Capitolo 30

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Non ho ancora parlato con Derek, dopo ieri sera, a parte per qualche informazione per sta sera. 

Ma erano tutte risposte monosillabe e che non richiedevano troppe parole, come il fatto se mi avesse prestato una maglietta del Tiger, cosa che fece, senza nemmeno annuire. L'ha cercata e poi me l'ha lanciata con molto scazzo, come suo solito.

Ora, sono fuori dal locale e guardo l'insegna, sospirando e sperando che questa serata passi molto in fretta e che il moro non faccia il bambino.

Entro, stampandomi sul viso un sorriso molto falso, sperando che tutti ci caschino e sembra funzionare.

Roger, non fa domande, mi saluta cortese e mi porta a vedere dove lavora il personale e le parti principali del suo locale.

Mi da poi in mano delle chiavi, sono quelle del mio armadietto, dove poso il mio casco e la mia borsa. 

Mi comunica poi che sta sera farò il turno in discoteca, dove c'è anche Derek, per mia somma gioia. 

Arrivo nella sala, dove noto ogni dettaglio, poiché spesso è scura e non si vede nulla, soprattutto con tutta la gente dentro e la ressa. 

Devo ammettere che è davvero ampia, molto spoglia ma dopotutto, è fatta per essere vista con il buio. Giro su me stessa, guardando in alto e vedendo la terrazza, dove si trova il dj, che sta provando le musiche, mentre dei tecnici stanno provando tutte le luci. 

Infine, il mio sguardo si sofferma su una sagoma, dietro al bancone del bar dei cocktail che si trova al centro della sala e fa un cerchio.

Riconosco subito i capelli scuri di Derek, che sta disfando una lavastoviglie, mentre ride con un altro ragazzo, che sembra essere Scott.

In teoria dovrei odiarlo per quello che mi ha fatto, avendo spifferato i miei spostamenti a Derek, ma non lo ha fatto in cattiva fede e non poteva sapere che avremmo litigato, perché il suo collega è potenzialmente, un'idiota.

Mi avvicino al bancone, cercando di distogliere il pensiero al fatto che sarà il primo giorno di lavoro più lungo della mia vita. 

Sorrido e vedo gli occhi incantatori del moro, incastonarsi nei miei. Mi sta guardando con un'aria mista tra il sorpreso e la sfida.

Pagherei oro per sapere cosa stia pensando in questo momento, ma non posso saperlo, quindi, credo proprio che dovrò accontentarmi.

Saluto e lui, stranamente ricambia, per poi avvicinarsi e iniziare a parlarmi, cosa che inizialmente mi lascia abbastanza interdetta.

-Allora, iniziamo con la base, qui c'è la lavastoviglie, che diventerà la tua migliore amica e aiutante numero uno. Fondamentale a tutti i baristi che si rispettino...- inizia a dire e io lo ascolto, attenta, cercando di non perdere il filo del discorso, anche se a volte è davvero dura, visto che vorrei fermarmi a fissare la sua bellezza. Ma, ho ancora un contegno e cerco di evitare di mandare in stan-by il mio cervello. 

Dopo mezz'ora buona, siamo riusciti a passare dal lavare bicchieri e piatti, al vedere come fare alcuni cocktail di base, come spritz e mojito, per il resto, non ho capito una mazza di quelli più complicati. 

Derek mi fa provare i più semplici e con mio grande stupore, mi riescono davvero bene, cosa che non avrei mai pensato. Così decidiamo che oggi io farò lavastoviglie e aiuto cocktail a Derek, per imparare i tempi e a gestire la gente. Non sarà facile, soprattutto gestire un'orda imbufalita e volenterosa di ubriacarsi di miei coetanei. 

Dovrò chiedere a tutti il documento, per evitare che i minorenni si ubriachino, ma tanto, lo fanno comunque, con documenti falsi o mandando uno più grande a prendere un cocktail per loro. Ma dopo tutto, chi non lo ha fatto?

Fango, Ruote e Amoreحيث تعيش القصص. اكتشف الآن