twentyseven

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[Change my mind — One Direction]

Le sue dita sono avvolte intorno al mio polso, mentre mi attira gentilmente più vicina a lui.

«Non qui, Harry, e non adesso» lo supplico, perchè so che cederei. Lo faccio ogni volta, è inevitabile. Solo che non può accadere anche stasera, non dopo la dichiarazione di Zayn.

«Vieni» dice, ripetendo esattamente le sue stesse parole, quando mi ha portata al piano di sopra. Vorrei solo scappare via.

Ma prima che riesca ad obiettare o dire qualsiasi cosa, mi sto muovendo insieme a lui e con la sue dita avvolte intorno alla mia mano. Non mi ero resa conto che mi avesse lasciato il polso e che mi avesse preso la mano. È miserabilmente assurdo, ma è come se non avessi bisogno d'altro; come se la sua presa bastasse, come se il suo tocco fosse la cura per tutte le mie ferite.

Harry si ferma e allenta la sua presa, lasciandomi andare completamente. Siamo sul retro; si siede sulla piccola rampa di scale e si fa scorrere una mano tra i capelli. Quando alza lo sguardo mi accorgo che la sua espressione è cambiata; è malinconica, quasi distante, e attraversata da un qualcosa che non ho mai riconosciuto nei suoi occhi.

Incapace di muovermi e parlare, continuo a stare davanti a lui aspettando che faccia o dica qualcosa. È stato lui ad avermi letteralmente trascinata qui, quando potevamo semplicemente limitarci ad evitarci a vicenda e andare avanti con le nostre vite e fingere che l'altro non influisse su ogni pensiero, costantemente e insistentemente.

Quando mi rendo conto che probabilmente non farà nulla, mi volto per andare via. Sembra che sia questo a spingerlo a parlare.

«Quella sera, quando mi sono allontanato dalla sala, sono andato da tuo padre» confessa, e io ho bisogno di qualche istante per elaborare le sue parole.

Si sta riferendo a quella sera in clinica, quando gli ho riferito che Tara mi aveva parlato. Era stato chiamato da quell'infermiera, ma non ne conoscevo il motivo. Non riesco a capire cosa c'entri mio padre in questa storia, ma quando sto per chiederglielo, lui continua.

«Sai, sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma continuavo a convincere me stesso che forse per lui sarebbe potuta andare diversamente. Ci speravo davvero.» Non mi guarda mentre le parole lasciano la sua bocca, e senza neanche che me ne accorgessi l'ho raggiunto. Mi siedo accanto a lui e aspetto che continui ancora.

«Anche adesso, io continuo a sperarci. Lo faccio per tutti loro, ma lui è diverso» afferma, e il suo tono è più basso mentre la voce sembra sul punto di spezzarsi. Mi sento tremendamente impotente perché vorrei poter annullare ogni suo minimo dolore, quello che lo sta facendo crollare in questo momento davanti a me.

Poi però riesco a collegare ogni cosa. Ogni sua parola, ogni sua pausa. Sta parlando di qualcuno, di una persona in particolare, e ho quasi paura che ci stiamo riferendo entrambi alla stessa. Che sia il punto d'arrivo per me e per lui. Quando si volta e incontra finalmente il mio sguardo capisco che si tratta esattamente di lui.

Andrew.

«Harry...» sibilo a stento, perché nessuna parola basterebbe. Lo so bene, e la consapevolezza fa male. Possono dirti qualsiasi cosa, ma sarà niente in confronto al resto. Si annullerà all'istante nel dolore che ha ormai iniziato ad impossessarsi di ogni fibra del tuo corpo. E tu sei l'unico a poterlo comprendere, a poterlo gestire e a decidere quanto lasciarti andare.

Di quei bambini Andrew sembra essere quello che sta meglio rispetto ad altri, almeno apparentemente. Non so cos'abbia esattamente, ma non credevo si trattasse di una cosa talmente grave. So quanto Harry tenga a quel bambino, e vederlo in questo stato mi distrugge; mi trasmette quello che sente, quello che prova e che vorrei poter fare mio e solo mio, per poterlo alleggerire di questo peso.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora