Quarantacinque.

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"Ti va di venire con me a fare un giro per Toronto?" Mi propose Shawn.
"Ma amore, è il tuo compleanno..."
"E quale modo migliore, se non passarlo con te?"
"Sei di una dolcezza assurda." Lo baciai all'angolo della bocca.

Toronto era veramente una città carinissima, e anche gli abitanti lo erano. Erano gentilissimi, cordiali, e tutti conoscevano Shawn.

Un susseguirsi di 'Ciao' intasava piacevolmente le mie orecchie, impegnate a seguire i discorsi di Shawn-guida turistica che mi elencava i nomi delle vie, delle chiese e delle piazze.

Ad un tratto gli suonò il telefono.

"Pronto?"
"Grazie bro."
"Sei serio?"
"Oddio."
"Arrivo, sono in giro."
Riattaccò.

"Tutto okay?" Mi permisi di domandare.
Gli spuntò un sorriso immenso.
"Questo compleanno non potrebbe andar meglio." Disse.
Poi mi prese per mano e cambiò bruscamente direzione e ritmo di camminata, dirigendosi verso una meta a me sconosciuta.

"Shawn dove andiamo?"
"Alla stazione."
"A far cosa?"
"Lo vedrai." Sorrideva.

Era bellissimo. Quel sorriso era vero, autentico, unico. Un Shawnriso. (Okay forse no.)

Ci fermammo all'immensa stazione, nel salotto di attesa per gli arrivi.
Shawn iniziò a camminare avanti e indietro, evidentemente impaziente di chi sarebbe arrivato, di chi sarebbe uscito da quella porta.

Ogni tanto mi rivolgeva uno sguardo nervoso e mi sorrideva, come per rassicurarmi, anche perché non capivo cosa ci facessimo, là, il giorno del suo compleanno.

Poi lo vidi illuminarsi e correre verso dei ragazzi con una valigia.
E penso che m'illuminai anche io a quella vista.

Matthew Espinosa, Nash e Hayes Grier e Cameron Dallas erano a Toronto, con Shawn in testa al gruppo, che si dirigevano verso di me.

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora