Capitolo 11. (Sequel)

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Due anni dopo.

«Sono negata, è inutile. Credo che non diventerò mai brava nella cucina. Non so neanche preparare il pollo al forno! Ti rendi conto?» posò affranta il ricettario sulla mensola della cucina, e scruto attentamente Kriss che sta cercando di non ridere.
«Sei una stronza.» sibilo. «Dovresti aiutarmi invece di ridere!» sbuffo rumorosamente incrociando le braccia al petto.

«Oh, ma dai! Non sarà mica poi così grave.» si avvicina dandomi una gomitata nel fianco.

«Per te è tutto così facile! Non hai mica da fare bella figura davanti a un uomo dalla mattina alla sera!» sbraito cercando inutilmente di placare i miei nervi.

«Ti ricordo che io ho ancora un fidanzato. E anche se non viviamo insieme questo non vuol dire che non devo controllarlo ventiquattro ore su ventiquattro!» questa volta è lei ad incrociare le braccia al petto, e io in tutta risposta rido sonoramente.

La serratura della porta scatta improvvisamente, e io mi volto in un lampo. «Amore!» dice avvicinandosi a me. Mi cinge la vita con le mani. «Lo sai che mi sei mancata terribilmente?» posa un casto bacio sulle mie labbra, e se non mi ricompongo immediatamente rischio di sciogliermi da un momento all'altro.

«Mi sei mancato tantissimo anche tu.» sussurro sulle sue labbra.
Un colpo di tosse ci risveglia dal nostro momento terribilmente dolce, e io mi volto verso la solita rompipalle.
«Cosa vuoi? Non vedi che che siamo impegnati?» dico indicando me e Allan.

Kriss ride. «Se non vi dispiace io dovrei davvero andare.» si avvicina a me lasciandomi un bacio sulla guancia.

«Non ti fermi a mangiare? È quasi ora di pranzo!» la guardo con occhi supplichevoli.

Fa cenno di no con la testa. «Mi dispiace, ma non posso. E poi ci tengo ancora alla mia vita. Non voglio essere avvelenata dal tuo pollo assassino!»

«Non sei divertente.» mi volto verso Allan, che sta ridendo anche lui. «Il mio pollo è venuto benissimo!» mi lamento.

«Tesoro, ho sentito l'odore di bruciato anche se non sono entrato in cucina.» dice prima di darmi un altro bacio e sparire in camera da letto.

Mi riconcentro su Kriss. «Dove devi andare?»

Kristine.

Non so davvero cosa dirle, non ne ho la più pallida idea. Non posso sicuramente dirle la verità, quello mai.
«Devo... Devo vedermi con Logan.» sorrido, cercando di non far capire che sto mentendo visibilmente.

Sam aggrotta le sopracciglia. «Lo sai vero che non ti credo minimamente?» incrocia le braccia al petto, e non è assolutamente un buon segno.

«Su dai, fammi andare prima che mi ammazza.» le strizzo l'occhio, e prima che possa ribattere qualcosa mi fiondo fuori da casa sua.
Entro in macchina, e in meno di quindici minuti mi ritrovo davanti a questo maledettissimo posto.
Oramai vengo qui sempre, ma credo che la cosa non serva più di tanto. Insomma, che differenza fa? Ho provato in tutti modi a far sì che Jason si allontanasse dalla droga, ma inutilmente. Sembrano quasi due calamite.
Entro nel grande edificio, speranzosa che oggi sia tutto un po' più diverso.

Sorrido alla signora che ormai è abituata a vedermi qui allo stesso orario, tutti i santi giorni. «Ciao, Kristine.» mostra un sorriso debole, anche lei deve essere ormai stanca di lavorare in questo posto orribile.

«Ciao, Rosie. Tutto bene?»
Annuisce, limitandosi a non dire un'altra parola in più.
Come sempre mi dirigo verso la sua stanza, la numero 135, e sto lì, a guardarlo, senza sosta, aspettando che da un momento all'altro apra la bocca anche solo per dirmi un semplice ciao.
Sorrido amaramente, ricordando a me stessa che è tutta colpa mia se lui si trova qui adesso, se le sue conversazioni con le persone si limitano semplicemente a dire o no muovendo il capo, nient'altro.
A volte parla con me, ma quelle volte sono così rare e lontane che credo di non ricordarle nemmeno più.
Busso delicatamente, e dopo diversi secondi una figura cupa, pallida e triste mi viene ad aprire.

«Jason.» gli accarezzo una guancia, sperando di far scattare qualcosa dentro di lui, qualcosa di dolce, che lo risvegli da tutti questi incubi, ma niente. «Come stai?» provo a chiedere.
Lui alza le spalle, e va a sedersi sul letto. «Te la passi bene qui?» mostro un sorriso forzato, che nasconde tantissimo terrore. Annuisce, senza dire niente.
A volte penso che dovrei parlarne con Samantha, ma lei ha la sua vita, ha il suo tutto. Come potrei distruggere tutto quello che si è creata per dimenticare Jason? Distruggerei tutte le sue nuove mura, e non se lo merita.
Ma la sua nuova vita è realmente così tanto più importante di quella di Jason?
So benissimo che lui rinascerebbe subito a vederla, a sentirla. So quanto sta male, perché secondo lui è per colpa sua se "Samantha è morta", ma se solo sapesse che nulla di tutto quello che crede e pensa è vero, allora avrebbe ancora una speranza? Una speranza di cambiare?
Riposo lo sguardo su di lui che, come sempre, è perso nei suoi pensieri, nei suoi dubbi, nelle sue paure, nel suo più totale buio.

Inspiro profondamente, andando a sedermi accanto a lui sul letto. «Lo sai che mi manca tanto non averti vicino tutti i santi giorni? Mi manchi come rompiscatole quotidiano.» gli sorrido, posandogli una mano sul ginocchio.
Si volta verso di me, ma anche questa volta non dice nulla.
«Ah, prima di dimenticarmi, ho una splendida notizia per te! Uscirai presto da questo brutto posto, e pensa che è solo fra due settimane!»
Apre la bocca, e per un attimo mi è sembrato come se volesse dirmi qualcosa, ma mi sono sbagliata.
Si alza frettolosamente, e prende un foglio dal tavolino.
Si risiede sul letto, e scarabocchia una semplice parola : grazie.
Lo abbraccio improvvisamente. So quanto sia difficile per lui vivere in queste condizioni. È quasi come una prigione. Ma da quando si è rifiutato di continuare con gli studi niente ha più avuto senso, perché a quel punto non aveva davvero più un posto dove andare, e l'unica cosa che poteva fare era venire in questo posto da schifo.
Ormai sono quasi sette mesi che non tocca più una siringa, ma l'idea di uscire da qui un po' mi inquieta. Forse ho semplicemente paura che possa ricominciare, ma devo avere fiducia in lui.

SPAZIO AUTRICE.

Ma eeeehii
Scusate se non ho aggiornato prima, ma ho avuto davvero un sacco di cose da fare, sorry 💞
Anyway, è proprio da questo capitolo che succederanno fatti impensabili, ma anche terribilmente dolci.
La piccola Samantha si troverà a decidere fra la luce e il buio.

Mi raccomando continuate a leggere la storia di questa stupida : Angy_07 💘 Non era una illusione, era amore

Ci vediamo al prossimo capitolo! 😽

All the love, xoxo 💋

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora