Capitolo 27 - Un piano esplosivo

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«Aimeen?».
Quattro mi apre la porta, stupito di vedermi.
Annuisco «Ho alcune novità».
Guarda dietro di me e poi mi lascia entrare.

«È tutto deciso, per il Giorno dell'Iniziazione» dico.
«Cosa? Domani?» chiede spalancando gli occhi.
Annuisco.
«Dal centro di controllo sono riuscito a captare solo qualche frase, credo che Eric ti abbia detto la verità. Domani? Dobbiamo fare qualcosa o finiremo tutti sotto simulazione» Quattro si volta e cammina avanti e indietro.

«Eric mi ha detto dove tengono il siero».
Quattro mi lancia un'occhiata «Ti fidi?».
«Mi fido. Ha capito che sono una Divergente, se avesse voluto farmi fuori l'avrebbe fatto subito. Di occasioni ne ha avute a volontà» rispondo.

Gli riferisco tutto quello che Eric mi ha detto e lascio che pensi alle nuove informazioni.
«Come possiamo distruggerlo?» chiedo.
«Dovremmo riuscire a rompere tutte le siringhe. Oppure procurarci dell'esplosivo e farlo esplodere lontano da qui. Che mi sembra la cosa migliore» riprende a camminare concentrato sui suoi pensieri.
«Adam lavora al magazzino delle armi, potrebbe procurare dell'esplosivo. Posso chiedere ad un paio di miei amici, Lauren, Zeke, suo fratello Uriah... Vieni con me».
Mi fa un cenno e io lo seguo fuori dal suo appartamento.

Ormai è ora di cena, per cui la mensa è piena e caotica. Al punto tale che permette tranquillamente a Quattro di passare tra i tavoli senza farsi notare più di tanto. Io lo aspetto fuori dalla porta della mensa.

«Perfetto. Adam ci va subito. Ho detto a tutti che ci troviamo tra un quarto d'ora al corridoio dal quale si accede alla stanza che mi hai detto. Non penso ci serviranno armi, ma non si sa mai. Luke e Leah lo aiuteranno a prenderne un po'».

«Puoi andare nel mio appartamento e rimanere lì, se vuoi» Quattro mi guarda e mi sfiora il braccio.
«No, vengo con voi» replico immediatamente. Non esiste che li lasci ad arrangiarsi.
Lui annuisce «Questa cosa ti fa onore, Aimeen. So per certo che Eric ti avrebbe tenuta fuori da tutto».
«Lo avrebbe fatto, ma che persona sarei stata? Lasciare che i miei amici diventino assassini, che altre persone muoiano e restarli a guardare? Anche no».

Quattro mi sorride, poi ci avviamo lungo i tunnel, all'interno della fredda roccia.
Arriviamo nel corridoio prescelto e aspettiamo. Sento l'ansia attanagliarmi lo stomaco, questa volta non a causa di una simulazione.

Dopo qualche minuto sento dei passi. Guardo Quattro, e lui guarda me.
Si avvicinano più persone. Quando arrivano a qualche metro da noi tiro un sospiro di sollievo, sono Leah e Luke con un ragazzo più grande.

Ci salutiamo facendo meno rumore possibile. Poi osservo Adam, è praticamente la versione più grande di Luke e Leah. Anche lui biondissimo, capelli rasati da un lato come la sorella e piercing lungo tutto l'orecchio esposto.
«Tu sei la famosa Pacifica, allora» mi squadra facendomi l'occhiolino.
Mi volto a guardare Leah e Luke che si fingono innocenti e li fulmino con lo sguardo.

«E tu il famoso Adam» rispondo con un cenno.
Lui sorride, poi si avvicina a Quattro e gli mostra quello che tiene in mano.
I suoi fratelli invece tengono nascoste una pistola ciascuno nell'elastico dei pantaloni, e scommetto che sotto le felpe ne hanno altre.

Di nuovo sentiamo rumore di passi. Colgo il movimento delle mani dei gemelli, che vanno ad impugnare le pistole, pronte a sparare.
Ma non ce n'è bisogno. Si tratta solamente degli altri. Quando si avvicinano riconosco alcune facce, ma non saprei attribuire loro dei nomi.
«Ok, ci siamo tutti. Entriamo» Quattro estrae un mazzo di chiavi ed apre la porta. Chissà dove le ha prese.

Entriamo nella stanza e ci richiudiamo la porta alle spalle.

«Zeke è di turno stasera al centro di controllo. Farà in modo di coprirci le spalle e non inquadrarci con le telecamere. Ma dobbiamo stare veloci» Quattro avanza nella stanza ed individua le casse piene di siero arancione. Ci assicuriamo che sia quello leggendo le etichette affisse all'interno. È lui.

Una scelta per sempreWhere stories live. Discover now