Capitolo 34 - Tensione

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Qualche minuto dopo, la porta dell'infermeria si spalanca e cominciano ad entrare Intrepidi ancora sconvolti che trasportano i colleghi feriti.
Mi dispiace rendermi conto che siamo stati noi a ferirli, ma non avevamo alternative. Se non ci fossimo difesi ci avrebbero ucciso.

Tutti quelli che entrano lanciano un'occhiata al letto in cui stiamo Eric ed io, per poi distogliere lo sguardo appena si accorgono di lui.

«Non hai paura per la tua reputazione adesso?» chiedo sorridendo. La cosa è quasi divertente.
«Non basterà una Pacifica a intaccare la mia reputazione» risponde lui.
«Immagino di no» replico.
Mi alzo a sedere e scendo dal letto.

«Dove vai?» chiede Eric cercando di tirarsi su.
Mi avvicino a lui e premo sul suo petto per farlo stare giù «Aiuto Brenda, è anche colpa mia se quelle persone sono ferite. Tu stai giù».
Lui sbuffa. Non deve essere abituato a dover fare quello che gli altri gli dicono.

«Sai, darti ordini è molto soddisfacente» ammetto osservandolo.
Lui mi fulmina con lo sguardo.
«Per una volta che ho un po' di potere su di te non posso non approfittarne» mormoro, lasciandomi scappare un sorrisetto.
La sua mano scatta ad afferrarmi il braccio «Stai attenta, Pacifica».
Alzo gli occhi al cielo «Stai attento tu, Intrepido».

Sfilo il braccio dalla sua presa, gli faccio un sorriso e raggiungo Brenda che è appena entrata dalla porta.

Un'ora dopo abbiamo finito di bendare anche l'ultimo malcapitato. Ho aiutato la madre dei miei amici passandole gli strumenti di cui aveva bisogno e fasciando varie gambe.
Finalmente torno verso il letto di Eric e lo trovo addormentato.
Prendo la coperta che sta ai suoi piedi e gliela stendo sopra.

Lui mugugna qualcosa e si muove. Poi apre gli occhi e mi guarda.
«Scusa, non volevo svegliarti» sussurro sedendomi sul bordo del letto.
«Rimani qua» mormora in risposta.
«Hai bisogno di dormire Eric» dico sottovoce.
«Dormi con me, vieni qui» replica alzando la coperta.

Alzo gli occhi al cielo e mi infilo sotto la coperta, vicino a lui.
In quel momento le luci si spengono facendoci finire al buio.
Eric mi stringe a sé circondandomi con il braccio.
«Non sono abituata a tutta questa gentilezza» sussurro mentre il mio corpo entra a contatto con il suo.
«A chi lo dici» borbotta lui.

«Come sta la tua ferita?».
«Bene, ho preso un antidolorifico prima» risponde mentre sbadiglia «E adesso dormi Pacifica».
«Ecco, ora ti riconosco. Buonanotte Intrepido» sussurro mentre mi viene da ridere.
«Notte Pacifica».

* * *

Sto sognando di essere alle fattorie dei Pacifici insieme a mia sorella, quando mi sento chiamare "Pacifica". Inizialmente mi trovo a chiedermi perché qualcuno chiami solo me così, poi pian piano mi accorgo che la voce non me la sto sognando.

«Pacifica?».
Qualcosa mi accarezza i capelli mentre io mi muovo sotto le coperte, svegliandomi.
Apro gli occhi e mi lascio scappare uno sbadiglio. Alzo lo sguardo su Eric e mi godo la vista dei suoi meravigliosi occhi.
«Perché mi hai svegliato?» chiedo strofinandomi gli occhi. Sto morendo di sonno.

«Colpa mia» risponde una voce da dietro di me.
Mi volto in su e trovo Quattro di fianco al letto.
«Giorno, Quattro» lo saluto e mi alzo a sedere.
«Buongiorno Aimeen! Scusami se ti ho fatto svegliare, tra mezz'ora ci troviamo al Pozzo. Vuoi venire?».
Annuisco.

Quattro si rivolge ad Eric e il suo sguardo si fa subito più duro «Dovresti esserci anche tu. Sei l'unico capofazione rimasto».
«Va bene» risponde l'altro e si tira su.
Scendo dal letto per aiutarlo, ma vedo che se la cava bene anche senza il mio aiuto.
«Andiamo da me, devi aggiornarmi sulla situazione» la voce di Eric non lascia alternative, è entrato nel mood da capofazione.
Quattro annuisce. La sua bocca si contrae ma non ne esce alcun suono. Ho come la sensazione che non lo ritenga più degno di dare ordini.
Da una parte concordo con lui. Eric era coinvolto in tutto questo casino, è stata anche sua la decisione di usarci.

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