seven

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[One more light — Linkin Park]

Harry cammina silenziosamente al mio fianco; c'è un vento leggero che mi scuote i capelli.

«Hai conosciuto Stephan» dice poi, rompendo il silenzio.

Abbozzo un sorriso. «È stata la prima persona disponibile e gentile che ho incontrato a scuola.»

Harry annuisce, sorridendo anche lui. «È un buon amico.»

Poi io gli chiedo qualcosa che sentivo sulla punta della lingua fino al momento in cui non è scivolata fuori. Mi volto leggermente verso di lui mentre continuiamo a camminare. «Tu e Tara, invece? Da quanto state insieme?»

«Da quasi due anni.»

«Sono tanti» replico, ma in fondo ci ho sempre sperato anch'io con Jake. Che mi restasse accanto, che ce l'avremmo fatta insieme.

«Lo è, ma ci conosciamo da molto di più» mi risponde. «È la mia migliore amica.»

Io sorrido e poi penso inevitabilmente a Liam e a quanto tutti vivessero con la convinzione che saremmo finiti insieme un giorno. Credo che non riuscirei mai a vederlo sotto una prospettiva diversa, come qualcuno che per me non sarebbe più Liam.

«Cosa c'è?» mi domanda Harry e io scuoto debolmente la testa.

«Scusa, mi hai ricordato una persona.»

Sento lo sguardo di Harry su di me mentre lentamente camminiamo. «Come si chiama?»

Sospiro e poi sorrido ancora. «Liam.»

«È il tuo...» poi si ferma quando mi vede e mi sente perché rido forte e tanto, ma in modo sincero. In un modo che avevo quasi dimenticato. Harry mi guarda senza giudizio, sorride con me.

«No, è come un fratello per me.»

Harry però decide di andare più a fondo, prova ad avere da me le stesse risposte che io ho chiesto a lui. «Non hai nessuno che ti sta aspettando dall'altra parte del mondo?»

«No» dico velocemente, e Harry si rende conto di quanto mi riesca difficile parlare di tutto quello che mi lega a quella parte di mondo che fatico a chiamare mia, che quasi non riesco più a chiamare casa. «Mi dispiace, ma è uno dei motivi per cui sono qui.»

Harry però mi sorride comunque, non me lo fa pesare. Due fossette si costruiscono ai lati della sua bocca quando curva di più le labbra. «Non preoccuparti.»

Poi camminiamo come all'inizio, continuiamo in silenzio. «Eccoci» dico quando siamo fermi davanti al palazzo.

Harry è di fronte a me. «Grazie per avermi accompagnata.»

«È stato un piacere» sussurra guardandomi, poi si avvicina di un passo e si abbassa leggermente quasi fino ad arrivare al mio volto. «Buonanotte, Ariel Green.»

«Buonanotte, Harry» gli rispondo quando lui si è già voltato. Continuo ad osservarlo allontanarsi ancora per un po', fino a quando svolta l'angolo in fondo alla strada.

Entro nel palazzo e questa volta prendo l'ascensore, non ho le forze necessarie per affrontare le scale. Osservo il mio riflesso nello specchio e sembro avere un contorno diverso, più definito e meno spezzato in molti punti. Potrebbe anche trattarsi di una semplice sensazione, ma una parte di me non può fare a meno di pensare a Harry e al modo in cui lui riesca sempre a tenermi più verso la superficie e meno verso il fondo pur non essendone consapevole.

È dalla prima volta che mi succede. Credevo che non lo avrei più rivisto dopo quel giorno in aeroporto, e invece sembra esserci un filo rosso a intersecare sempre le nostre strade.

Le porte dell'ascensore si aprono e attraverso il piano a passo lento. L'appartamento è buio, quindi constato che mio padre non è probabilmente ancora tornato. Mi cambio velocemente e poi vado verso la mia camera; prendo il cellulare e mi accorgo che ci sono tre messaggi. Clicco sull'icona e li apro.

Io ne ho ancora per un po', passa una bella serata.

Sarò a casa entro mezzanotte.

I primi due sono di mio padre, e quando controllo l'orario mi rendo conto che avrebbe già dovuto essere qui. Solo che gli orari con lui non bastano, non puoi farci completamente affidamento, perché anche se lui fosse già uscito e stesse tornando a casa so che se ci fosse un'emergenza in ospedale non esiterebbe a tornare indietro e a correre per salvare delle vite. Eppure non è riuscito a salvare sua moglie, la donna della sua vita. Le è scivolata tra le dita proprio sotto il suo sguardo, e da quel momento ha smesso di mettersi in discussione.

Apro l'ultimo messaggio: è di Stephan.

Spero tu abbia trascorso una bella serata, e spero che non sia stata l'ultima. Buonanotte, ragazza americana.

Scrivo velocemente una risposta confermando che sono stata bene, e che ce ne saranno delle altre.

Al momento ho solo loro su cui contare, e dopo il modo in cui si sono comportati con me sin dal primo istante non posso voltargli le spalle. Non so quando succederà e adesso non voglio pensarci ancora; voglio soltanto vivere e andare avanti giorno dopo giorno. Di programmi ne ho fatti fin troppi, e alla fine la realtà non ha fatto altro che ripiegarsi su di me.

Scrivo anche a Liam prima di lasciare il telefono sulla scrivania. So che probabilmente non leggerà le mie parole adesso, ma io sento comunque il bisogno di provarci.

Mi manchi.

🌹 H A R R Y 🌹

Continuo a camminare verso il mio appartamento mentre il sottofondo della vitalità di questa città accompagna i miei pensieri.

Quando ho incontrato per la prima volta Ariel in aeroporto ho rivisto tanto in lei, ho avvertito qualcosa che mi ha riportato a quando chi mi stava accanto per un periodo ha visto me in quel modo. Aveva lo sguardo vuoto, perso, e per quanto lei possa sforzarsi di nasconderlo, è sempre lì, anche se non tutti sono in grado di coglierlo.

Credevo che non l'avrei più rivista dopo quella volta così ho spostato la mia attenzione da lei, anche se mi ha tenuto ugualmente occupata la mente per giorni. Poi ci siamo incontrati ancora una volta alla Selston, e davanti a lei c'era ancora quel muro.

Avevo capito ancora prima di chiederglielo che non mi avrebbe detto altro sulla sua storia e sulle sue motivazioni, ma sapevo che l'avrei rivista perché vado spesso alla Selston per Tara, solo che non immaginavo sarebbe successo così presto.

Ero serio quando ho affermato che è come se in qualche modo il destino ci spingesse ad incontrarci. In qualche modo sento che siamo legati da qualcosa, e sono sicuro che anche lei se ne sia resa conto.

Ha passato quasi l'intera serata in silenzio limitandosi ad ascoltare gli altri; io l'ho guardata tanto. Speravo si aprisse di più, che iniziasse a fidarsi quel tanto quanto bastava, ma poi mi sono reso conto che forse è ancora troppo presto per lei, che qualsiasi sia la motivazione per cui lei è qui adesso, ha bisogno di tempo. Mi ha sorpreso quando mi ha chiesto di Tara; non posso fare altro che restare al suo fianco, è il minimo che io possa fare per lei e per la sua famiglia, da quando sua madre mi ha salvato quella notte.

Anche lei ha accennato ad una persona e a quanto gliel'avessi ricordata. Ma è stato quando le ho domandato se avesse qualcuno ad aspettarla che qualcosa è scattato in lei. La sua risposta è stata ferma e decisa, diversa da tutte le altre in cui si è mantenuta vaga e scostata, quasi come se avesse avuto paura, come se ne fosse stata spaventata.

Una cosa però è certa: voglio rivederla.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora