quella- dice Daisy, scendendo gli scalini degli spalti.
-Non lo so, so solo che se è lei che vuole, che se la tenga. Spero solo che non venga mai in casa mia o se deve venire, spero quando non ci sarò io- dico veloce, salendo in moto e mettendomi il casco.
Torniamo a casa, entro e saluto mia mamma che è in salotto a guardare la televisione.
-Ehy Sunny, Daisy, come state ragazze?- chiede sorridendo.
-Tutto bene signora Ross, grazie dell'interessamento- dice la mia amica.
-Tutto ok mamma! Jonah è in casa?- chiedo subito e lei annuisce, facendomi segno del piano superiore.
Così, io e Daisy andiamo verso camera mia, dove poso il borsone e subito dopo andiamo in camera di mio fratello.
-Jonah!- chiamo, spuntando con la testa dalla porta di camera su e lo stesso fa la mora di fianco a me.
-Ragazze! Entrate entrate- dice subito lui.
-Ho una novità- dico contenta, sedendomi sul letto, seguita dalla mia amica.
-Dimmi tutto- dice, guardandomi e sorridendomi.
-Farò anch'io da mentore a qualcuno, come fece Joachim con me- dico felice e vedo mio fratello allargare ulteriormente il suo sorriso.
-Oddio Sunny? Davvero?- chiede Daisy.
-Si, si chiama Joseph ed è molto promettente! Max pensa che potrebbe aiutarmi a crescere ulteriormente- dico e vedo i due contenti.
Daisy mi abbraccia e mio fratello si alza dalla sua scrivania e mi viene incontro.
-Sono orgoglioso di te! Sono sicuro che farai un ottimo lavoro Sunny!- dice, per poi abbracciarmi subito dopo.
Sono contenta di avere mio fratello e la mia migliore amica che mi sostengono. Non avrò tutta la famiglia, ma ho comunque qualcuno su cui posso contare.

***

-Weekend- urla Daisy fuori da scuola.
Io rido per la sua affermazione, ma ha ragione, oggi finalmente è venerdì e ci possiamo riposare.
-Cosa farai sta sera?- chiede la mora, superando i cancelli e andando dove di solito parcheggio.
-Non so ancora. Domani andrò a una festa, a casa di Joachim- dico sorridente.
Non sto più nella pelle, non vedo l'ora di poter uscire con Damian e soprattutto di rivedere il mio mentore.
-Potremmo fare una maratona film a casa mia, cosa ne dici? Oppure serie TV su Netflix- dice, appoggiandosi alla mia moto.
Siamo arrivate a dove ho parcheggiato e dobbiamo decidere in fretta, tra qualche minuto la mamma di Daisy arriverà.
-Mi piace come idea, direi che si può fare! Io porto i popcorn- dico, mettendomi il casco.
-Perfetto, vieni a cenare da me però, almeno partiamo subito dopo con la maratona- dice felice la mora e io annuisco.
Proprio mentre salgo sulla moto, arriva la Volvo della mamma di Daisy.
-Ci vediamo sta sera Sunny- mi saluta e io ricambio con un veloce gesto della mano.
Tanto con il casco non mi sentirebbe.
Torno velocemente a casa, entro e mi accorgo di essere da sola.
Vado in cucina e mi preparo una tortillas veloce, non ho voglia di cucinare qualcosa di serio e salgo in camera mia mangiando.
Ma proprio mentre mi sto per buttare sul letto, sento la porta di casa aprirsi, vado a vedere e la cosa che vedo dalla finestra non mi piace per nulla.
Vedo la macchina di mio padre.
Spero non si sia accorto che io sono a casa, se no inizierà a disturbarmi e a volermi parlare.
-Sunny? Sei a casa?- urla dall'atrio e io sbuffo alzando gli occhi al cielo scocciata.
Fantastico, ora mi toccherà scendere e vedere cosa vuole.
Scendo le scale e mi sporgo, lo vedo in salotto che sta per accendersi la TV.
-Papà- dico, avvicinandomi e lo vedo guardarmi, con il suo solito sguardo severo.
-Oh sei qui, bene- dice sedendosi sul divano.
-Dobbiamo parlare di una cosa importante- dice subito dopo e la cosa inizia a mettermi ansia.
-Dimmi- dico semplicemente, la mia salivazione si è azzerata e fatico persino a deglutire.
-Sai che presto Albert avrà le selezioni per la nazionale giusto?- dice, guardandomi con i suoi occhi celurei, severi e in parte tristi.
Io annuisco e cerco di deglutire.
-Bene, fino ad allora ti volevo chiedere di sospendere i tuoi allenamenti e di vendere una delle due moto. Se tu continui non avrò abbastanza soldi per sostenere tuo fratello- dice duro e impassibile, mentre dentro di me sento qualcosa spezzarsi.
Sento il mondo cadermi addosso e la tristezza che si impossessa di me.
Ma subito dopo, arriva un moto di rabbia senza uguali.
-No, non smetterò di allenarmi e non venderemo le moto! Anche io sto per fare le selezioni per la nazionale, ma tu questo non lo sai! Come non sai mai nulla di me e di Jonah- inizio a urlare, la rabbia sta aumentando sempre di più e le parole mi escono a fiumi. Il cuore batte forte, sembra impazzito.
-Io non metterò a repentaglio il mio futuro solo per mio fratello, ho diritto anche io a realizzare i miei sogni! Non esiste solo Albert.
Lui è sempre migliore in tutto vero? Beh certo, lui riesce a scuola, lui sarà ammesso a un buon college, lui sta prendendo la borsa di studio.
Beh, ti dico una novità papà, esistiamo anche io e Jonah- dico ancora urlando davanti a lui, mentre lui si sta per alzare, il che non promette nulla di buono ma non mi importava l'adrenalina che ho in corpo è troppa.
-E se tu non avrai abbastanza soldi per mantenere il mio sogno, vorrà dire che inizierò a lavorare per mantenermelo da sola- dico infine, guardando la sua figura sopra la mia.
-Io so che esiste anche tu e Jonah, ma in questo momento... - si interrompe e so cosa non vuole dire. Albert è il suo orgoglio, mentre io e mio fratello siamo qui, esistiamo manco conduciamo semplicemente le nostre misere vite.
-Sai, se forse, ti fossi guardato più intorno, avresti un rapporto migliore anche con me e Jonah. Ma per te è sempre e solo esistito Albert. Il bambino prodigio sulla moto! Cosa che non è mai stato Jonah... Ma anche io ero brava, anzi lo sono tutt'ora, eppure non riesci a essere fiero di me- sputo queste parole in maniera velenosa e lo vedo arrabbiarsi.
-Fila in camera tua Sunnyvale Ross, sei in punizione, non si parla così a tuo padre!- tuona e io mi limito a sorridere.
-Proprio non capisci! So essere più testarda di te, so essere più determinata di te e non sarà una punizione a farmi riflettere sul fatto di averti detto la verità- dico infine, per poi girarmi e andarmene, notando nell'atrio mia madre con gli occhi lucidi e Jonah, con le borse della spesa in mano.
Li guardo e accenno un sorriso, cosa che ricambia anche mio fratello.

Fango, Ruote e AmoreWhere stories live. Discover now