Capitolo 47 - Sprizzate amore da tutti i pori

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Arrivo di corsa fuori dall'ospedale e dopo averla cercata vagando con lo sguardo la trovo appena uscita che cammina lentamente. Sei stato un idiota! "Skylar." Mi avvicino a lei mantenendo un tono freddo anche se vorrei abbracciarla. Lo ripeto, sei un idiota. "Aiden.." sussurra guardandomi con uno sguardo sorpreso di vedermi. "Cosa ci fai sola?" chiedo io mantenendo il mio tono e non facendo trapelare il sentimento "Vado a casa." il suo sguardo cambia da sorpreso a rassegnato, forse per il mio tono. "Vieni, ti accompagno io." dico avvicinandomi di un passo a lei. "Non ho bisogno grazie." si volta iniziando a camminare, ma la strattono per il polso.

Dopo aver discusso in mezzo alla strada fortunatamente cede e si lascia accompagnare a casa sua. Mi dà l'indirizzo appena saliamo in macchina ed effettivamente in auto è vicina, ma a piedi ci avrebbe messo anche mezz'ora.


Skylar's Pov


Siamo in macchina in un religioso silenzio. Ho acconsentito solo perché non me l'avrebbe mai data vinta, lo conosco troppo bene, ma perché è venuto lui? I miei amici mi hanno detto che c'era stato un problema all'FBI e che non sarebbero potuti venire. Avranno architettato qualcosa secondo me.

In auto la tensione è palpabile e nessuno dei due osa fiatare. Non mi giro nemmeno a guardarlo, credo che anche lui non mi guardi stando concentrato sulla strada. Non cedere alla tentazione, anche se vorrei dargli un'occhiata.

Mi fa malissimo averlo così vicino eppure non poterlo toccare nemmeno con un dito, all'FBI ci avevo fatto l'abitudine, nelle missioni anche, ma adesso che so che è venuto perché preoccupato che nessuno fosse venuto a prendermi mi fa male averlo vicino e averlo così freddo, come quando mi faceva da bodyguard e litigavamo e lui restava impassibile. Ora è peggio perché sapete di amarvi.

Arriviamo di fronte alla piccola palazzina dove si trova il mio appartamento. "Allora grazie." sussurro appena aprendo lentamente lo sportello. Lui sta zitto e nemmeno si gira verso di me, così facendomi forza scendo dall'auto e richiudo lo sportello dietro di me. Trasferisciti Sky, io voglio Aiden, ma tu stai perdendo vita.

Entro nella palazzina senza girarmi a guardarlo, mi ha accompagnata e basta devo farmene una ragione, non vuole parlare con me. Faccio un sospiro e chiudo la porta, ma si blocca, così mi giro e noto che è lui che ne impedisce la chiusura. Deglutisco guardandolo. "Mi offri un caffè?" chiede lui addolcendo stranamente un po' la voce. Io d'altronde annuisco e lo lascio passare dirigendomi all'ascensore. Non si è accorto della pancia che non è tanto tonda e soprattutto coperta dal cappotto, ma glielo devo dire appena entriamo. Arrivato il momento della verità tanto attesa.

Siamo in ascensore, ci guardiamo di sfuggita i nostri sguardi si sono incrociati nello specchio di fronte a noi, ma ho distolto subito lo sguardo.

Entriamo in appartamento sempre in religioso silenzio. Lui si guarda silenziosamente intorno, mi sembra di essere entrata qui dentro con un puma ed ho paura che attacchi da un momento all'altro. "Bell'appartamento." mi dice guardando ancora intorno mentre mi dirigo verso la cucina e inizio a fargli il caffè con la macchinetta.

"Cosa volevi dirmi?" chiede lui tutto d'un tratto. Cos'è? Ora ti interessa pezzo di cretino! Io deglutisco stando zitta e allungandomi verso lo scaffale per prendere la zuccheriera. Vedo la sua mano che la acciuffa prima di me, non lo guardo e mi giro verso l'isola della cucina prendendo il cucchiaino dal cassetto delle posate. Vedo che lui fa il giro dell'isola e cerca di guardare verso il mio viso chino. "Perché non hai tolto il cappotto?" chiede lui quando gli passo il caffè guardandolo negli occhi. Distolgo lo sguardo guardando verso la finestra alla mia sinistra, slaccio lentamente i bottoni del cappotto e torno a guardarlo slacciando l'ultimo. "Sono incinta Aiden" lui continua a guardarmi, mille emozioni gli attraversano gli occhi e abbassando lo sguardo verso la mia pancia scopre attraverso la canottiera bianca che stavo dicendo la verità. "Chi.." fa un sospiro pesante "Chi è il padre?" mi guarda in cagnesco. Davvero non ci arriva? "Tu." sussurro incazzata anche io, crede per caso che lo avessi tradito così? "Perché non me l'hai detto prima?" si alza dallo sgabello e la rabbia gli ribolle dentro "Non mi hai mai ascoltata." dico semplicemente, non possiamo restare tutti e due incazzati e chi deve mollare la presa sono io "L'ho scoperto il giorno prima che tu venissi all'FBI, ho cercato di dirtelo, ma non mi hai mai ascoltato così nascondevo la pancia fino ad oggi." Continua a fissarmi come se fossi una qualche creatura aliena che è appena arrivata alla terra, orribile ai suoi occhi forse.

Passano cinque minuti dove silenziosamente ci fissiamo senza proferire parola. "Ho bisogno di metabolizzare la cosa." sussurra e poi come una folata di vento se ne va, sbattendo la porta dietro di se.

"Hai sentito? Quell'uragano è tuo padre." sussurro guardando e accarezzando la mia pancia. Mi sono ripromessa di non piangere e facendo dei respiri profondi riesco a ricacciare indietro le lacrime. Ce la farò.

La spalla e il resto mi fa ancora un male boia, ma decido di lasciare il cappotto addosso e prendendo il cellulare chiudendo i bottoni esco dall'appartamento per andare a farmi un giro. Andrò a schiarirmi le idee e una passeggiata in piena mattinata non mi farà di certo male.


"Amira." rispondo alla chiamata della mia amica.

"Allora avete fatto pace?" Alzo gli occhi al cielo, sapevo che l'hanno fatto apposta.

"No.. Ma adesso sa la verità." sussurro più a me stessa che a lei.

"Allora a qualcosa è servito." si illumina nella voce facendomi ridacchiare, ma per il dolore alla spalla smetto subito maledicendomi di non essere stata attenta.

"Grazie ragazzi." sussurro perché se non fosse stato per loro Aiden non mi avrebbe mai parlato ed io avrei chiesto il trasferimento che comunque ancora è in forse.

"Tu non andrai da nessuna parte e voi avrete una seconda possibilità." Amira è sicura di questo. "Sprizzate amore da tutti i pori." ride facendomi sentire il cuore un po' più leggero. Stiamo un altro po' al telefono e poi lei chiude per tornare a lavorare.

Se non fosse stato per loro davvero io e Aiden saremmo ancora senza verità e gli sono riconoscente di quello che fanno, ormai sono come una famiglia.

||I'M AN FBI AGENT, BUT I HAVE A BODYGUARD 2 ||Where stories live. Discover now