Capitolo 38.

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Dopo la "splendida" notizia di Kriss non ho smesso di pensare a quanto riuscisse a sorprendermi. E in un certo senso le sono grata per quello che ha fatto, perché è riuscita a farmi dimenticare Jason per un certo periodo di tempo, anche se è durato poco.

Mentre mi specchio, osservando il magnifico abito rosato che indosso, immagino lui affianco a me, a tenermi per la vita e a dirmi quanto mi dona. Anzi, credo che mi direbbe : quanto cazzo sei sexy, Samantha.

Sorrido al solo pensiero, e ammetto che mi manca dannatamente.

Mi scrollo dai miei pensieri, quando Kriss fa capolino nella mia stanza, con un paio di tacchi vertiginosi in mano.

«Dovrei mettere quei trampoli!?» chiedo sbalordita.

Annuisce sorridendo, e io vorrei semplicemente strangolarla con la prima cosa che mi capita fra le mani.

«Ti odio.» ammetto.

Lei sorride ancora di più, passandomi le scarpe, e lanciandomi un'occhiataccia, come per ordinarmi di metterli all'istante.

Sbuffo, e mi infilo il primo tacco, e poi il secondo. Non sono per niente male. Anzi, sono davvero... «Wow!» dico spalancando la bocca.

Anche se i tacchi sono dello stesso colore del vestito sono comunque bellissimi.

«Sei bellissima.» mi dice Kriss avvicinandosi a me e riflettendo la sua immagine nello specchio.

«Siamo davvero tutte e due molto belle.» dico continuando ad ammirarmi.

«E questo vestita ti cala alla perfezione, Samantha. Sembri una Dea.» sorride.

In effetti non è per niente male. Scivola delicatamente su tutta la gamba, lasciandone in evidenza una, ma non tutta, con un piccolo squarcio vicino al ginocchio.

«Lo adoro.» dico ancora ridacchiando.

Kriss si unisce a me, ed entrambe ridiamo come due bambini felici.

«Cazzo.» dice. «In realtà sono salita su anche per dirti che tua madre è nel bel mezzo di una crisi isterica, e non so fino a quando reggerà. Quindi, beh, abbiamo bisogno tutte e due del tuo prezioso aiuto, e soprattutto della tua calma.» dice ancora più agitata di quanto mi aspettassi.

«E va bene, questa volta sarò buona.»

«La bontà porta sempre qualcosa di buono, Samantha.»

Immagino stia ridendo, ma quando mi giro per guardarla noto che nel suo volto non c'è neanche un minimo di ironia.

La osservo con sguardo interrogatorio, ma sembra non farci caso.

Scendendo le scale possiamo sentire benissimo gli urletti di mia madre, più che altro isterici.

«Calma, mamma.» dico entrando in cucina e rassicurandola.

Appena la vedo mi sento come se la mascella stesse precipitando sul pavimento.

«Porca paletta. Sei bellissima!» rido mentalmente per l'affermazione che ho usato, ma in fondo stiamo parlando di mia madre.

La cosa le provoca solo una grande risata, e mi rende felice, perché se fossimo state circa qualche mese fa lei non avrebbe mai riso. Probabilmente mi avrebbe rimproverato, dicendomi che questo non era da me, e non lo sarebbe mai stato.

Ma diciamocelo, tutti cambiano, chi in meglio... Chi in peggio. Ma alla fine cambiano tutti comunque.

Continuo ad osservare mia madre, più bella che mai. Ha un bellissimo abito bianco a sirena, che le evidenzia le forme, e un fantastico scollo a cuore, per non parlare del mazzo di fiori che tiene stretto tra le mani, tanto da rovinarlo.

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now