Capitolo 57 - Mi sa che è ora

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"Aiden..." mi sveglio in piena notte con dei dolori lancinanti. "Aiden..." Squoto Aiden dal suo sonno e lui si sveglia di soprassalto. Ormai viviamo insieme, ci siamo trasferiti definitivamente nella Villa che ci hanno regalato i miei genitori. "Amore cos'hai?" Chiede spaventato accendendo le luci dall'interruttore accanto al letto "Mi sa che è ora." Dico cercando di alzarmi, ma un altra fitta al basso ventre ferma il mio tentativo.
Aiden si alza di scatto e scoprendomi dalle coperte si vede la grande pozzanghera che si è formata sotto di me. "Giuro che non mi sono fatta la pipì addosso." Dico io iniziando a ridere e facendo ridere anche lui che era diventato troppo serio. "Ahh..." un'altra contrazione fa fermare la mia risata e subito dopo anche la sua.
Cerco di alzarmi in piedi, ma Aiden mi prende subito in braccio a mo di sposa. "È arrivato il momento amore." Mi sussurra all'orecchio portandomi verso l'ingresso. Sorrido alle sue parole ma ho un'altra contrazione. "Cammino.. posso camminare." Sussurro cercando di scendere per prendere le giacche. Lui mi lascia ma non del tutto, quindi dopo esserci vestiti abbastanza per uscire, in pigiama sotto i giubbotti oserei dire, mi riprende in braccio e mi porta verso l'ascensore.

Il viaggio in macchina è abbastanza breve, ma pieno di dolori per me. Arrivati davanti all'ospedale Aiden scende e chiama un'infermiera. Mentre mi mettono in una carrozzina lui prende dal cofano la mia valigia già pronta per me ed il bambino.
Entro in sala parto alle 4.34 del mattino e dopo poco più di mezz'ora di spinte nasce il mio piccolino, il nostro piccolino. Io ed Aiden siamo felicissimi dopo averlo preso in braccio lui bacia prima in testa lui e poi subito dopo me "sei stata bravissima amore." Mi sussurra a fior di labbra. "Ti amo." Sussurro piano io dopo essermi ripresa dal mio stato di trance. Ian è il nome che abbiamo scelto insieme per il nostro bambino. Un bambino dai tanti capelli castani e gli occhi neri di Aiden. "Ha i tuoi stessi occhi." Sussurro ammirandolo come se fosse un tesoro (e in effetti lo è) "ha il tuo stesso viso." Sussurra lui stando vicino a noi e ammirando il piccolo insieme a me, prendendolo in braccio con la paura di romperlo. Che carinooo!!!

Portano via il bambino e mettono apposto me prima di portarmi in una stanza privata per farmi riposare.
"I genitori di Ian Booth?" Un'infermiera entra dopo circa mezz'ora da quando sono stata portata qua spingendo una culla. Guardo il mio bambino e sorrido cercando di sedermi aiutata da Aiden. L'infermiera mi aiuta a far attaccare il piccolo al seno, perché mi ha spiegato che anche se all'inizio potrebbe avere difficoltà è solo facendolo attaccare e ciucciare che il latte si produrrà da solo.
Mi lascia tranquilla ad allattare il piccolo quando è sicura che io ho capito e lo sto allattando lei va via. Aiden continua a scattare foto, fare video e selfie, anche in sala parto li ha fatti, prendendosi i miei peggiori insulti. Ha chiamato i miei genitori che dovrebbero essere qui a momenti e la sua famiglia verrà a breve da Los Angeles. Conoscerò sua sorella e i suoi genitori finalmente.

Quando la mia famiglia arriva si passano il piccolo Ian tra le braccia. Chiacchieriamo e ridiamo quasi come se non fosse successo niente e in questo poco tempo che ho avuto a disposizione lavorando con loro abbiamo ricucito i rapporti. Loro trattano bene Aiden e sono felici che ho scelto lui come compagno di vita. L'ho scelto? No... è stata la vita a scegliere per me e ne sono veramente felice. Adesso non mi manca più niente. Abbiamo il nostro bambino sanissimo, nato il 23 settembre alle ore 6.02 del mattino di 2,987 kg. Cosa chiedere di più? Io non chiedo più niente perché sto toccando la felicità. Sto vivendo la felicità, nella mia vita, nella mia bolla di vetro sono felice di aver trovato queste persone nel mio cammino.

Nel corso dei giorni successivi vengono a trovarmi tutti i miei amici dell'FBI. Stiamo un po' a parlare, prendono in braccio Ian e si congratulano con noi perché è bellissimo. Ci raccontano come vanno le loro giornate nelle varie missioni facendomi sentire raramente qualche mancanza di quel lavoro ma costantemente la mancanza di quelle persone che ho perso durante il lavoro. Penso a Tate, Layla, Camille. Penso a se ci fossero anche loro qui. Penso che sarebbero felici per me, per noi. Penso alla mia vita passata, penso alle persone che mi hanno tradita e a quelle che invece mi sono state accanto e mi hanno sempre sostenuta, penso alla felicità e alla tristezza. Non so se siano gli ormoni ormai impazziti dalla gravidanza ma alterno il mio umore da nero a radioso in meno di due secondi. Aiden ormai non ci fa più caso e per fortuna riesce a sopportarmi, forse perché lui anche senza gravidanze ha anche questi cambi d'umore, anche se ultimamente è più spensierato e felice anche lui e non lo vedo quasi mai serio e incazzato, ho detto quasi eh. Anche a lui ha fatto bene cambiare lavoro ed ora ci attende un futuro famigliare dove non metteremo mai più il lavoro davanti alla famiglia e non ci sarà da fare nessuna scelta tra le due cose. Dove abbiamo un lavoro stabile e una bellissima villa che per noi basta e avanza, anche se i miei genitori vogliono imporci altre cose in regalo. Rifiutare? Ci abbiamo provato perché vogliamo costruirci una vita e una famiglia sotto le nostre forze e non con l'aiuto dei loro soldi, ma loro non transigono, vogliono in un qualche modo sdebitarsi per il modo in cui sono stata cacciata dalla mia stessa casa, queste sono state le loro parole a cui non sono riuscita a replicare per il semplice fatto che anche se io ho toccato il fondo per questo motivo loro avevano pienamente ragione a farlo. Dall'altro lato abbiamo anche i genitori di Aiden che ho scoperto che sono anche loro molto benestanti a Los Angeles ed anche loro fanno quasi a gara con i miei per portare regali al piccolo e a noi. Ma qualcosa a me mai?

*spazio autrice: ciao a tutti!!! Questo è l'ultimo capitolo di questa emozionante storia. Ma ci sarà un epilogo non preoccupatevi ;)

||I'M AN FBI AGENT, BUT I HAVE A BODYGUARD 2 ||Where stories live. Discover now