Capitolo 10. (Sequel)

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Samantha (foto nei media)

Sbatto più volte le palpebre, per capire effettivamente dove mi trovo. La vista è quasi sfocata, e riesco a malapena a vedere le pareti grigie che mi circondano, e il lettino su cui sono stesa. Una figura più in lontananza è seduta sulla sedia, e ha gli occhi chiusi.
La riconosco subito, è Kriss.
Sussurro il suo nome, quasi con un tono impercettibile, che riesco a sentire soltanto io, per paura di sforzarmi troppo o di aver perso in caso contrario la voce.
Con mia sorpresa alza subito la testa di scatto, e appena si avvicina a me prendendomi la mano, dai suoi occhi iniziano a scendere lacrime infinite.

«Samantha... Ma allora sei viva!» non smette di ridere, e la cosa rende un po' più felice anche me.

«Pensavi fossi morta?» cerco di sdrammatizzare, ma in un attimo tutte le immagini dell'incidente riaffiorano nella mia testa, come se non se ne fossero mai andate. Si erano soltanto prese una piccola pausa.
Ricordo tutto quanto : La serata, Travis, quello che ho fatto, quello che volevamo fare... Oddio.

«No... Cioè si, all'inizio si. Ma poi i medici hanno detto che non correvi più nessun pericolo, e si sono sorpresi persino loro che tu non abbia perso tipo la memoria, o robe varie...» continua a intrecciare le dita, e a contorcere le mani, segno che è a disagio, e lo sono anch'io.
Annuisco debolmente, incapace di aggiungere altro, sapendo di non poter aggiungere più nessuna parola che sia in grado di sdrammatizzare questa situazione, ho soltanto amarezza.

«E... Travis?» azzardo a chiedere, sperando che anche lui come me se la sia cavata, o forse per quello che mi ha fatto no, ma comunque sono stata io a dire di sì, quindi sono io la stupida qui.

«Oh, quello stronzo. Non si è fatto niente di niente! Insomma, non è mica stato in coma, non ha mica rischiato la morte per un pelo! Pensa che dopo due miseri giorni l'hanno dimesso! Aveva solo degli stupidi graffi. Mentre a differenza sua, a te non è scoppiato l'airbag, e il risultato è stato una settimana in coma, o anche più! È stato un miracolo, Samantha. Capisci?» fa una piccola pausa. «Fossi in te...»

«Va bene così, Kriss.» la interrompo. «L'importante è che nessuno dei due ci abbia rimesso la vita.» ed è vero. È soltanto questo quello che conta, che ne siamo usciti entrambi sani e salvi. Poi ovviamente ci sarà sempre chi ne uscirà meglio e chi peggio, è il destino.

Lei fa spallucce. «Forse... Ma comunque non si è neanche preoccupato di venirti a trovare, o anche solo chiedermi se rischiavi la vita.» sottolinea le ultime parole. Quando vuole farsi capire chiaramente ci riesce in pieno, e in questo caso sta cercando di dirmi categoricamente che non lo devo più vedere, o neanche salutare. La conosco troppo bene.
Le sorrido, e in un lampo finisce tra le mie braccia, e credo che in questo momento entrambe non stiamo cercando altro.
Un lampo, un pensiero mi trafigge le testa, dividendola completamente a metà.

«J-Jason?» chiedo tremando. «Non... Non è venuto, vero?» so già la risposta, ma voglio che lei mi dia la conferma, non può essere così. Lui... Lui non mi avrebbe abbandonata così facilmente.

Kriss fa un lungo sospiro, prima di far incastrare i suoi occhi con i miei. «Mi dispiace, Sam. Mi dispiace davvero tanto.» e mi abbraccia, di nuovo, permettendo alle mie lacrime di scendere liberamente.

Una settimana dopo.

«E quindi ami la letteratura?» chiede, e io non posso che soffermarmi sul suo bellissimo tono di voce.

Annuisco decisa. «Eh sì, diciamo che sono una vera e propria romanticona.» Allan mi sorride, e io ricambio inevitabilmente.

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now