Capitolo 13.

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Le sue parole mi stanno rimbombando dentro la testa.

«Se adesso tu mi dirai che non conto nulla per te io me ne andrò.»

Il mio cuore manca un battito.

Non voglio che vada via, che sparisca dalla mia vita, ma non posso neanche farmi trattare così. No, non posso proprio permetterglielo.

«Guardami negli occhi e dillo Samantha.»

Le lacrime continuano a scendere rigandomi tutte le guance.

Forse è quello che aspetto da tanto : liberarmi di Jason.

«Non sei nulla per me. Nulla.»

I suoi occhi verdi si rimpiccioliscono sempre di più. Iniziano a farsi umidi, a bagnarsi e all'improvviso a buttare via tutto.

Jason sta piangendo.

«Samantha!»

Qualcuno alle sue spalle mi sta chiamando. Sposto lo sguardo oltre Jason e vedo Travis.

Mi scosto lentamente da lui. Cerco di cogliere ogni attimo di questo momento. Il suo profumo, le sue mani, il suo fiato caldo su di me.

Vado verso Travis.

Mi giro un'ultima volta verso di lui.

«Credo che Jenny ti stia aspettando dentro. Ciao Jason.»

La mia voce è tremante, sto cercando di trattenere di nuovo le lacrime.

Mi allontano, e noto che Jason non si sta opponendo. Non mi sta fermando, e questo mi fa ancora più male.

«Portami a casa, ti prego.»

Travis mi guarda con uno sguardo interrogativo, ma senza fare domande annuisce e mi prende per mano portandomi verso la macchina.

Questa volta nel tragitto fino al dormitorio non apre bocca.

Appena arriviamo mi accompagna fino alla parte.

«Tutto bene, Samantha?»

Perché qualcosa dovrebbe andare male? Mi sento un disastro, e forse grazie a lui qualcosa sarebbe cambiato. Da quando lo conosco tutto è cambiato. Non sono più la solita ragazza, così perfetta, così noiosa, così... Identica a mia madre.

«Certo.» dico abbozzando un mezzo sorriso.

«Vuoi che resti un po' con te?»

In questo momento avrei voluto solo restare da sola.

«Scusa, ma ho bisogno di riposare.»

Mi dispiace cacciarlo così, senza che lui abbia fatto niente, ma dovrebbe capirmi, o almeno provarci.

«Oh, okay. Beh chiamami se hai bisogno.»

È stato davvero gentile con me, e io lo sto trattando male. Mi sento uno schifo.

Cerco di non pensare a tutto quello che è successo, e decido di farmi un'altra doccia. Forse è l'unico modo per provare a rilassarmi.

Vorrei tanto sapere dov'è Kriss. Lei in questo momento saprebbe cosa fare e anche cosa dirmi.

Mi spoglio e appoggio i vestiti ben piegati su una sedia.

Vado in bagno e apro l'acqua. Mi soffermo a guardarmi allo specchio. Il mio corpo nudo, a contatto col nulla.
Immagino Jason che mi sfiora, che mi da baci sul collo, e sento brividi percorrermi ogni piccola parte del corpo.

L'acqua scorre sul mio corpo, senza mai sostare, ma questa volta non fa l'effetto che avrei voluto.

Esco dalla doccia e prendo il cellulare per chiamare Kriss, ma risponde la segreteria.

Faccio un lungo sospiro.

Rimetto i vestiti che avevo lasciato prima di uscire in bagno, e mi butto sul letto.

Guardò l'orologio e noto che sono le tre, così imposto la sveglia per le sei e mezzo. Ho davvero bisogno di dormire.

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Mi sfiora delicatamente il braccio, le sue labbra sono quasi vicino alle mie. Sento il suo respiro affannato e caldo sul mio collo.
È da tempo che desidero che arrivi questo momento.

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Mi sveglio di colpo.

È solo un sogno, Samantha. Solo un sogno.

Un rumore assordante mi risuona in testa. È la sveglia. Mi stropiccio gli occhi e mi alzo.

Sto morendo di fame. Ho saltato già la colazione e il pranzo. Non salterò anche la cena. Decido di farmi portare del cibo al dormitorio.

Faccio per prendere il telefono ma sento la serratura della porta scattare.

È Kriss.

«Ehi Sam.»

Sembra molto impacciata, ha cinque borse alle braccia.

«Vuoi una mano?» chiedo ridendo.

«Direi proprio di sì.»

Corro ad aiutarla.

«Sai, ieri sera sono rimasta a casa di Logan e poi oggi pomeriggio mi ha portato a fare un po' di shopping e...»

Alza lo sguardo verso di me e rimane a bocca aperta.

«Oddio Samantha. Hai pianto?»

Senza risponderle corro in bagno a specchiarmi.

Rimango stupita di quello che vedo. Ho gli occhi gonfi, e rossi.

La vedo varcare la porta del bagno.

«Che succede? Sembra che tu abbia pianto per ore.»

Faccio spallucce. In effetti ha quasi ragione.

«Ti va di parlarne?» mi chiede sorridendo.

«Okay.» dico senza pensarci troppo.

In effetti lei è l'unica che potrebbe aiutarmi.

«È successo un altro disastro.» faccio un lungo sospiro. «Ho visto Jason, mentre ero con Travis al Mc Donald's. Cioè, lui era già lì, con Jenny. E allora io mi sono messa a piangere, e sono corsa fuori. Lui è venuto verso di me, e alla fine non so come io gli ho detto che non mi importava nulla di lui, e che non mi è mai importato. E poi lui ha pianto.»

«Cosa!?» strilla Kriss. «Puoi ripetere l'ultima cosa che hai detto?»

«Che ha pianto?» domando stupefatta.

«Non ci credo.»

Mi chiedo cosa ci trovasse di così tanto strano nel fatto che Jason aveva pianto. Ma in effetti non la biasimo, è uno stronzo.

«Insomma, non ha mai pianto per nessuno. O almeno, non ha mai pianto per una ragazza. Per lui le storie con le ragazze sono inutili.»

Rimango pietrificata da quello che Kriss mi sta dicendo. Ma allora perché si sta comportando così con me?

«Forse per una persona ha pianto.» la sua faccia ha l'espressione di una persona che sta cercando di ricordare un qualcosa di impossibile. È un po' buffa, mi viene da ridere.

«Ha pianto per sua madre Samantha.»

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now