Capitolo 18.

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Jason continua a fissarmi negli occhi, e non si scosta. Non sembra preoccuparsi si chi ci sia dietro quella maledetta porta.

Sapevo fin dall'inizio che tutto questo era uno sbaglio, uno stupido errore. Mi sento così sporca, che non riesco nemmeno a decifrare il dolore.

Se non riusciamo a concludere una cosa del genere, è ovvio che non siamo fatti per stare insieme.

Tiro via la mano di Jason dalla mia mutande e mi alzo diritta.

Vago lo sguardo in cerca del mio vestito. Le mani mi tremano. Raccolgo il reggiseno e l'abito da terra.

«Aiutami.» dico a bassa voce.

Jason viene verso di me e mi chiude la cerniera del vestito.

Bussano ancora più forte alla porta.

Mi infilo le scarpe e do una sistemata al letto. Sembra tutto in ordine, ma l'ansia mi assale ad ogni secondo che passa.

Mi dirigo verso la porta velocemente. Dopo pochi secondi mi accorgo che i miei piedi sono ancora incollati al pavimento.

Porgo lo sguardo verso Jason, che ha le mani in tasca e non sembra preoccuparsi della situazione.

Con decisione afferro la maniglia e apro la porta.

Rimango a bocca aperta, stupefatta da quello che i miei occhi vedono in questo momento.

«Signorina!»

La donna ben vestita e truccata si fa strada nel mio appartamento con movimenti bruschi.

«Come ti permetti di non rispondere a tua madre? Ti ho fatto dieci chiamate, e tu? Cosa stavi facendo?»

Lo sguardo di mia madre si sposta verso Jason.

«Ah, adesso è tutto più chiaro, Samantha! Eri qui, con questo individuo, a fare chissà che cosa. Ma dove sono finite le buone maniere? Mia figlia non si sarebbe mai fatta trovare da sola con un perfetto maniaco sconosciuto.»

La rabbia mi ribolle nel petto. Non può trattare Jason così. No che non può farlo. Lei non è nessuno, tantomeno per venire nel MIO appartamento e farmi la predica sulle persone che frequento. È stata una mia scelta fin dall'inizio, e sinceramente non me me pento per niente.

Cerco di rimanere calma.

«Mamma...» dico con tono quasi severo.

«Manda via questo individuo, Samantha. Non è gente per te. E se acconsenti ti prometto che rimarrò qui, con te, ma tu mi devi promettere che non mi farai mai più vedere persone del genere nel tuo appartamento.» il suo tono di voce si è quasi addolcito, ma so che in realtà è solo tanto egoismo.

Mia madre deve iniziare a capire che io non voglio fare quello che fa lei, non voglio fare la sua stessa fine, non voglio, sarebbe troppo per me. Da quando papà ci ha lasciate, da quando ha chiesto il divorzio, la mia vita si è fermata in un colpo solo.

- Mia madre prima non era la donna che è adesso. Beveva, tornava a casa ogni sera più distrutta che mai, e io assistivo a tutto, in silenzio.

Una delle tante sere, mio padre si stufò, e chiese i documenti per il divorzio. A quel punto mia madre decise di andare a uno di quei corsi per cercare di smettere di bere. Ci volle molto tempo, ma alla fine cambiò, e adesso è diventata questa persona che non mi sembra neanche di conoscere.

Da piccole eravamo così uniti, eravamo una famiglia perfetta, e lei non beveva. Poi quando ha scoperto che papà la tradiva non ci ha più visto, ma non ha mai voluto dirgli che lei sapeva tutto, e così si è rovinata. -

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now