epilogue

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🌹 4 mesi dopo 🌹

Sento le gambe cedermi di più a ogni singolo secondo che scandisce il tempo in cui io sono ferma dietro questa porta ad aspettare che chiamino il mio nome.

È una piccola sala, le pareti sono scure e c'è qualche sedia, ma nessuno di noi è mai riuscito a starci. Io sono una delle ultime; dietro di me c'è soltanto qualcun altro. Ogni volta che questa porta si apre quello che sento dentro si amplifica, mentre stringo contemporaneamente tra le dita il ciondolo di mia madre e la croce di Harry.

E poi succede.

«Ariel Marie Green.» Il modo in cui lo dice è come rivivere ogni cosa, ma in questo momento io ho bisogno del mio passato. Ho bisogno di continuare a sentirlo sulla pelle, perché so che chi mi ha lasciato andare in questo momento è con me.

Annuisco e mi volto cercando lo sguardo di mio padre, che tenta di nascondere ciò che prova davvero per darmi fiducia, ma io lo conosco. Alla fine mi sorride nel modo in cui sa farlo soltanto lui. Sono felice che lui sia qui con me adesso, sono felice semplicemente che ci sia e che entrambi siamo riusciti a ritrovare noi stessi nell'altro.

Mi volto quando qualcuno mi sussurra qualcosa, parole di incoraggiamento, ma io sono già dietro quella porta. Respiro profondamente e seguo l'uomo che mi ha chiamata, spostando poi le ultime tende che mi separano dal confine di ciò che ero un anno fa e di ciò che sono adesso.

Ripetono il mio nome, io annuisco ancora. Voglio soltanto suonare.

Mi dicono che posso iniziare, e io so che ho soltanto questa occasione. Che questa è la mia seconda possibilità e che non sarei qui adesso se il ragazzo che ho amato con ogni singolo battito non avesse combattuto per me. È stato lui a darmi questa seconda possibilità, e io non sono neanche riuscita a ringraziarlo.

Vado verso il piano al centro del palco, nero e lucido, i tasti bianchi e puri. Mi siedo e respiro, sospiro e poi respiro ancora. Sollevo le mani, stringo un'ultima volta la croce tra le dita e chiudo gli occhi, poi le mie dita sfiorano i tasti e riprendo a vivere.

Suono con tutto ciò che ho, con tutto ciò che lui mi ha dato, con tutto quello che abbiamo vissuto e con tutto quello che mi ha lasciato. Suono la canzone che ha composto per noi, per ringraziarlo di ogni singolo frammento con cui ha ricomposto il mio cuore in pezzi. Per avermi amata e per avermi salvata, per avermi permesso di essere la sua cura e per essere con me oggi attraverso le note che risuonano in questa grande sala. La sala che sognavo da bambina e a cui volevo rinunciare, quella che credevo di non voler più vedere. E invece sono qui, con la mia seconda occasione.

Sento la musica attraversarmi completamente fino alla punta dei capelli mentre le mie dita continuano a colpire i tasti e a incidere tra questa pareti la nostra storia. Un amore che si è preso tutto ciò che non sapevo neanche di avere.

Lui credeva di rappresentare l'incertezza, quando il realtà era la mia più grande certezza. Harry è stata la mia unica certezza tra tutte le mie insicurezze. E ha sempre creduto che sia stata io a salvare lui, ma è stato lui a salvare me. Mi ha salvata ogni singolo giorno.

Scandisco le ultime note: siamo entrambi nella sua stanza, lui mi sta sussurrando di amarmi. La nostra ultima notte insieme, l'ultima volta che mi ha tenuta tra le braccia, la volta in cui gli ho permesso di dirmi addio, quella in cui l'ho lasciato andare.

Delicatezza e intensità si sovrappongono, fino al momento in cui anch'io sono pronta a dirgli addio. Ma prima di farlo alzo lo sguardo; è solo per un istante perché non posso permettermi di sbagliare, non adesso, ma ne ho bisogno. Sto per sfiorare le ultime note quando riesco a vederlo, seduto esattamente di fronte a me, due file dietro quelle persone che mi stanno ascoltando e che forse non lo stanno neanche facendo davvero. Quelle persone che adesso conoscono me e Harry, due anime che si credevano insalvabili.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora