Capitolo 36.

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Sono passati tre giorni.

Questa mattina mi sono svegliata presto rispetto al solito.

Forse perché la notte non sono riuscita a chiudere occhio per niente. Forse semplicemente perché mi sono chiesta circa un miliardo di volte se probabilmente ci sarà più un noi.

Ma in fondo avrei dovuto pensarci molto di più di quanto ho fatto prima di abbandonarmi completante a Jason.

È stato uno stupido sbaglio, e adesso io non so più come tornare indietro. O almeno, per il momento vorrei scoprire come andare avanti.

Vorrei riuscire a pensare, ma continuo a girare il cucchiaio nella tazza del latte, e la cosa sembra non aiutarmi.

Inspiro profondamente. Vorrei provare a chiamare Kriss, ma sono quasi certa che lei sarà arrabbiata con me, o cose varie. Ma dopotutto ultimante è sempre stato così. Non ho più avuto nessun buon rapporto con nessuno.

Sto iniziando a pensare che la solitudine ormai sia la mia unica via di fuga.

Jason.

«Che cazzo hai fatto!?» sbraita lei.

«Quello che c'era da fare.» ringhio a denti stretti.

«Ma ti rendi conto!? Porca puttana, Jason! Vuoi davvero dirmi che dopo che le hai raccontato la verità sei andato a casa di Jenny, e te la sei scopata? Mi fai schifo. E spero vivamente che tutto ciò non si risolvi. Fanculo, sei uno stronzo.» dice prima di andarsene a sbattere la porta.

Non avevo mai visto Kriss così incazzata con me, perché forse non ce n'era mai stata l'occasione. Forse mi sono davvero comportato da stronzo. Mi ha dato tutto e io l'ho lasciata da sola, così, senza vergogna.

E per questo mi faccio schifo persino da solo.

Incazzato balzo in piedi, afferro la giacca e il cellulare, scendendo in macchina. Non so dove andrò, ma non voglio più stare a pensare rinchiuso in una stupida stanza. Anzi, non voglio proprio pensare.

Metto subito in moto. Dopo diversi minuti mi fermo davanti al solito bar, senza sapere realmente cosa sto facendo.

Entro a passo svelto. Rivolgo subito un'occhiata alla cameriera rossa al bancone, che mi rivolge un sorriso malizioso.

Mi avvicino velocemente. «Un bicchiere di tequila.» dico col tono più sensuale che possa esistere.

Ricambio il sorriso, e lei si gira frettolosa a prendere la bottiglia, per poi versarne un po' del contenuto in un bicchiere piccolo.

Tracanno giù tutto in un solo sorso, e al sesto bicchiere non capisco già più niente.

«Bisogno d'altro?» dice lei avvicinandosi sempre di più a me, e sporgendosi troppo dal bancone, mostrando il suo seno prosperoso.

Faccio cenno di no con la testa, rivolgendole un altro sorriso, e mordicchiandomi lievemente il labbro per farla eccitare.

Lei annuisce, e si allontana subito dopo, per servire un altro cliente, e lasciandomi al mio destino : la solitudine.

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«Cazzo Jenny, così mi strappi la maglia.» dico con la voce più roca del dovuto.

«Mmh.» mi afferra i capelli, e mi spinge velocemente contro il muro.

Non so come sono arrivato a casa, probabilmente mi aveva riaccompagnato la cameriera rossa, come favore dopo essermela sbattuta per bene.

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now