Capitolo 42 - Pugni e spari

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«Aimeen, sei pronta?».
Sto finendo di pranzare con i miei amici, quando Eric si presenta al nostro tavolo. Non vorrei dire una bugia, ma mi sembra che sia leggermente meno teso del solito.
Alzo gli occhi su di lui «Mi dai altri dieci minuti?».
«Dove devi andare?» chiede Leah, prima che lui possa rispondere.
Eric mi fa un cenno e si allontana.

«Eric mi vuole allenare» rispondo, non del tutto eccitata all'idea.
Leah sorride divertita, mandando giù un pezzetto di torta «Allenare eh?».
«Sì» rispondo, lanciandole un'occhiata «Evidentemente gli manca torturare gli iniziati».

«E se ci facessimo torturare insieme a te?» la domanda di Zeliah mi coglie alla sprovvista.
«In effetti avrei bisogno di riprendere ad allenarmi» riflette Ryan.
Esito un attimo, ma poi mi rendo conto che voglio che anche loro siano pronti in caso di necessità.
«Sempre se non disturbiamo i vostri programmi di coppia» aggiunge Skean dal mio fianco, tirandomi una leggera gomitata.

Alzo gli occhi al cielo «Fate pure, così eviterò di farmi torturare da sola».
«A chi vuoi darla a bere?» ridacchia Leah.
La guardo «Conosci Eric. Non è il famoso ragazzo dolce e romantico, e quando si tratta di allenamento torna ad essere l'istruttore che abbiamo conosciuto il primo giorno. Sadico e spietato».

«Grazie, mi fanno sempre piacere i tuoi complimenti». La voce di Eric che mi arriva da dietro mi fa rizzare i capelli sulla nuca.
«Prego» mormoro fulminando con lo sguardo Zeliah e Leah che sono sedute di fronte a me «Avvertire no eh?».
Zeliah ridacchia. Leah invece alza le spalle, mentre sulla faccia le si disegna un'espressione divertita.

«Ci chiedevamo se potessimo infiltrarci al vostro allenamento privato» Luke si volta e si rivolge direttamente ad Eric.
Mi giro per guardarlo e lui incrocia i miei occhi, facendomi un sorriso quasi impercettibile.
«Va bene, mi sembra una buona idea» risponde lui «Forza allora, seguitemi».

Ci alziamo e lo seguiamo, attirando su di noi qualche sguardo.
«Potremmo fare un po' di allenamento ai sacchi da boxe e poi con le pistole» Eric ci precede lungo i corridoi, fino a condurci nella stanza dove ci allenavamo per l'iniziazione.

«Perfetto, avevo giusto voglia di sparare a qualcuno» Leah si scrocchia le dita con aria soddisfatta.
«Non credo troverai volontari a cui sparare... Qualcuno vuole farsi bucherellare?» Eric richiude la porta alle nostre spalle e ci guarda uno alla volta.
«Non ci tengo a diventare un annaffiatoio, grazie» risponde Ryan passandosi una mano tra i capelli.
Scoppio a ridere, insieme ai miei amici, e sorprendentemente lo fa anche Eric.

«Uno per ogni sacco, dai. Non ho tutto il giorno!» Eric batte le mani per farci muovere.
Eseguiamo i suoi ordini, sistemandoci in riga: Zeliah, Luke, Leah, Skean, io, Ryan e Lukas.

«Cominciate! E ricordatevi cosa io e Quattro vi abbiamo insegnato durante gli allenamenti».

Comincio a colpire il mio sacco. Stavolta non ho i miei adorati guantoni, dovrò stare attenta alle mie mani.
«Non ve l'ho mai chiesto. Com'era Quattro come istruttore?» chiedo ai due vicino a me.
«Tosto, ma tra i due sinceramente preferisco lui» risponde Skean a bassa voce tra un colpo e l'altro.
«Concordo» la voce di Ryan mi arriva smorzata «Eric mi ha sempre messo i brividi».

«Pacifica, riesci a combattere senza parlare?». Eric si ferma dietro di me, lo percepisco anche senza vederlo.
«Sì» rispondo sbuffando.
«Che rompipalle» mormoro poi pianissimo.

Ma non avevo calcolato che lui mi sentisse.
Eric mi si piazza di fianco, guardandomi con un sopracciglio alzato. Gli lancio un'occhiata, mentre sorrido «Ops».

«Concentrati!».
Annuisco e torno al mio sacco.

Nella stanza risuonano solo i colpi delle mani contro la pelle dei sacchi. E i commenti che ogni tanto Eric lascia qua e là.

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