Capitolo 4- questione di fortuna

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Taehyung's pov

Apro gli occhi facendo si che la luce che passa dalla finestra possa pervadermi fastidiosamente le pupille.
Mi rigiro per circa tre volte nel letto fin quando la mia sveglia non inizia a suonare in modo assordante.

<<Anche oggi mi sono svegliato col mal di testa>> penso mentre mi massaggio le tempie.

Mi alzo dal materasso allungandomi verso il comodino per spegnere la sveglia azione che mi causa un fastidio al braccio che subito dopo ritiro.

Osservo il mio polso destro, è fasciato e mi fa ancora piuttosto male.
Sopra le fasce che ricoprono il taglio c'è del sangue oramai secco, un altra ferita proprio non ci voleva, tutta colpa di quel ragazzino.

Mentre maledico mentalmente quel Jungkook sento il mio telefono suonare così mi alzo dal letto avviandomi verso la scrivania dove, per l'appunto, si trova il dispositivo con lo schermo oramai completamente rotto.

Non è una chiamata da Callpact, anche perché di solito sono sempre io a chiamarlo, bensì una normalissima telefonata proveniente dal mio migliore amico, Jimin.

"Ciao ChimChim"

"Ciao Tae, oggi vieni a scuola? Ti prego dimmi di sì"

Diedi un'occhiata all'orologio, non era tardissimo quindi avrei fatto in tempo a prepararmi.

"Si, arrivo"

Detto ciò terminai la chiamata ma prima di scendere a fare colazione controllai l'app di Callpact.
Avevo iniziato a giocarci quattro mesi fa, infatti avevo conosciuto quattro diverse persone, non tutte come Jungkook... anzi.
Non sapevo neanche io perché mi ostinassi a rigiocare dopo i 31 giorni, era diventata una specie di dipendenza.

Di solito avevo sempre incontrato giocatori esperti, oppure gente che se ne approfittava divertendosi a farmi del male, per alcuni era questo Callpact, e poi c'erano ragazzi come Jungkook che ci capitano per caso, pensando che sia una cazzata e ci finiscono dentro.
Quel ragazzino è stato davvero fortunato a scegliere me e, ad essere sincero, anche io sono stato fortunato a trovare lui.

Reprimo la voglia di chiamarlo, mi mancava la sua voce ma avevo promesso a Jimin che sarei andato a scuola e non volevo farlo aspettare.
Così mi preparo una colazione veloce per poi lavarmi e indossare degli skinny jeans neri con una t-shirt bianca, una camicia sbottonata nera e le vans del medesimo colore.

Una volta uscito dal mio appartamento entro in auto e mi avvio verso scuola.
Il tragitto dura circa dieci minuti, il tempo ideale per una chiacchierata con Jungkook... ma no, non voglio sprecarla così, lo chiamerò dopo.

"Taeeee!"

Urla saltandomi addosso Jimin non appena metto piede fuori dalla macchina.

"Hey stai calmo ci stanno fissando tutti"

Mi dimeno cercando di staccarmi dal suo abbraccio fin troppo stretto.

"Scusa ma non vieni a scuola da tre giorni, mi stavo preoccupando"

"Lo so ma i miei sono fuori per lavoro quindi ne approfitto"

Enunciai facendogli l'occhiolino per poi spettinare un po' i suoi capelli rossi.
Conosco Jimin dalle medie, lui è arrivato a metà anno quindi farsi degli amici non era affatto facile, inoltre veniva da Busan quindi ogni tanto lo prendevano in giro per il suo accento, per fortuna ha trovato me, io l'ho sempre protetto, per me Jimin è come un fratello minore, anche se in realtà tra i due sono io il più piccolo, ma solo di qualche mese.

"Vieni andiamo in classe"

Disse il rosso trascinandomi per il polso, cercai di non far trasparire il dolore che stavo provando in quel momento, lui non era a conoscenza di Callpact e non avevo intenzione di parlargliene, non volevo che si preoccupasse per me.

𝐎𝐮𝐫 𝐢𝐧𝐧𝐨𝐜𝐞𝐧𝐭 𝐠𝐚𝐦𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora