Capitolo 28.

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Dolcemente passa il pollice appena sotto gli occhi, per asciugarmi le lacrime che ancora scendono sul mio viso.

Mi aiuta a tirarmi su, e il suo petto si scontra contro il mio. I nostri occhi si perdono.

«Mi è mancato sentire il tuo corpo a contatto con il mio.» dice posandomi un bacio leggero sul collo.

Le sue labbra a contatto con la mia pelle mi provocano una strana sensazione, che su concentra su un unico punto.

Continua a lasciarmi piccoli baci, e a mordermi la pelle.

Vorrei abbandonarmi a lui, ma non posso, non dopo quello che ho visto.

«Staccati.» dico acida.

Lui si acciglia, ma tiene la presa ancora più forte, in modo da non poter quasi respirare.

«Ti devi togliere!» dico urlando.

Si stacca di botto, facendomi perdere l'equilibrio per attimo, ma mi riprendo subito.

«Perché ti comporti così?» chiede sbuffando.

«Perché...» faccio un lungo sospiro, e mi domando del perché mi sto comportando in questo modo con lui, ma dopotutto ho ragione. «...Sei tu quello è stato a letto con Jenny probabilmente fino a meno di mezz'ora fa.» sbotto.

Lui spalanca occhi e bocca. «Cosa!? Pensi davvero che io sia stato a letto con Jenny?» scoppia in una risata amare, ma poi continua. «Pensi davvero questo, Samantha?»

Senza sapere realmente cosa rispondere, annuisco incerta.

Le sue vene del collo sono più accentuate del solito. Jason mi afferra per il polso, e mi trascina con sé.

«Mi fai male!» urlo fiduciosa che lui molli la presa.

Sembra non sentirmi, e continua a tirarmi.

«Dove stiamo andando!?» sbraito.

Lui non fa di nuovo caso a quello che ho appena detto, e mi porta alla sua macchina, dove mi fa salire.

Mette in moto e parte. Stringe il volante con tanta forza da farmi paura.

«O mi dici dove mi stai portando o questa è l'ultima volta che mi vedi!» urlo con l'ultimo filo di voce che mi è rimasto in gola.

Ferma di colpo la macchina, e si volta verso di me. Le sue pupille sono più dilatate del solito.

«Ti sto portando in un posto che sarà nostro, per sempre. Dove ti dimostrerò che ti amo, una buona volta per tutte, e dove sarò pronto a dirti tutto quanto, tutto quello che mi tormenta da tempo, e che non ho mai detto a nessuno, non di proposito.»

Riparte, e i pensieri si fanno strada nella mia mente.

Continuo ad osservarlo, quasi sperando che si apra in due parti, per permettermi di guardare tutto quello che c'è dentro di lui.

Mi sento una stupida.

Ripenso a quelle due parole che sono uscite dalla sua bocca, forse involontariamente.

Mi faccio coraggio, e gli chiedo quello di cui ho proprio paura.

«Tu...tu mi ami?» chiedo tremando.

Spalanca la bocca, e ne esce una strana risata. Cerca di guardarmi negli occhi, ma allo stesso tempo di concentrarsi sulla strada.

«Non te ne eri mai accorta?» nei suoi occhi si è appena accesso un barlume di speranza.

Devi essere sincera con lui, Samantha.

«Si...cioè, no... Quel giorno, quando...» il mio cervello non ne vuole sapere di metabolizzare il tutto, soprattutto se c'entra Jason.

Merda.

«So benissimo a cosa ti stai riferendo, e so anche che sono stato uno stronzo.»

«Quella è stata la mia prima esperienza...» dico timidamente.

Lui mi guarda sussultando. «Una ragazza bella come te non ha mai fatto... Niente di tutto ciò?» so che gli viene da ridere, ma si sta trattenendo per non farmi sentire ancora peggio.

Annuisco.

«Sapevo che eri vergine, ma non avrei mai pensato che una ragazza bella come te non avesse mai provato quel tipo di sensazioni. Insomma, pensavo scherzassi.»

Lo fulmino con uno sguardo. Non so se arrabbiarmi perché mi ha presa in giro, su una cosa così seria, oppure buttarmi fra le sue braccia perché mi ha appena detto esplicitamente che mi trova bella.

«Credi davvero che io sia bella?»

Guardò fuori dal finestrino, cercando in tutti i modi di distrarmi, aspettando una sua risposta.

Dopo pochi secondi lo sento muoversi.

La sua mano si poggia delicatamente sulla mia coscia.

«Guardami, Samantha.»

Sposto lo sguardo verso di lui, ma subito dopo abbasso la testa. Lui mi prende il mento con due dita, affinché lo possa guardare negli occhi, quei maledetti bellissimi occhi verdi.

«Tu pensi di essere bella?» mi chiede quasi con un sussurro.

Faccio cenno di no con la testa, perché è quello che pensò davvero, e dovrebbe pensarlo anche lui.

Jason mi guarda come stupefatto, e mi prende il viso fra le sue grandi e calde mani.

La sua bocca si posa dolcemente sulla mia, le sue labbra sono premute, come non mai, da farmi mancare il respiro.
Schiudo leggermente le labbra, da permettergli di far entrare la sua lingua. Ho bisogno di sentirlo più vicino di così.

Le nostre lingue si uniscono in una danza semplicemente perfetta, e iniziano a muoversi all'unisono.

Mi sento come se volesse esplorare ogni singolo lato delle mie labbra, fino a consumarle.

Si stacca dolcemente da me, e mi posa un piccolo bacio sulla fronte.

Scende dalla macchina, e in un secondo viene da me, ad aprirmi la portiera.

Mi porge la mano, e mi fa scendere. Le nostre dita si intrecciano, e rimangono intrecciate finché non arriviamo davanti a un piccolo casolare, non molto lontano.

Sento il cuore battere sempre di più, man mano che ci avviciniamo e quando Jason apre la porta, che cigola terribilmente.

Prima di entrare mi stringe a sé e mi posa un altro bacio sulle labbra, questa volta molto più dolce.

Spalanca la porta. Al centro della stanza c'è un letto enorme, senza lenzuola. E c'è anche qualche mobile qua e là.

Jason si dirige verso l'armadio, aprendolo ed estraendone un lenzuolo. Lo stende con cura sul letto.

Ho il cuore a mille, ho bisogno di sentire il suo profumo, e il suo corpo a contatto con il mio. Ho bisogno di tutto questo, ma ho una paura incontrollabile.

Si volta verso di me. «Sei pronta, tesoro?»

All'improvviso, come se niente fosse, sento il mio corpo sciogliersi sotto le sue parole.

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now