Capitolo 38 - Spero che mi potrai perdonare un giorno

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Sono in camera mia con Aiden e Maria e mi stanno guardando mentre tiro fuori una valigia rigida mentre loro hanno portato su delle scatole. Mi seguono verso la cabina armadio e con le scatole mi aiutano a mettere dentro vestiti, scarpe e borse, mentre loro sono intenti a chiudere le rispettive scatole sposto il divanetto e il tappeto e prendo una borsa nera della Michael Kors, apro il pavimento sotto i loro occhi sorpresi e poi apro con il pin la cassaforte che si trova sotto tirando fuori pistola, passaporti falsi, ricariche per la pistola, alcuni soldi in contanti, la giacca dell'FBI, il distintivo e i vestiti dell'addestramento che diciamo non avrei dovuto tenere. Metto tutto dentro la borsa sotto i loro occhi sorpresi, ma poi quando mi alzo richiudendo tutto e rimettendo il tappeto e il divano al proprio posto si rigirano come se niente fosse e continuano ad impacchettare le cose, mentre io chiudo la borsa e poi li aiuto a fare la stessa cosa. Io me ne vado. Non ne fai una giusta! Combatti no? Ti arrendi così?

Finito di fare le scatole alcuni bodyguard vengono su per aiutarmi a portare giù le scatole, mentre io prendo la mia borsa non facendola portare a nessuno. Metto un paio di occhiali da sole in testa mentre Aiden va a prendere in garage la BMW M5 berlina nera che sarà la mia. La mia famiglia mi guarda mentre scendo giù e insieme ai bodyguard silenziosi metto tutte le mie cose in macchina tra il cofano e i sedili dietro liberi. Nella valigia avrò i vestiti essenziali per questi primi giorni che sicuramente passerò in hotel o da mia cugina.

Finito di sistemare la macchina entro dentro e inizio a salutare la mia famiglia. Ho lasciato il cellulare in camera mia, li farò soffrire forse meno non potendomi più contattare, gli ho solo rovinato la vita a tutti loro. Mi salutano freddi, addirittura mio padre quasi non vuole nemmeno abbracciarmi, così lo saluto solo con un cenno. "Ciao papà." sussurro uscendo dal soggiorno e incamminandomi verso la cucina per salutare i dipendenti tra cui Maria e Aiden.

"Addio Maria." sussurro mentre lei mi abbraccia in lacrime. "Mi dispiace Sky.." sta piangendo a dirotto "Sappi che io non ce l'ho con te." mi sussurra lasciandomi un bacio sulla guancia e le faccio un piccolo sorriso, solo tu Maria riesci a perdonarmi. Sospiro e mi giro verso Aiden che è seduto con lo sguardo basso. Non mi guarda nemmeno quando mi avvicino. "Addio Aiden." sussurro lasciandogli un bacio sulla guancia, così lui si gira di scatto verso me "Spero che mi potrai perdonare un giorno." dico guardandolo negli occhi, spero Aiden più di tutto il resto delle persone che tu mi perdonerai un giorno. "Ciao a tutti, grazie." dico uscendo poi dalla cucina abbassandomi gli occhiali da sole in viso. Maria mi segue verso la porta d'ingresso e anche la mia famiglia esce fuori a guardare mentre vado via.

Apro lentamente lo sportello e mi giro a guardare tutti loro mentre una lacrima mi riga la guancia e vedo che sono tutti lì di fronte compresi alcuni bodyguard e ovviamente Maria, anche Aiden è venuto fuori, mi guardano tutti andare via e solo Dio sa chissà dove.

Faccio un sospiro ed entro in macchina richiudendo lo sportello. Lancio un ultimo sguardo a tutti loro e poi sfreccio via lasciandomi la vita alle spalle. Inizio a singhiozzare e tiro pugni al volante dalla rabbia che provo, urlo come se fossi diventata pazza e credetemi non mi sarei mai aspettata di arrivare a questo punto, non mi sarei mai aspettata che i miei stessi genitori mi cacciassero di casa, non mi sarei mai aspettata che il mio semplice lavoro mi sconvolgesse così. E adesso sfreccio per le strade di New York senza una meta, solo una macchina, i miei vestiti, dei soldi fortunatamente e me stessa. Non lamentarti, almeno tu i soldi li hai! C'è chi viene cacciato senza una lira in tasca.

Accosto vicino alla casa di Eve, mia cugina, scendo dalla macchina e provo a suonare il citofono. Siamo già alla sera, quindi non so se sia in casa o no. Secondo me ti conviene andare in hotel!
Come non detto non c'è nessuno in casa, quindi faccio retro front "Chi stai cercando?" Mi giro e vedo davanti a me un uomo molto giovane e palestrato che esce dal condominio "Mia cugina Evelyn." Dico guardandolo e avvicinandomi "sai se è in casa?" Chiedo nella speranza. Lui fa segno di diniego con la testa. "Credo che sia via per lavoro." E adesso che dico? "Va bene, grazie mille. Verrò qualche altra volta. Buona serata." Me ne vado via alla velocità della luce e a questo punto per non fare la stessa identica cosa con i miei amici vado dritta in hotel.
Passerò i primi giorni qui e cercherò qualche appartamento che mi possa ospitare.

||I'M AN FBI AGENT, BUT I HAVE A BODYGUARD 2 ||Where stories live. Discover now