Capitolo 22 - Divergenti

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«Vedrai le registrazioni delle simulazioni, tu?» chiedo, evitando di guardarlo negli occhi.
«No, a meno che non ci siano problemi».
«Del tipo?» chiedo incuriosita. Come possono esserci problemi?

«Manipolazioni o cose insolite da Divergenti».
«Divergenti?» chiedo stupita.
Li ho sentiti nominare qualche volta, tra i Pacifici, ma nessuno mi ha mai spiegato cosa o chi siano e io non ho mai avuto il coraggio di chiederlo.

«Riescono ad essere consapevoli durante le simulazioni, a manipolarle se lo vogliono» spiega afferrandomi una ciocca di capelli e giocandoci con le dita «Spesso il test attitudinale per loro risulta inconcludente. Mostrano una predisposizione per più fazioni».
Improvvisamente sudo freddo.
Io sono consapevole durante le simulazioni, ogni volta lo sono stata. Non da subito però.
E non le ho neppure manipolate.

E poi penso al test, il cui risultato è stato inconcludente.
Non sono risultata Pacifica. Ho mostrato una predisposizione sia per gli Intrepidi che per gli Eruditi e gli Abneganti.

L'Abnegante che mi ha fatto il test mi ha detto solo questo. Alla fine come risultato ha inserito Intrepida, quello che secondo lui era la predisposizione più evidente.

E Intrepida ho scelto.
Però sono una Divergente.

«Cosa succede ai Divergenti?» chiedo. Cerco di non sembrare spaventata.
«Per ora niente» risponde. Il suo tono mi sembra insolito, alzo gli occhi e lo guardo.
«Ma Jeanine Matthews sta tentando da tempo di farseli indicare e preme perché collaboriamo con lei» aggiunge, la fronte corrugata.
«La leader degli Eruditi? E perché?» chiedo. Quella donna non mi è mai stata simpatica.
«I Divergenti spaventano. Sono persone difficili da controllare perché riescono a vedere le cose sotto più punti di vista, sono una minaccia per il sistema delle fazioni e la pace».

«E Jeanine vuole avere tutto sotto controllo, tu vuoi avere tutto sotto controllo» concludo fingendo una risata.
«Sì» risponde. Gli occhi di ghiaccio puntati nei miei.
«Jeanine è spietata, forse più di te. Quali che siano le sue intenzioni puoi starne certo che non portano a niente di buono» dico.
Lui contrae le labbra.

«Tu sai già cosa vuole fare, non è così? E probabilmente state già collaborando, vero?» chiedo allarmata.
Lui annuisce.
Sfilo la mano dalla sua presa e mi alzo, allontanandomi da lui.
Mi sento come in trance, mi sembra che tutto vada a rallentatore.

Jeanine vuole i Divergenti e chiede aiuto e collaborazione ai capofazione Intrepidi. Come sono collegati Eruditi e Intrepidi?
Ci penso e alla fine capisco. Il siero delle simulazioni, lo forniscono gli Eruditi, ne sono certa.

E perché agli Eruditi dovrebbero servire gli Intrepidi? Alla fine il nostro compito è quello di proteggere la città e stare di guardia alla recinzione... Armati.
Armi.
Esercito.
Jeanine vuole un esercito di Intrepidi al suo comando.

Scendo dagli scogli e raggiungo l'entrata del tunnel.

Un esercito per cosa? È l'unica cosa che non riesco a capire. Abitando tra i Pacifici, al di fuori della recinzione, ho visto ben poco delle dinamiche della città.

E poi come controllare un esercito? Sono sicura che nessun Intrepido sarebbe d'accordo.
Essere d'accordo. Questo è il punto. Faranno in modo che gli Intrepidi non se ne rendano conto, li manipoleranno. Con un siero probabilmente.

Sono così presa dai miei pensieri, dalla mia teoria, che nemmeno mi accorgo di Eric. Almeno finché non mi bracca per le braccia.

«Aimeen?» mi chiama.
Alzo gli occhi.
«Jeanine vuole un esercito di Intrepidi al suo comando, vero? E chi dovremo attaccare o magari uccidere?» chiedo, la voce acuta.
«Calmati, Pacifica!» ordina lui.
«Sì bé, per te è facile. Non sarai tu ad essere u...» le parole mi muoiono in gola. Non lo deve sapere.
Se lui cerca i Divergenti devo stargli alla larga.

Mi divincolo dalla sua presa, ma riesce ad afferrarmi di nuovo.
«Ho ragione, vero? Dimmelo, ti prego».
«Non lo deve sapere nessuno, nemmeno tu avresti dovuto» scandisce.

«Cinque capifazione che danno la loro fazione in mano ad una donna spietata, che consegnano i loro amici, le persone che incontrano ogni giorno... E chi vorrebbe attaccare? Non i Pacifici, ne sono sicura. I Candidi nemmeno. Gli Abneganti sono al governo... È ovvio, gli Abneganti» mentre penso ad alta voce sento l'agitazione crescere in me.

Eric mi guarda sorpreso.
«Sono riuscita a sorprenderti?» chiedo, una risata isterica mi esce dalle labbra «Sai, non è difficile fare due più due».

«Scommetto che ho ragione, vero?» chiedo, sfidandolo con lo sguardo.
Lui non risponde, significa che ci ho preso.
«Magari mi troverò davvero a vivere la simulazione di prima» sussurro.
Mentre lo dico mi sento gli occhi pungere e alcune lacrime sfuggono al mio controllo.

Eric mi guarda, tra lo sbalordito e la confusione.

«Mi piacevi, mi piacevi davvero Eric» mormoro «Ma se aiuti Jeanine giuro che non ti perdonerò mai, sarà solo la dimostrazione che sei davvero così crudele come dicono».
Mi viene da ridere. Inutile aspettarsi qualcosa da lui, non si abbassa nemmeno a darmi una risposta.

«Lasciami, per favore» chiedo abbassando lo sguardo.
«Che simulazione hai dovuto affrontare?» indaga.
Alzo gli occhi nei suoi «C'era la mia famiglia. C'erano Amineah, mamma e papà. E c'eri tu. Con una pistola puntata alla mia testa. Mi hai ordinato di sparargli».

Lui rimane indifferente «L'hai fatto?».
Scuoto la testa «Avrei sparato a te, ma sei stato più veloce».
Annuisce. È l'unica reazione che ha.
Gli dico che gli avrei sparato e tutto quello che sa fare è annuire.

«Sai Eric, credo che tu mi abbia solo preso in giro a questo punto. Io ti dico che ti ho visto uccidermi e tu non fai una piega» aggiungo stancamente.
«Non è un comportamento da Intrepidi» ribatte.
«Infatti, non lo è» rispondo.
«Parlavo del tuo» replica.

Rido «Avrei dovuto sparare alla mia famiglia? Preferisco farmi uccidere, anche se è il ragazzo che mi piace a farlo».
Eric socchiude gli occhi e mi scruta.

«Se cambi idea sai dove trovarmi, altrimenti non abbiamo più niente da dirci io e te» strappo le braccia dalla sua presa «Eric, pensa bene cosa vuoi essere. Si può essere sia coraggiosi, che intelligenti, gentili, altruisti e  sinceri».
«È un discorso da Divergente» risponde scettico.

Alzo le spalle, mi volto e sparisco nel corridoio buio. Vorrei lasciarmi quello che ho appena scoperto alle spalle, vorrei resettare la mia memoria e non sapere cosa Jeanine ha intenzione di fare e soprattutto vorrei che Eric non fosse coinvolto.

Una scelta per sempreWhere stories live. Discover now