Capitolo 13 - K.O.

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Mi alzo desiderando di poter scappare per un giorno e trovare un posto dove non dover far altro che dormire.
I muscoli delle gambe sono doloranti, quelli delle braccia un po' meno per fortuna. E sto morendo di sonno.

I combattimenti degli ultimi giorni sono stati faticosi. Le intere giornate sono state faticose.
Ho combattuto contro Trina, vincendo, e contro Paul. Con Paul ho perso.

In qualche modo riesco a trascinarmi in bagno e a sistemarmi, per poi dirigermi insieme agli altri nella palestra.

La prima cosa che noto è Eric appoggiato a braccia conserte al muro.
La seconda è la lavagna appesa accanto a lui.
La terza è il mio nome.
La quarta è il nome di Derick accanto al mio.

Eric sta dicendo qualcosa. Ma non lo ascolto, la mia mente è troppo concentrata nel farmi vedere l'immagine di me in infermeria.
Con Derick non ho alcuna possibilità. Mi giro verso di lui, lui intercetta il mio sguardo e mi fa un ghigno divertito. So già che non mi lascerà scampo. Penso di stargli particolarmente antipatica, non si lascerà scappare l'occasione.

Il nostro turno arriva troppo presto.

Almeno siamo gli ultimi, gli altri non mi vedranno perdere contro di lui.
Zeliah non mi vedrà perdere contro di lui. Questo mi consola.

Mi sento le gambe tremare mentre entro nell'arena.
Il ghigno di Derick non promette niente di buono, sa già che ne uscirà vincitore.

Mi faccio forza e al "via" di Eric sferro subito il primo pugno, prendendolo alla sprovvista.
Lui risponde e io cerco di difendermi meglio che posso.
Non so quanto dura, se cinque minuti o mezz'ora.
So solo che ad un certo punto mi ritrovo per terra, Derick che si staglia sopra di me.

Cerco di colpirlo ma lui para tutti i miei colpi.
I suoi invece riescono a schivare le mie mani e mi arrivano addosso, scuotendomi il corpo.
Spero finisca presto.
Non ho più le forze per colpirlo e quando vedo il suo prossimo pugno in arrivo chiudo gli occhi.

Le mie mani non riescono a riparare la mia faccia. Il suo pugno mi scuote il viso intero, sento le lacrime agli occhi.

Il "basta così" di Eric non mi è mai sembrato tanto bello. Sento Derick allontanarsi ma non ho il coraggio di aprire gli occhi.
Mi giro sul fianco e mi rannicchio, cercando in tutti i modi di non piangere. Non voglio piangere.

Voglio tornare a casa.

È la prima volta che lo penso.
A casa nessuno mi avrebbe colpito così, nessuno avrebbe colpito una ragazza in questo modo. Non sarebbe stato permesso. Non dovrebbe essere permesso.

«È finito, puoi alzarti».
La voce di Eric mi fa solo venir voglia di scappare, in questo momento.
«Pacifica, alzati» dice ammorbidendo il tono, anche se impercettibilmente.
Mi posa una mano sulla spalla.

Mi ritraggo al suo tocco e apro gli occhi.
«Non toccarmi» sibilo.

Mi appoggio al pavimento per alzarmi e stringo i denti per il dolore che mi attraversa tutto il corpo.

«Andiamo in infermeria» dice Eric, prendendomi il braccio.
Lo fisso piena di rabbia «Ti ho detto di non toccarmi. È tutta colpa tua!».
Lui ritira la mano e incrocia le braccia «Dimmi tutto, sentiamo».
Mi passo la mano agli angoli degli occhi per asciugare le lacrime.

«Come puoi permettere che un ragazzo colpisca così una ragazza? Anzi, come puoi ordinarlo? Per entrare negli Intrepidi bisogna picchiarsi a morte? Questo prova l'essere spietati e cattivi, non il coraggio» rovescio fuori. Ne ho abbastanza.
«Il coraggio è un'altra cosa» mormoro.
Forse ho fatto la scelta sbagliata.

Una scelta per sempreWhere stories live. Discover now