Capitolo 45 - Una brutta sensazione

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Dopo essermi fatta la doccia mi vesto con uno dei miei soliti vestiti larghi di lana grigio chiaro corto visto che siamo ancora a gennaio e fa freddo. Indosso i miei stivali neri con il tacco che mi arrivano alti fino alla coscia e sopra una giacchetta. Lo so che non è il tempo per uscire fuori con una semplice giacca di pelle, ma con questo vestito si suda e stranamente quest'anno a New York a gennaio non sta né piovendo e nemmeno nevicando.

Esco di casa e mi incammino a piedi verso il palazzo della Federal Hall dove oggi si terrà la famosa conferenza tra i pezzi grossi e noi semplici agenti.

Cammino riscaldandomi per dieci minuti. Sono un po' in ritardo, ma dopo i controlli riesco ad entrare. Scorgo nel corridoio Aiden, forse anche lui è in ritardo. "Aiden." Corro verso di lui per bloccarlo. "Aiden ti prego ascoltami." la mia voce implorante non serve a niente perché lui evapora dal corridoio lasciandomi lì da sola a guardare il vuoto. "Sono incinta e tu non vuoi saperlo." sussurro a me stessa, ormai rimasta sola.

Oggi ho una brutta sensazione. Avete presente quando sentite che qualcosa andrà male? Ecco, oggi io mi sento così e non so perché. L'ultima volta che ho avuto una brutta sensazione non mi sono sbagliata e questo mi spaventa. Intanto per cominciare bene la giornata mi ritrovo in bagno a depositare la mia colazione, perché è ovvio che questo bambino o bambina non sopporti fare colazione, ma io ho fame.

Sono rimasta in fondo alla sala dove sono tutti presenti solo per qualche minuto prima di scappare in bagno, ma ovviamente c'era anche la mia famiglia, io li ho notati subito, come se i miei occhi avessero una calamita per loro, anche loro mi hanno guardata ma poi sono dovuta correre via per venire in bagno.

Finito di vomitare mi sciacquo la bocca e le mani stremata, ogni volta lo sforzo mi fa girare leggermente la testa. Asciugo le mani con il phon gentilmente offerto e per fortuna uno di quelli di ultima generazione che asciuga le mani in dieci secondi.

Sento degli spari, delle voci strane e qualcuno che corre in corridoi. Mi avvio alla porta per vedere cosa succede, ma la voce di qualcuno si fa sempre più vicina, così mi precipito in uno dei bagni. "Io controllo qui ho sentito un phon acceso, voi addormentateli, ci vediamo tra poco." La voce è limpida perché ha aperto la porta del bagno. Io mi sono messa con i piedi sul water piegata. Lui apre ogni porta dei bagni.

Sento i suoi passi avvicinarsi e un secondo dopo spalanca la porta, io gli salto addosso e cogliendolo di sorpresa riesco a fargli volare via la pistola. Il ragazzo è completamente vestito di nero ed ha una maschera bianca che copre tutto il viso. Gli tiro un calcio facendolo indietreggiare e lui mi tira un pugno in volto, ma lo schivo riuscendo a prenderlo di lato e avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo. Si ribella un po', ma non riuscendo a respirare dopo un po' si accascia a terra. Controllo il battito e si è solamente addormentato.

Cosa faccio? Devo riuscire ad architettare qualcosa per liberare tutti. Guardo il corpo di fronte a me e lo spoglio. Mi spoglio anche io indossando i suoi vestiti che mi stanno un po' larghi e fortunatamente riesco a nascondere la pancia.

Cosa avevo detto?

Succederà qualcosa.

Ovviamente l'intuito femminile non sbaglia e ancora una volta mi ritrovo nella merda. Ma sei una Iella vivente figlia mia!

Riuscirò a sconfiggerli mettendomi in mezzo a loro. Sparo al ragazzo e mi metto la maschera. Devono sentire lo sparo che decreta la sua morte. Che dovrebbe essere la tua.

Esco dal bagno e mi dirigo a passo deciso verso la sala conferenze. Faccio un respiro profondo ed entro dentro la sala. Sono sette 'terroristi' chiamiamoli così. Sette più quello del bagno. "Fatto?" chiede uno di loro ed io annuisco aiutandoli a togliere tutte le armi ai presenti addormentati attraverso un gas passato dai condotti dell'aria. "Siamo solo otto, state bene attenti perché non avremo un'altra occasione, qui in mezzo ci sono degli agenti." Un altro prende parola mentre finiamo il nostro lavoro.

Appena tutti gli ostaggi si svegliano qualcuno che riconosco come collega cerca la sua pistola dal foderino, ma noi gli mostriamo i due scatoloni con le pistole di ognuno di loro. Sono ben organizzati e non so chi o cosa cerchino.

"State tutti zitti o qualcuno morirà." urla quello che dovrebbe essere il capo.

Lui stesso decide di dividere il gruppo di persone in due parti. Con i mitra li facciamo alzare e a parte una persona che si è ribellata passando automaticamente nell'aldilà gli altri sono stati buoni e hanno ascoltato seguendo quattro terroristi fuori, tra cui il capo dei terroristi, Amira, Owen, Aiden, Harold e la mia famiglia.

Ingoio il groppo che mi si è formato in gola e resto ferma a fissarli andare via. Sono rimasta io con altri tre terroristi con una parte di ostaggi tra cui Lidia ed Annie, ma devo cavarmela da sola.

Riesco a mettermi dietro i tre e giro di scatto il collo a quello in mezzo, tirando poi un calcio a quello di sinistra e subito un pugno a quello di destra che si è avvicinato. Passo così finche riesco ad ucciderli tutti. Resto solo io.

"Non allarmatevi. Sono una di voi." dico alzando le mani. "Restate tutti qui, fermi e in silenzio io vado ad aiutare gli altri." dico andando via dalla sala conferenze.

Mi incammino verso le sale dell'edificio ispezionandole da fuori, ho solo una pistola con me, chiamatemi stupida ma non ho pensato a portare via il mitra o altro. Non trovo nessuno, non riesco a trovarli.

Giro la testa a sinistra e noto una griglia che porta ai condotti dell'aria, così senza pensarci tolgo la griglia ed entro dentro.

Sto strisciando da diversi minuti, mentre controllo tutte le sale che passano sotto di me, ho anche rischiato di cadere nel buco che porta dritto alla morte che attraversa tutti i piani del palazzo in lungo.

||I'M AN FBI AGENT, BUT I HAVE A BODYGUARD 2 ||Where stories live. Discover now