Capitolo 23.

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Mi stropiccio gli occhi, accendo il display del telefono e do un'occhiata all'ora.

È tardissimo, sono le due. A quest'ora avrei già dovuto far colazione, e persino pranzo, ma il mio cervello impediva al mio corpo di alzarsi, e di concludere qualcosa.

I miei pensieri ritornano ad affollarmi la mente.

Mia madre non mi ha ancora cercato, chissà per quale assurdo motivo.

Afferro il telefono, scorro tutti i contatti finché non leggo mamma.

Senza pensarci troppo premo il pulsante di avvio chiamata, e accosto il cellulare all'orecchio. Faccio un lungo respiro.

Mia madre risponde al quarto squillo, avevo quasi perso le speranza.

«Samantha.» dice con tono cantilenante.

«Mamma!» dico quasi urlando, poi rifletto che sto facendo solo una conversazione con mia madre, e che non ho motivo di agitarmi o addirittura arrabbiarmi.

Non ce n'è il motivo.

Ripeto nella mia testa. Mi faccio coraggio, decido di affrontare la questione.

«Come stai?» chiedo a voce più bassa.

«Cosa c'è, Samantha?»

A quanto pare non è in vena di gentilezze.

Senza troppi giri di parole le chiedo : «Hai letto il mio messaggio?»

«Si.» dice senza troppo interesse.

«E come mai non hai risposto? Insomma, non che la cosa mi preoccupi più di tanto, ma...» faccio un lunghissimo sospiro. «Volevo venire a trovarti e forse... Avremmo potuto passare un po' di tempo insieme.»

«Non credo che sia opportuno, Samantha.»

«Perché?» chiedo quasi irritata.

«Entro domani avrai il tuo biglietto prenotato. Ci sentiamo presto, tesoro.»

«Ma...»

Stacca la chiamata. Non ho avuto neanche il tempo di chiederle perché non volesse che andassi a trovarla, dato che sono pur sempre sua figlia.

Non ci penso troppo e poso il telefono sul comodino.

Mi dirigo verso il bagno, forse una doccia aiuterà a rilassarmi.

Ci sentiamo presto, tesoro.

Quella parola, detta da mia madre, era fin troppo strana, perché forse... Beh, perché non è da lei, tutto qui.

Mi risveglio dai miei pensieri, sento un qualcosa suonare.

Guardo verso il comodino : è il telefono.

Forse è mia madre. Senza pensarci due volte rispondo.

«Pronto?»

«S-Samantha?» dice la voce al telefono.

Oddio.

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now