Capitolo 28. (Sequel)

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Vorrei che leggeste questo capitolo ascoltando la canzone inserita qui sopra : Back to black, Amy Winehouse.

Jason's pov.

Freno di colpo la macchina, ritrovandomi nell'ultimo posto in cui pensavo di ritornare. Eppure, alla fine, tutto torna.

La piccola casa, ormai tremolante, affaccia sul nulla più totale. Un luogo ormai insignificante, vecchio, ma se non fossi sicuro al cento per cento di trovare quello che sto cercando, probabilmente non sarei ritornato qui.

Senza lasciar tempo alla mente di farmi rivivere ogni singolo ricordo, mi dirigo verso l'interno : tutto buio. Mi guardo intorno, l'intonaco delle pareti è quasi ormai inesistente.

Una strana figura compare da dietro una porta, rivelando un piccolo spiraglio di luce. È bassa, goffa, è impossibile non riconoscerla : è lui.

«Jason.» dice con la voce di chi ormai ha i polmoni completamente rovinati, rovinati dal fumo. «Sapevo che saresti ritornato per della roba, sai, ne ho delle migliori.» aggiunge.

Annuisco lentamente, chiedendomi ogni secondo di più se sto sbagliando oppure no. Ho bisogno di dimenticare, di dimenticare tutto ciò. «Sapevo che prima o poi saresti ritornato, eri uno dei miei clienti migliori, e per te tutto questo ci sarà sempre»

La persona davanti a me, mi porge una bustina nelle mani, piccola ma sufficiente per farmi andare in estasi. Nel buio più completo, riesco comunque a riconoscere quella bellissima polvere bianca : la mia migliore amica per moltissimi anni della mia schifosa vita.

Una lacrima improvvisa scende sul mio volto, e la mente, ormai mia nemica, mi fa rivivere in un lampo tutto quanto. Rivivo la morte di mia madre, causata da questa merda che ho tra le mani, rivivo tutti i momenti in cui la mia vita era appesa a un filo. Rivivo Samantha, semplicemente lei e tutto ciò che è stato di noi.

Cosa succederebbe? Che succederebbe se dovessi uccidere anche lei? Se riprendessi tutto ciò, se mi dovesse piacere, se...

Scuoto la testa, strizzando gli occhi con una forza immensa. Non posso, non posso farle una cosa simile. Non posso rischiare la sua vita per sopravvivere.

Sopravvivere. Probabilmente mi ritroverei peggio di prima, sarei solo una massa di muscoli che non si regge nemmeno in piedi per il troppo stordimento. Vedrei tutto sotto occhi diversi, tutta l'irrealtà che non ha mai portato nulla di buono.

Forse a volte è meglio affrontare la realtà, essere consapevoli di ciò che ci sta accadendo e affrontarlo a testa alta.

Riapro gli occhi, osservando colui che ho davanti, poco visibile a causa del buio. Lascio cadere per terra la bustina che avevo fra le mani, dirigendomi a passo svelto verso l'esterno.

Inspiro profondamente l'aria, ormai fredda, della sera.

Dove ho sbagliato? Continuo a pormi questa stupida domanda, non riuscendo, però, a trovare una risposta adatta. È andato tutto per il verso sbagliato, tutto.

Ho una sorella. Chi è lei veramente? Perché non ha mai voluto sapere nulla della mia vita? Perché non c'è mai stata quando avevo bisogno? Per quale motivo Samantha ha probabilmente sempre saputo tutto? Perché io sono stato sempre all'oscuro di tutto ciò?

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora