fiftyseven

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[Night changes — One Direction]

Sono sul letto della mia stanza; la schiena contro la parete e la copia di Jane Eyre di mia madre tra le mani. Le pagine sono consumate e sono troppe le citazioni evidenziate: i colori risaltano ai miei occhi mentre scorrono sulle parole ormai impresse nella mia mente.

Sono sola in casa, Liam è uscito con Todd e mio padre è in clinica. Ho sentito le lacrime di mio fratello anche quando Liam era qui con me e la mia testa era sulle sue gambe.

Le sue parole continuavano a ripetersi insieme a quelle di mio padre, e io non ci ho neanche provato a reagire in qualche modo. Non ci ho provato perché so che loro avevano ragione. Ogni loro singola parola mi ha sfiorata, perforata lentamente e poi distrutta, perché ci sono ancora così tante consapevolezze che io cerco di tenere fuori, di non lasciare entrare, che le interiorizzo fino a renderle tali da auto distruggermi.

Improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta e scuoto la testa, poi mi alzo con ancora il libro tra le mani. I miei piedi nudi battono contro il pavimento freddo di questo appartamento mentre mi avvicino alla porta.

Non domando chi ci sia dall'altro lato, non ci penso abbastanza da prendere in considerazione che possa non trattarsi di Liam o di mio padre. E io me ne rendo conto soltanto quando la figura di Harry compare davanti ai miei occhi.

I suoi occhi trovano inevitabilmente i miei e un sorriso si costruisce sulle sue labbra come se fosse la prima volta che succede.

«Harry», mormoro. Una mano ancora sulla porta e l'altra tra le pagine del libro.

«Ciao, Ariel Green», dice e il mio nome scivola fuori dalle sue labbra nell'unico modo in cui soltanto lui riesce a pronunciare.

Io non dico niente, lui entra sorpassandomi e io chiudo la porta per poi voltarmi di nuovo a guardarlo.

«Quanto ci metti a cambiarti?» Mi chiede prima che io riesca a rispondergli. La sciarpa intorno al suo collo cade lunga in due parti simmetriche e si appoggia sul suo corpo; un cappotto nero lo avvolge perfettamente.

«Per cosa?»

«Per venire in un posto come me», risponde, un accenno di sorriso ancora sulle sue labbra.

Io abbasso lo sguardo su me stessa e mi rendo conto di quanto sia poco presentabile in questo momento, con dei pantaloni di tuta e una felpa che potrebbe contenere due volte il mio corpo.

«Non è perché tu non stia bene così, solo che fuori fa davvero freddo», dice ancora riportandomi a risollevare lo sguardo per incontrare il suo.

«Non mi dirai dove mi porterai, vero?» Gli domando incrociando le braccia al petto, la copia di Jane Eyre adesso contro di esso.

Harry socchiude gli occhi, che cadono sul libro tra le mie mani e poi inclina leggermente la testa da un lato. «Probabilmente no.»

Io scuoto la testa e sospiro, cercando di reprimere un sorriso.

«Ti odio», dico muovendomi per sorpassarlo.

«Sappiamo entrambi che non è vero», replica, e questa volta sono io che non riesco proprio a fermare le mie labbra e a reprimere quel sorriso. Entrambi sappiamo che non è assolutamente vero.

Harry mi aspetta nella mia camera mentre mi cambio velocemente; sciolgo i capelli quando attraverso il corridoio breve per raggiungerlo.

È di spalle, fermo a guardare una foto che è come se fosse stampata sul mio cuore. Per un breve istante mi fermo anche io a guardare lui.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora