8 - L'Inter (ai tempi del triplete)

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Ieri era domenica e sono andata allo stadio con mio padre, abbiamo parcheggiato nel solito posto e fatto i soliti gesti scaramantici prima della partita, lui in queste cose è pazzesco e mi tocca accontentarlo; qualche volta può anche essere divertente, almeno fino a un certo punto. Due anni fa, alla seconda di campionato, mi ha comprato un gelato all'intervallo, nel secondo tempo la squadra ha giocato benissimo e ha rimontato due gol. Se fosse stato per lui avrei dovuto continuare a ingozzarmi di cornetti all'amarena anche in pieno inverno, per darci un taglio ho aspettato prudentemente la partita contro l'ultima in classifica ma me la sono vista brutta comunque. Siamo rimasti sullo zero a zero fino a metà della ripresa e, da come mi guardava con la coda dell'occhio, era chiaro che se non avessimo segnato la colpa sarebbe ricaduta su di me a causa del mio rifiuto di mangiare il gelato tra il primo e il secondo tempo.

Seguo l'Inter con mio padre fin da quando facevo le elementari, allora mi portava di tanto in tanto, da tre anni facciamo l'abbonamento insieme e non ci perdiamo un incontro. Mia madre e mia sorella non si degnano, credo abbiano paura di spettinarsi. Quelle rare volte che sono venute faceva sempre troppo caldo o troppo freddo oppure dovevano fare pipì al momento sbagliato o, peggio ancora, si mostravano distratte e annoiate quando avrebbero dovuto essere entusiaste. In poche parole di calcio non capiscono assolutamente una cippa, le guardi in faccia e ti rendi subito conto che si trattengono a stento dal ripetere ogni cinque minuti quella grandissima minchiata dei ventidue uomini in mutande che corrono dietro alla palla, il luogo comune più scontato e idiota mai coniato su questo sport e anche quello che fa più incazzare i veri appassionati. Cosa prova un tifoso quando la sua squadra vince non si può spiegare, lo puoi sentire oppure no e, nel secondo caso, non credo ci sia niente da fare, ti perdi un pezzo di vita e arrivederci. Se poi la tua squadra non ha vinto per tanto tempo, ha subito ogni genere di ingiustizie, ha dovuto lottare contro il resto del mondo per ottenere quello che meritava e, alla fine di un interminabile calvario, ha finalmente vinto e poi stravinto e continua a rivincere beh... Se l'editore me lo permettesse incollerei in questo punto la foto che ho scattato con il cellulare un istante dopo il triplice fischio della finale. Mio padre aspettava quella Coppa da sempre e dentro quell'immagine in qualche modo si vede. Quante cose si possono aspettare per tanto tempo senza mai smettere di sperare? A me è andata decisamente meglio, da quando ho iniziato a seguire davvero il calcio la mia squadra ha sempre vinto, ho sempre potuto sfottere senza pietà i tifosi delle altre squadre e poi assumere quella meravigliosa aria di superiorità che li fa rosicare fino a raggiungere le vette massime dell'incazzatura. Ah, che meraviglia, Grazie Inter!

Ieri siamo arrivati ai nostri posti numerati, i soliti, manco a dirlo, se fosse costretto a cambiarli credo che mio padre cadrebbe istantaneamente in depressione. Ad aspettarmi, in mezzo ai volti già noti degli altri abbonati c'era una piacevolissima sorpresa: un ragazzo veramente carino, era davvero impossibile non notarlo. Troppo grande per me, probabilmente, ma non si può mai dire, lasciate fare alla vecchia Ginevra. Ieri non ero in vena ma se il figo dovesse rifarsi vivo farò in modo di non passare inosservata.

 Ieri non ero in vena ma se il figo dovesse rifarsi vivo farò in modo di non passare inosservata

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