Capitolo 30 - Verdetto

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Qualche ora più tardi ripercorro i corridoi per andare alla mensa.
Ormai ho imparato quella strada a memoria, tanto da non fare più nemmeno caso a dove passo.

«Aimeen?».
Mi volto. È Quattro.
Mi fermo e lascio che mi raggiunga.
Quando mi arriva davanti lo vedo scrutarmi con attenzione, ma io distolgo lo sguardo.
Sento la sua mano posarsi sulla mia spalla «Stai bene?».

Scuoto la testa «Mi fidavo di lui, invece mi ha mentito. Mi hanno iniettato il siero, lo inietteranno a tutti».
«Lo so» mormora lui.
Alzo gli occhi e lo guardo «Mi dispiace. Vi ho messo in pericolo per niente. Avrei dovuto capirlo che sarebbe successo».
«Non potevi saperlo. Comunque a qualcosa è servito, abbiamo avvisato mio...» fa un sospiro «...mio padre. Farà in modo di mettere al sicuro gli Abneganti per stasera».

Annuisco, ma mi sento comunque sconfitta.
«Pacifica, hai fatto molto più di quello che ci si sarebbe aspettati da una semplice iniziata».
«Sono nata da Pacifica, mi è stato insegnato a fare del mio meglio per mantenere la pace. E ora diventerò io stessa un soldato controllato da Jeanine, e non posso fare niente» mormoro.

Quattro mi guarda, la comprensione nei suoi occhi.
«Lo so Aimeen, Max l'ha iniettato anche a me. Ti assicuro però che mio padre farà di tutto per mettere al sicuro la sua fazione».
Si passa una mano tra i capelli, è teso.

«Vieni, andiamo a cena. Poi ci sarà la classifica» si incammina lungo il tunnel.
Sospiro e lo seguo.

Quando arriviamo alla mensa è piena di Intrepidi. Il caos però oggi non riesce a mettermi allegria, non ci riesce nemmeno Zeliah che mi abbraccia appena arrivo al suo tavolo.

Quattro è sparito appena siamo arrivati, andando a confondersi nella folla nera.
Mi siedo vicino a Zeliah. Al nostro tavolo ci sono Luke, Leah, Ryan e gli altri interni.
Stanno discutendo di che lavoro vorrebbero fare. Li ascolto mentre cerco di mangiare qualcosa, ma non sono dell'umore per discutere con loro.
Non so se i gemelli abbiano capito che quel siero è lo stesso che abbiamo distrutto ieri. Da una parte spero di no. È meglio per loro non saperlo.

Questa sera gli Intrepidi sono molto più rumorosi e caotici del solito, il che significa che c'è una vera e propria baraonda in questa sala.
Tale che quando il vocio cala di colpo un senso di inquietudine mi assale.
Un rumore stridulo si diffonde nella sala. Mi volto e ne trovo la fonte. Eric sta in piedi su un tavolo in fondo alla sala e picchietta le dita su un microfono. Subito cala il silenzio.

«Non siamo bravi a fare discorsi qui, quelli li lasciamo agli Eruditi» inizia Eric.
Gli Intrepidi ridono, io vorrei solo prenderlo a schiaffi.
Scommetto che pochissimi sanno che lui era un Erudito una volta. Pochissimi avranno capito che il suo essere spietato e la sua brutalità che tanto sfoggia sono più da Erudito che Intrepido. Magari non riderebbero se lo sapessero.

«Perciò sarò breve» continua. Gli occhi che scandagliano la folla.
«Da adesso abbiamo un gruppo di nuovi membri. Congratulazioni!».
Appena lo dice la sala esplode in urla ed esclamazioni. Ci sono pugni che battono sul tavolo, piedi che battono sul pavimento.

«Noi crediamo nel coraggio, nell'azione, nel superamento delle paure, nella possibilità di espellere il male dal mondo» riprende.
Sì, proprio mentre stanno per attaccare gente innocente!
«Se credete anche voi in queste cose, noi vi diamo il benvenuto!».

Per un attimo sorrido, perché malgrado quello che lui ha fatto io in quelle cose ci credo. Forse loro stanno andando contro gli ideali degli Intrepidi, ma io quegli ideali li sento miei.
Gli Intrepidi intorno a noi si sfogano di nuovo.

«Domani, la prima cosa che faranno i primi dieci iniziati sarà scegliersi la professione, in base all'ordine in cui si sono classificati» va avanti Eric. «La classifica è stata stilata prendendo in considerazione i tre punteggi. Quello del modulo di addestramento, quello delle simulazioni e l'esame finale, lo scenario della paura. La classifica apparirà su questo schermo» indica alle sue spalle.

Appena lo fa, il monitor si illumina e compaiono i nomi. Vicino al numero uno ci sono la mia foto e il mio nome, Aimeen.

Improvvisamente mi sento leggera come non lo sono stata da tempo. Ho finito e superato l'iniziazione, sono prima! Sono ufficialmente un'Intrepida.
Per un attimo le preoccupazioni svaniscono dalla mia mente.
Zeliah mi si scaglia addosso, stringendomi fortissimo. Ricambio il suo abbraccio, un sorriso che mi si allarga sulla faccia.
Riguardo lo schermo e leggo tutti i nomi.

1. Aimeen
2. Leah
3. Luke
4. Derick
5. Ryan
6. Paul
7. Zeliah
8. Lukas
9. Skean
10. Mylah

L'undici e il dodici sono due interni che non conosco, Trina è tredicesima e gli ultimi due interni.

Sento altre mani sfiorarmi e congratularsi. Mi stacco da Zeliah e trovo Leah dietro di me. Ci scambiamo uno sguardo e nello stesso istante ci abbracciamo, siamo le prime due.
«Essere battuta da te è un onore, Pacifica» esclama stritolandomi.
«E tu sei la mia Intrepida preferita» rispondo ridendo.
«Così mi piaci» ribatte lei.

Per i successivi dieci minuti passo da un abbraccio all'altro. Ci piovono addosso complimenti da ogni parte, mentre gli Intrepidi esultano e fanno quanto più caos possibile.

Ad un certo punto scorgo Quattro avvicinarsi.
«Complimenti nuovi Intrepidi!» fa un cenno e ci guarda tutti.
«Grazie, Quattro» Luke ha gli occhi luminosi.
Incrocio lo sguardo dell'istruttore. Entrambi ci chiediamo se lui e Leah abbiano capito del siero. Se Adam e gli altri lo abbiano capito.

«Pacifica, devo parlarti». Si avvicina a me e mi prende per il braccio. Mi guida fino ad un angolo della sala meno affollato.
«Intanto complimenti! Otto paure non sono niente male». I suoi occhi blu scuro mi osservano.
«Grazie, Quattro» mormoro.
«Sono riuscito ad avvisare mio padre, probabilmente l'attacco avverrà stanotte».
Annuisco.

Prima che me ne renda conto lui mi si avvicina fino a sfiorarmi la guancia con il suo viso.
«Sono felice che tu abbia battuto Derick» sussurra nel mio orecchio.
Poi si allontana e mi fa un cenno d'intesa. Sorrido.
«Cerca di divertirti e lascia da parte i pensieri, Pacifica» dice piegando leggermente la testa. Mi dà un'ultima occhiata e sparisce tra la folla.

Non faccio in tempo a seguirlo che il mio polso viene artigliato da qualcuno.
Mi volto solo per trovare davanti a me gli occhi gelidi di Eric.
Strattono il braccio dalla sua presa «Cosa vuoi?».
«Parlarti. Vieni con me» risponde seccato.

«Perché dovrei ancora fidarmi di te?» chiedo scettica.
«Te lo spiegherò, tu vieni» replica riafferrandomi il braccio e facendomi uscire dalla mensa.
Mi porta fino al suo appartamento e mi fa entrare.
Solo una volta richiusa la porta mi lascia libera.

«Cosa vuoi? Prendermi in giro un'altra volta?» sbotto incrociando le braccia.
Lui si passa la mano tra i capelli, seppur corti «Non ti ho presa in giro. Non sapevo che Max ne avesse una scorta nascosta».
«Questo non spiega il tuo atteggiamento. Non hai mosso un dito» lo accuso.
«E cosa avrei potuto fare? Contrastare pubblicamente un altro capofazione?» chiede irritato.
«Sì. Per una buona causa sì. Ma no, per te il potere è tutto. Figurarsi rischiare il posto!» esclamo sentendo la rabbia montarmi dentro.

«Smettila» sibila avvicinandosi.
«Smettila tu Eric, ne ho abbastanza. Evidentemente non siamo compatibili, avrei dovuto saperlo» gli volto le spalle e vado a prendere la borsa con tutta la mia roba.
«Cosa fai?». Mi segue in camera.
«Me ne vado da qui» rispondo stanca.

«Per andare dove? Da Quattro?» chiede stringendo i pugni.
«Almeno lui starebbe dalla mia parte, ma no. Dagli interni».
Lo osservo e fisso gli occhi sui suoi muscoli tesi «Non serve che tu sia geloso, non più».
«Aimeen» mormora «Non andartene».
Alzo gli occhi sui suoi «E cosa dovrei fare? Rimanere qui e lasciare che tu mi dia ordini mentre sono sotto simulazione? Non mi fido di te, non più».

Mi asciugo una lacrima scappata al mio controllo, attraverso la sala e raggiungo la porta. Mi volto un'ultima volta a guardarlo. È bello, ed è uno stronzo.

Una scelta per sempreDär berättelser lever. Upptäck nu