Capitolo 19. (Sequel)

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"D'accordo Jenny... Si, non preoccuparti... Ti voglio bene anch'io."

Rimango stupefatta all'udire delle parole di Jason. Rialzo immediatamente il finestrino quando noto che ha chiuso la chiamata a sta per tornare in macchina.

Una serie di domande mi tartassano la mente, ma appena lui apre la portiera cerco di stamparmi il sorriso più falso possibile sul volto.

«Andiamo?» chiede lui senza neanche voltarsi verso di me. Vorrei chiedergli cos'ha, ma forse se avrò pazienza ne saprò di più.

Mi accuccio nel sedile incrociando le braccia, sperando che lui capisca qualcosa, ma anche senza farmi "scoprire troppo".

«Dove stiamo andando di preciso?» chiedo interrompendo quel fastidioso silenzio che si era creato fra di noi.

Alza le spalle, senza proferire parola. Annuisco, anche se non so esattamente il perché. Ne approfitto della quiete che si è di nuovo creata fra di noi per cercare di dare delle risposte a tutte le mie domande.

Come mai il suo umore è cambiato improvvisamente quando è uscito da quel fast food? Di cosa è preoccupato? E domanda più importante e fondamentale : perché diamine era al telefono con quella bravissima ragazza di Jenny?

Provando e riprovando, non riesco comunque a trovare una soluzione a tutto il caos che mi si è creato in testa. Purtroppo soltanto Jason può dirmi come stanno le cose, e dalla sua espressione accigliata e la presa sul volante, direi che non è assolutamente il momento.

Per cercare di scacciare via i pensieri mi infilo le cuffiette, facendo partire la riproduzione casuale. Quando la canzone Faded risuona nelle mie orecchie, quasi mi viene un senso ulteriore d'angoscia, forse per le note iniziali più che altro.

All'improvviso non sento più la musica dalla parte sinistra. Mi volto verso Jason, notando che ha la mia cuffietta in mano, che subito dopo lascia ricadere. «Cosa c'è?» domando gentilmente.

«Non sono una buona compagnia?» non rispondo nulla non capendo quello che intende dire. Vedendo la mia espressione interrogativa, Jason continua. «Insomma, potresti parlare con me al posto di ascoltare la musica.» si passa una mano fra i capelli, e io in rimando alzo gli occhi al cielo.

Mi tolgo anche l'altra cuffietta per dedicare tutta l'attenzione verso di lui. «Senti Jason, non so che cosa ti sia successo per cambiare improvvisamente umore...» non riesco a trattenermi volendo saperne di più. «Ma potresti anche dirmelo, visto che siamo una coppia, e visto che stava andando tutto bene.»

Incrocio le braccia, aspettando una sua risposta che non tarda ad arrivare. «Non è successo nulla. Assolutamente nulla.» dice sospirando.

Una piccola risata mi esce involontariamente dalla bocca. «Ah, no? Pensi davvero che io sia stupida? Ti ho sentito parlare al telefono con Jenny, e-»

Jason mi interrompe bruscamente. «Tu hai sentito cosa? Mi stavi per caso spiando, Samantha?» mi lancia una veloce occhiata.

«Perché parlavi al telefono con lei? Cosa non posso sapere!?» il mio tono di voce si sta alzando maggiormente, ogni parola sempre di più.

«Puoi smetterla di farmi così tante domande?»

«E tu puoi smetterla di sviare ogni volta che cerco di capirci qualcosa?» sento che il mio livello di sopportazione si sta abbassando sempre di più.

«Sei irritante quando fai così, sai?»

A quelle parole scoppio definitivamente. «Jason, ferma immediatamente questa dannatissima macchina!» cerco di essere il più chiara possibile, per fargli comprendere che non starò un secondo di più qui dentro con lui.

Frena all'improvviso, facendomi quasi andare a sbattere con lo specchietto che è abbassato. «Ma perché non puoi farti i fatti tuoi per una santa volta!?» urla battendo entrambi i pugni sul volante e passandosi una mano fra i capelli, frustrato. Inizia a tirarli più e più volte.

«Sai cosa, Jason? È stata davvero una pessima idea decidere di partire con te, di seguirti. Sarei dovuta rimanere con Allan, e convincermi che tu ormai facevi solo parte del passato! E anche tuttora.»

«Tu non sai niente di lui. Niente! Ti ho solo salvata, cazzo! E se non fosse perché devo risolvere qualcosa di estremamente urgente, io in Canada non ci sarei neanche venuto!»

Rimango pietrificata da quello che ha appena detto. Apro più e più volte la bocca, come per cercare di dire qualcosa, ma alla fine l'unica cosa che faccio è scendere velocemente dalla macchina e correre, correre come mai avevo fatto. Non sento neanche più le gambe, è come se il mio corpo stia reagendo da solo.

Sento il clacson suonare ripetutamente e insistentemente, ma con tutto il fiato che ho nei polmoni continuo a correre, cercando di allontanarmi il più possibile da lui.

Quando credo di essere ormai al sicuro, mi fermo. La prima cosa che mi viene in mente è quella di prendere il cellulare e di chiamare qualcuno, ma con mia grandissima sfortuna ricordo che poco prima Jason ha praticamente fatto fuori la mia scheda sim.

Impreco contro di lui, anche se so che questo non serve praticamente a nulla. Facendo un lungo, lunghissimo respiro, inizio a camminare, cercando inoltre di scacciare via tutti i pensieri.

Non so neanche quanto distante sia la prossima città, ma spero vivamente poco.

Tutte le preoccupazioni si impossessano nuovamente dei miei pensieri. Cosa c'entra Jenny con Jason? Anche se in passato avevano un rapporto è successo molto, molto tempo fa... E non credo che quel rapporto si sia sviluppato... Ma comunque non riesco a darmi delle risposte, non riesco a capire del perché proprio lei. Sa benissimo quale rapporto ci sia stato fra me e Jenny, ma nonostante ciò è comunque rimasto in contatto con lei.

Mi maledico mentalmente per quello che ho appena detto. Davvero ho pensato che Jason non avrebbe più dovuto sentire o scegliere una persona soltanto perché io lo volevo?

Non credo neanche di essere davvero così importante per lui, quindi non vedo il perché debba tenere a me. Alcune volte non me lo dimostra neppure, però... Se ripenso a tutti i nostri momenti, momenti di intimità, allora mi sento subito meglio, perché mi sono sempre sentita protetta e amata fra le sue braccia, con il solo rumore sei nostri respiri.

Ad interrompere i miei pensieri è una macchina, che tutto d'un tratta sfreccia ad altissima velocità al mio fianco, beccando oltretutto una pozzanghera, e dunque bagnandomi del tutto.

«Brutto farabutto! Guarda dove vai!» urlo in preda alla rabbia, e con i pugni chiusi stretti lungo i fianchi.

Improvvisamente la macchina ritorna indietro, molto più lentamente di prima, e quasi mi metto paura, indecisa se pensare che il guidatore voglia chiedermi scusa oppure insultarmi a sua volta e dirmi di stare più attenta a dove cammino io, e di risvegliarmi dai miei pensieri. E di certo, non potrei dargli torto e biasimarlo.

La macchina accosta accanto a me, e quando il conducente abbassa il finestrino, rimango pietrificata alla vista di colui che mi trovo davanti.

SPAZIO AUTRICE.

Eehiii💕💕
Che ne pensate di questo capitolo? 💁🏻
E sopratutto, cosa è successo a Jason? E perché ha questo comportamento?

E la domanda più domanda di tutte : chi è il famoso conducente?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo, eheh 😏😁👊🏻💕

Ps : continuate a leggere la storia di Angy_07 che è semplicemente stupenda! 💘🙈

All the love, xoxo 💋

Perfettamente sbagliatoWhere stories live. Discover now