Capitolo 17. (Sequel)

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Le mani non smettono di sudare, e l'agitazione piano piano si espande in tutto il mio corpo. Finalmente avrò la possibilità di scappare da qui, da tutto questo orrore e da tutto quello da cui non ho il coraggio di scappare da molto tempo.

Jason si è svegliato questa mattina presto, probabilmente all'alba, anche se ad essere sincera è stata colpa mia. Continuavo ad agitarmi e trovavo qualsiasi modo per cercare di svegliarlo.

«Sei pronto?» chiedo mostrandogli un sorriso tirato. Prima andiamo via, meglio è. Ho una strana paura interiore che Allan possa comunque venirmi a cercare, e sono sicura che non finirebbe bene.

Annuisce, venendo lentamente verso di me. Mi prende il viso fra le mani, quelle mani che mi sono mancate terribilmente e che mi hanno fatto sentire sempre al sicuro. «Stai calma, okay?» Mi posa un dolce bacio sulla fronte prima di prendermi per mano e condurmi fuori da quella casa, da quel ricordo che rimarrà per sempre nella mia mente.

Controllo l'orologio per la ventesima volta da quando sono sveglia. Non riesco neppure a smettere di pensare come sarà andare via assieme alla persona che amo, una volta per tutte.

Mi apre la portiera della macchina, e mi ci fiondo dentro senza pensarci due volte e senza neppure ringraziarlo. Appena entra anche lui e accende il motore, il mio cuore sale ai mille all'ora.

Inspiro profondamente, convincendomi che tutto questo è giusto, che non c'è nulla di sbagliato in quello che sto facendo, ho solo voglia di ritornare a vivere.

Mi volto verso Jason, che sembra così sicuro di sé, senza la minima preoccupazione. «Dove si va?»

Mi lancia un'occhiata veloce prima di rispondermi. «In Canada, piccola.» dice sorridendomi.

Annuisco. Mi sistemo meglio sul sedile, appoggiando la testa sul finestrino, e beandomi di tutte le immagini che scorrono davanti ai miei occhi. Subito dopo mi addormendo, sognando la nuova vita che non ho mai avuto.

***

Mi stropiccio gli occhi, schiudendoli subito dopo. Mi giro su un fianco, soffermandomi ad osservare Jason.

«Perché continui a guardarmi?» chiede sorridendo.

Sbuffo rumorosamente. «Non ti stavo affatto guardando.» piagnucolo.

«Tutte scuse, Samantha. Ammettilo che sono bellissimo e che mi ami troppo.»

Uno strano sorriso mi compare sul volto, facendomi fare la fine di un'ebete. Alzo le spalle, facendo finta di non avere nulla da ridire.

Jason aggrotta le sopracciglia. «Quindi pensi che non sia bello?»

Mi volto di scatto verso di lui. «Okay, sei bellissimo, ma per favore, smettila.»

Ride sonoramente. «Preparati, stasera ti voglio portare in un posto bellissimo. È quasi sulla strada.»

«Dove di preciso?»

«È sulla strada...» sbuffo. Odio quando cerca di fare il vago. E odio anche le sorprese, ma forse a quelle fatte da Jason potrei anche abituarmici, ma non troppo.

«Quanto ci vorrà da qui in Canada?»

«Non mi sopporti già più?» chiede ironico passandosi una mano fra i capelli.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora