twentyfive

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[Be alrightJustin Bieber]

Delle familiari braccia mi avvolgono istantaneamente, e capisco che non mi sono mai realmente resa conto di quando mi siano mancate. Di quando mi sia mancato.

La sua presa intorno ai miei fianchi è stretta, e mi ricorda di tutte le volte che non ha permesso che mi lasciassi cadere, che mi lasciassi andare. Lui mi ha sempre afferrata, ogni singola volta.

Il suo profumo inonda ogni mio senso, riportandomi a tutte le volte in cui mi ha stretta, protetta, e in cui si è preso cura di me. Non posso credere che sia qui.

«Anche tu mi sei mancata» sussurra tra una piccola risata. Il suo respiro è caldo contro il mio orecchio; un sorriso prende forma sul mio volto. Ma io non riesco a staccarmi da lui, non ancora.

«Non riesco a credere che tu sia qui» mormoro; lui aumenta la sua presa sul mio corpo. Era talmente da tanto che ne avevo bisogno che adesso non posso più farne a meno.

Lentamente mi allontano da lui, ma le sue braccia sono ancora avvolte intorno alla mia vita. Prendo il suo volto tra le mie mani e aspetto che delle lacrime mi solchino il mio volto, ma non succede nulla. È come se fossi completamente bloccata, anche se si tratta di lui.

«Sono qui, Ariel» mi assicura; le sue labbra si curvano nel sorriso in cui mi sono rifugiata ogni volta che scappavo e non sapevo dove andare, nel porto sicuro che mi ha sempre accolta.

«Vieni» gli prendo la mano e lo faccio entrare all'interno dell'appartamento. Ci sediamo entrambi sul divano: lui continua a disegnare cerchi invisibili sulla pelle delle mie mani. È questo quello che mi è mancato di lui. Le sue attenzioni, i piccoli e semplici gesti. L'abitudine che risiede in lui e di cui non mi stancherò mai.

«Perché non mi hai detto nulla? gli domando, nonostante riesca ad immaginare la risposta.

«Volevo che fosse una sorpresa.»

Sorrido ampiamente. «Per quanto resterai?»

«Qualche giorno, una settimana al massimo.» È poco, infinitamente poco, ma è qui. È qui a Nottingham, è qui al mio fianco che mi sfiora e mi guarda come solo lui sa fare.

«Ti trovo bene» gli dico osservandolo. È esattamente come lo ricordavo.

«Sto bene» risponde. Accarezza le mie dita con le sue. «E tu, invece?»

«Meglio di quanto credessi» accenno un sorriso mentre distolgo lo sguardo dal suo. «Vado avanti.»

Sono cambiate tante cose da quando ho lasciato gli Stati Uniti; io sono inevitabilmente cambiata. Continuo ad essere spezzata, un insieme di frammenti e di schegge che riaprono ogni cicatrice sulla mia pelle; ma sto imparando a conviverci. Sto imparando a risanarmi, ad auto conservarmi.

«Ariel» mi riprende.

«Sul serio, Liam. Sto bene» gli assicuro, stringendo la presa sulle sue mani. «E adesso che tu sei qui, sto anche più che bene.»

Liam mi attira al suo petto e avvolge nuovamente le braccia intorno al mio corpo. Mi custodisce come se fossi un diamante grezzo; una pietra fitta di spigoli, ma che va levigata, scalfita, protetta.

«Allora, quali sono i tuoi piani per stasera?» mi domanda togliendosi la giacca e poggiandola ordinatamente accanto a sè.

«In realtà pensavo di restare qui.»

«Ma è la vigilia di Natale.»

Mi alzo e raggiungo il tavolo su cui avevo lasciato il mio telefono, dopo che questo riprende a vibrare. «C'è una festa, ma non voglio lasciare papà da solo.»

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Where stories live. Discover now