thirtynine

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[Heartbreak story — The Wanted]

🌹 H A R R Y 🌹

Rileggo per l'ennesima volta lo stesso rigo; ormai dovrebbe essere impresso nella mia mente, ma non è neanche lontanamente così.

Il silenzio mi avvolge, e lo stesso fa il buio che racchiude questo appartamento. Immagini di quando Ariel ha trascorso la notte qui si rincorrono davanti ai miei occhi; è quasi come se potessi rivivere quei momenti.

Nessuno oltre Tara o Stephan è mai stato qui. Neanche i ragazzi.

È passato tanto da quella volta; da quando ho iniziato a conoscerla, a vederla.

Dal primo momento ho capito che era diversa. Mi è bastato un frammento di secondo per rendermene conto. Ho capito che dietro i suoi occhi, dietro quello sguardo spento e che tende a mostrare agli altri per proteggersi, c'è di più. Molto di più. Quella sera mi ha permesso di provare ad aprire un varco, abbattendo quel muro che la rinchiude, anche se solo per poco.

Dei colpi incessanti mi distraggono, eliminando le immagini di Ariel che mi attraversano la mente in ogni secondo.

Seguono altri colpi, così mi avvicino alla porta. Fuori è buio — in realtà è notte fonda — e non ho nessuna idea di chi possa essere. Non mi ero neanche reso conto che fosse così tardi.

Poi riconosco la sua voce. Non riesco a capire esattamente cosa dice, ma continua a parlare come se fosse sicuro che io riesca a sentirlo. Quando apro la porta, lui è davanti a me.

«Stephan, cos...», non faccio neanche in tempo a concludere la domanda, perchè la sua mano è entrata in collisione con il mio mento portandomi a voltarmi per l'impatto.

«Che cazzo?», scatto, e poi mi accorgo della bottiglia tra le sue mani. Sollevo lo sguardo sul suo volto e i suoi occhi sono rossi, come se dei sottili rivoli di sangue li attraversassero. Mi chiedo cosa l'abbia spinto a ridursi in questo modo.

«Sei sempre tu, Harry. Sempre e soltanto tu.» Scuote la testa e ride, barcollando mentre non riesce neanche a tenersi in equilibrio sulle sue gambe.

«Sono io cosa, Stephan?», gli domando portandomi una mano sul volto. Il modo in cui mi ha colpito non era così forte date le sue condizioni, ma mi ha comunque scosso, dato che non me l'aspettavo.

Si avvicina e solleva la mano con cui tiene anche la bottiglia, spingendomi un dito sul petto.

«Tu», affanna, il respiro inquinato dall'alcol. «Se tu non fossi arrivato, lei avrebbe scelto me

In un primo momento non capisco di cosa parli, a cosa si riferisca. Penso che abbia semplicemente la mente talmente annebbiata da portarlo a delirare e a venire qui di punto in bianco nel mezzo della notte.

Ma poi lo faccio. Poi lo capisco. Stephan è sempre stata una delle persone più equilibrate che io abbia mai conosciuto. È leale, pacifico, altruista. Solo che ha ha un punto debole.

E il suo punto debole è ciò che lo ha portato da me adesso, e in queste condizioni.

«Cos'è successo?» provo a chiedergli, ma è come se non l'avessi fatto. Lui sbocca in una risata improvvisa e si passa una mano tra i capelli.

«Quello che succede sempre» dice, portandosi la bottiglia alle labbra e continuando a bere, ma finendo per bagnarsi. So che se provassi a prendergli quella dannata bottiglia lui non me lo permetterebbe, quindi devo trovare un diversivo per poterlo fare senza che se ne accorga.

«Spiegamelo», tento, non sapendo in quale altro modo comportarmi. Per bere così tanto da cercare di autodistruggere se stesso e qualsiasi cosa sia successa deve essere davvero a pezzi. Conosco la sensazione, ma ho imparato a non rifugiarmi nell'alcol. Prima lo facevo; non ero uno di quelli che trascorrono ogni sera in un bar aspettando poi qualcuna da portarsi a letto per una notte, ma ci sono andato vicino. È successo quando ho scoperto cosa avevo. Non potevo sopportarlo, e l'alcol sicuramente non mi aiutava, anche se credevo il contrario. Però in quel momento sembrava che facesse davvero meno male.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora