Capitolo 14 - Giorno delle Visite

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Mi alzo dal letto e mi strofino gli occhi, è il Giorno delle Visite.
Appena ci penso sento l'ansia attanagliarmi lo stomaco. Eppure non ho niente da temere. So che mamma, papà e Amineah ci saranno. Ne sono sicura.

Passo più tempo del solito in bagno, cercando di sistemarmi al meglio. Controllo che i vestiti siano a posto, indosso dei pantaloni e una felpa, rigorosamente neri.

Mi spazzolo i capelli, lasciandoli scendere lunghi e biondi sulle spalle.
Poi mi scruto nello specchio. Sono sempre la stessa Aimeen, ma sono anche cambiata.

Fortunatamente i lividi ricevuti in questi giorni di combattimenti sono guariti abbastanza. Almeno quelli sul volto, gli altri si trovano al di sotto dei vestiti, dove la mia famiglia non potrà vederli. Quasto mi fa sentire meglio.

Zeliah mi affianca. Ci guardiamo.
«Andiamo?» chiede sforzandosi di sorridere.
Anche lei è nervosa. Lo siamo tutti.
Solo al Pozzo scopriremo se i nostri genitori sono venuti a trovarci. Se ci vogliono ancora bene o se ci considerano traditori.
Deglutisco.

«Andiamo» rispondo, e afferro la mano di Zeliah.
Lei mi sorride.
E insieme torniamo al dormitorio.

«Ascoltatemi tutti!» tuona Eric appena noi varchiamo la soglia.
«Nel caso in cui i vostri parenti dovessero venire, lo scoprirete tra poco, vi consiglio di non mostrarvi troppo attaccati a loro. Sarà meglio sia per loro che per voi. Inoltre noi Intrepidi prendiamo molto sul serio il motto la fazione prima del sangue. Non vogliamo membri troppo affezionati alla loro vecchia fazione e quindi non del tutto contenti della nostra. Chiaro?».

Annuisco, cogliendo la minaccia nelle sue parole.
Eric si volta e se ne va.
Io affianco Zeliah e insieme scendiamo al Pozzo.

Quando ci arriviamo troviamo già famiglie riunite, principalmente di Intrepidi. Intravedo Derick in un angolo. E dentro di me sono felice che nessuno sia venuto per lui.
Trina invece è insieme ad una donna bruna e grassottella, vestita di bianco e nero.

«Zeliah!».
Vedo uno svolazzo di bianco in mezzo al nero, una donna si è slanciata ad abbracciare la mia amica. Un uomo le guarda e sorride.
Sorrido anch'io e mi allontano, lasciandoli da soli.

Scruto la folla in cerca dei colori dei Pacifici e finalmente li vedo.
Mi faccio spazio attraverso la gente e arrivo di soppiatto dietro alla mia sorellina.
Le scompiglio i capelli.

Lei si gira di scatto e quando mi vede lancia un risolino acuto.
Mamma e papà si voltano subito.
«Aimeen!» esclama Ami e mi si lancia addosso.
La prendo e la stringo forte a me.
«Ciao Ami, ciao mamma e papà!» li saluto.

«Tesoro, siamo felici di vederti» mormora mamma abbracciandomi.
«Ci manchi» aggiunge papà stringendomi per un attimo.
«Anche voi» mormoro guardandoli bene e imprimendomi in testa i loro volti.

«Come va?» chiede papà accarezzandomi una guancia.
«Bene, l'iniziazione è dura. Ma ce la sto mettendo tutta».
«Sei felice?» chiede mamma.
Annuisco e sorrido «Sì, sono felice».
«Bene, questa è la cosa più importante».

Mamma mi abbraccia di nuovo «Ti voglio bene, figlia mia».
«Anche io mamma, ti voglio bene» mormoro stringendola.
«E voglio bene anche a te, Ami» aggiungo sciogliendo l'abbraccio con mia madre e chinandomi verso mia sorella.
La prendo in braccio e lei ride.
La sua risata mi mancava.

«Aimeen, hai fatto un tatuaggio?» chiede con la sua voce squillante.
Seguo il suo sguardo sulla mia clavicola. In effetti sbuca dalla felpa.
«Sì, le fiamme degli Intrepidi» rispondo sorridendo.
«Sei diversa» riprende, piegando la testa e osservandomi «Ma ti voglio sempre bene uguale».

Una scelta per sempreWhere stories live. Discover now